Partiamo da casa per una settimana di ferie con l’obiettivo di andare a visitare Praga, dove non siamo ancora mai stati e poi di trascorrere qualche giorno in Carinzia per riposarci ed ammirare rilassanti paesaggi fra laghetti e boschi senza dover rispettare un itinerario preciso, ma facendoci guidare dall’ispirazione del momento. Siamo soliti infatti partire da casa con qualche idea ben precisa basandoci sulle informazioni raccolte da chi precedentemente ha fatto viaggi simili, ma aperti a possibili varianti di percorso da decidere via via che facciamo il viaggio.
Venerdì
Partiamo da casa alle 17 in direzione Milano-Chiasso con una temperatura decisamente estiva, con qualche rallentamento arriviamo Al San Bernardino alle 21 dove ci fermiamo nel parcheggio prima del tunnel una mezzoretta a cenare al fresco. Alle 23 siamo a Lindau dove pernottiamo nell’area di sosta camper (5,5 euro al parchimetro fino alle 8 del mattino seguente).
Sabato
Percorriamo l’autostrada tedesca in direzione Ulm, Norimberga, Amberg. Nei pressi di Waldsassen attraversiamo la frontiera ceca. Ci fermiamo a ripristinare il pieno di gasolio nella prima area di sosta dopo il confine. E’ subito palese il cambiamento rispetto alla Germania, l’asfalto delle strade è tutto rattoppato, alla stazione di servizio una ragazza dietro compenso lava i vetri delle automobili mentre fanno il pieno, poco lontano vi sono un sacco di bancarelle che vendono oggetti di poco conto, negozi di liquori e sigarette e sale gioco.
Un cartello avverte del cambio 25 corone per un euro, buono a sapersi, cercheremo di cambiare qualche soldo appena possibile. Proseguiamo verso Cheb dove troviamo parcheggio sotto la cattedrale. Bisognerebbe inserire delle monete nel parchimetro, ma non avendo ancora cambiato facciamo finta di niente. Visitiamo la cattedrale ed il paese. E’ abbastanza carino, le case assomigliano molto a quelle di qualche paese bavarese che avevamo visitato precedentemente (come ad esempio a Landshut vicino a Monaco).
Cambiamo 50 euro nel primo cambiavalute che troviamo e scopriamo subito che si trattengono quasi il 10% di commissione! Proseguiamo verso Frantiskovy Lazne. Prima di parcheggiare facciamo un giro per renderci conto di dove siamo, vediamo un altro camper che ha parcheggiato secondo noi in modo più che regolare e, mentre stiamo pensando di imitarlo, vediamo la polizia che gli sta mettendo le ganasce alle ruote.
Anche se non capiamo il perché facciamo un rapido dietro front e ci mettiamo nel parcheggio all’ingresso del paese dove la macchinetta accetta anche il pagamento in euro (un euro all’ora). Facciamo un giro a piedi della bellissima località, è una cittadina termale in stile liberty molto carina. C’è pure un’orchestra che suona brani classici nel parco di fronte ad un numeroso numero di spettatori.
Proseguiamo poi verso Karlovy Vary. Bisogna imboccare subito un tratto di autostrada, ad un distributore cerchiamo di comprare la vignetta per le autostrade ceche, ne sono sprovvisti, ma ci dicono che fino a Karlovy Vary non è necessario. Speriamo in bene! Arrivati dopo una quarantina di Km parcheggiamo vicino ad un mercatino nei pressi della stazione. Anche qui c’è il parchimetro, finalmente questa volta abbiamo le banconote ceche, ma il distributore automatico accetta solo monete. Un addetto del parcheggio, tipo un ausiliare del traffico, si offre di aiutarci a cambiare e si trattiene subito 10 corone che omette di inserire nel parchimetro… Visitiamo la città. Percorriamo tutta l’area pedonale.
Notiamo subito parecchi turisti russi e giapponesi, ognuno col suo bicchiere da riempire di acqua termale dalle numerose fonti che si incontrano lungo la passeggiata. Il luogo è molto suggestivo, merita senz’altro una visita. Ritornando al camper ci disorientiamo e, complice il percorso tortuoso delle strade tutt’altro che perpendicolari, ci perdiamo.
La prima sensazione di ilarità lascia ben presto spazio allo sgomento, trascorriamo una buona mezz’ora di panico, non riusciamo più a trovare il posto dove avevamo parcheggiato camper, eppure questa via con quell’edificio l’avevamo vista all’andata, il monumento con la fontana è sempre al suo posto, non può che essere qui vicino. Devo ammettere che in tanti anni non ci era mai capitata una simile esperienza.
Alla fine con una piantina della città posta ad un incrocio ci orientiamo e facciamo ritorno al nostro mezzo con oltre mezz’ora di ritardo sull’orario del parchimetro. Fortunatamente non sono passati i vigili, colleghi di quelli che avevamo visto nel paese precedente. Arrivando in città avevamo notato cartelli che indicavano un campeggio, li ritroviamo e ci mettiamo a seguirli. Appena imboccata una strada stretta lungo un fiume, vediamo un ennesimo cartello che indica che il camping è a ben 12 km…
Non c’è spazio per una inversione a U, per cui proseguiamo, anche perché non sapremmo dove altrimenti andare a cercare un posto per la notte considerando che altri camper in giro non ne abbiamo visti e non ci piace pernottare liberamente da soli in un posto di cui non conosciamo gli usi e costumi.
Il percorso è piacevole, il fiume con acqua color cioccolato è percorso da innumerevoli canoisti che remano in favore della leggera corrente. Lungo la strada c’è pure un bellissimo complesso di costruzioni d’epoca abbandonate, chissà per quale motivo. Alla fine giungiamo all’agognato campeggio Na Spici a Radosov posto in riva al fiume in un posto ameno. Nelle vicinanze c’è pure un ponte coperto in legno degno di un’occhiata. Trascorriamo una notte in completo silenzio interrotto solo dal rumore lieve della pioggia che inizia a scendere.
Domenica
E’ piovuto tutta la notte e continua a piovere a tratti. Paghiamo la bellezza di 264 corone pari a poco più di 10 euro. Se queste sono le tariffe di tutti i campeggi della repubblica Ceca sarà certamente una vacanza economica. Ritorniamo indietro fino a Karlovy Vary, compriamo la vignette dell’autostrada (250 corone per una settimana) e ci dirigiamo verso Praga. Strada facendo ci fermiamo a Krusovice a comperare della birra nello spaccio della omonima fabbrica posta proprio sul nostro percorso. Giungiamo a Praga e iniziamo la ricerca del campeggio.
Non abbiamo le cartine ceche per il navigatore per cui ci dobbiamo affidare alle indicazioni stradali e alle informazioni raccolte in un distributore di benzina. Riusciamo a trovare infine un cartello che indica la direzione dello zoo presso cui abbiamo letto si trovano diversi camping. Infatti lungo la via Trojska nel quartiere Troja, uno di seguito all’altro, vi sono diversi camping, tutti con ingressi abbastanza stretti, fatto inconsueto per campeggi che devono accogliere camper e roulotte.
Ci fermiamo nell’ultimo dove avevamo letto vi era un ingresso più largo degli altri. Col senno di poi forse sarebbe stato meglio fermarsi al primo della strada, quello più vicino alla fermata del tram che porta in centro tanto qualche manovra per entrare e parcheggiare l’abbiamo dovuta fare ugualmente. Alla reception acquistiamo i biglietti del tram optando per quelli da 20 minuti (18 corone) e una cartina della città.
Preso a 300 metri dal camping il tram 17 scendiamo vicino al ponte Carlo. Di qui iniziamo una visita del centro percorrendo le vie affollate di turisti basandoci su una guida che avevamo portato da casa. La città è molto bella, gli edifici sono ben curati, unico neo l’abbondanza di negozi che vendono tutti la medesima paccottiglia per turisti. Se poi si entra per curiosare e vedere i prezzi, si viene subito assaliti dai venditori che una volta capito che veniamo dall’Italia cercano di parlare italiano offrendoci sconti mirabolanti e sensazionali.
Desiderando acquistare cristallerie meglio affidarsi ai negozi eleganti, tanto i prezzi alla fine, a parità di merce, sono i medesimi e il trattamento e le garanzie offerte sono senz’altro migliori. Dopo la mattinata piovosa è tornato il sole e fa molto caldo per cui ci concediamo una bella birra fresca in uno dei tanti bar all’aperto. Notiamo subito che mangiare e bere costa molto poco, mediamente 40 corone per una birra da mezzo litro seduti a tavolino.
A sera, da piazza san Venceslao, con il tram 14 torniamo al camping che nel frattempo si è riempito di camper e roulotte (meno male che siamo arrivati a metà giornata).
Lunedì
Ci consultiamo con il ragazzo alla reception del campeggio, prendiamo nuovamente il 17 e attraversato il ponte Carlo ci dirigiamo verso il castello. La salita è più lunga del previsto, le indicazioni sono tante, addirittura troppe, ma poco comprensibili. Cercando di confrontare il ceco col tedesco facciamo un po’ di confusione, anziché andare verso il castello andiamo verso un monastero e allunghiamo il percorso.
Probabilmente con un cambio di mezzo pubblico, prendendo ad esempio il dopo il 17 il tram 22 al di la del fiume saremmo arrivati senza stancarci. Visitiamo il castello e la cattedrale di San Vito, assistiamo anche al cambio della guardia a mezzogiorno in una piazza affollatissima di turisti (la solita cerimonia un po’ scontata). Pranziamo in un locale ai piedi del castello ad una cifra abbastanza modica (480 corone in due, meno di 20 euro).
Purtroppo è lunedì, la maggior parte degli edifici è chiusa, come ad esempio il museo in piazza San Vencenslao per cui certe cose ce le perdiamo. Saliamo infine anche sulla torre dell’orologio per una veduta d’insieme del centro storico e della vicina piazza.
Martedì
Paghiamo 1062 corone per due notti pari a 42 euro (il prezzo dei camping a Praga è decisamente diverso da quelli del resto della Cechia) e ci dirigiamo verso sud in direzione Cesky Krumlow. Parcheggiamo in uno dei parcheggi a pagamento posti sotto le mura (30 corone l’ora) e visitiamo il borgo e il castello con i suoi giardini. Il paesino è molto bello e anche se i turisti sono parecchi si riesce a fare una visita tranquilla.
Il fiume che circonda il centro è solcato da una moltitudine di canoe e gommoni e in corrispondenza delle rapide si raduna una folla di curiosi a guardare lo spettacolo. Qui gustiamo anche i trdelnik, specialità dolciaria ceca di cui avevamo sentito parlare, ma non avevamo ancora avuto occasione di assaggiare.
Terminata la visita proseguiamo verso sud in direzione Austria. Purtroppo non pensiamo di fermarci a Freistadt (leggeremo in seguito che sarebbe valsa la pena di una visita), ma proseguiamo subito in direzione Linz-Graz. Usciti dall’autostrada a Liezen percorriamo la valle dell’Enns, ci fermiamo un attimo a Schladming, sede di gare di coppa del mondo di sci e dei prossimi campionati del mondo del 2013, poi ci fermiamo a pernottare nel camping a Pichl-Reiteralm (20 euro).
Mercoledì
Oggi cerchiamo di percorrere poca strada soffermandoci di più sul paesaggio. Malgrado la vignetta delle autostrade austriache (economica se si pensa che costa solo 7,80 euro per 10 giorni) di tanto in tanto ci sono dei tratti a pagamento extra. Dopo Flachau ci tocca pagare addirittura 9.40 euro per un tratto insignificante di strada. Ci fermiamo al camping Terrasse a Pesenthein (vicino a Millstatt) con splendida vista sul lago Millstatter (27 euro).
Giovedì
Partiamo in direzione Bad Kleinkirchheim che raggiungiamo dopo circa 18 Km. Avevamo programmato di fermarci alle terme Romerbad, ma la giornata è bellissima e fa molto caldo e anche se vi sono vasche all’aperto non ci ispira molto l’idea di immergerci nella caldissima acqua termale. Prendiamo un depliant ripromettendoci di ritornare in inverno quando trovarsi in una vasca di acqua calda all’aperto circondati da neve è molto più divertente. Da notare che il parcheggio in prossimità delle terme è proibito ai camper dalle 24 alle 6 del mattino.
Un cartello avverte però che a 13 Km si trova un’area di sosta camper. Proseguiamo in direzione Klagenfurt e per l’esattezza verso la località di Keutschach posta sull’omonimo lago. Complici uscite autostradali poste subito dopo lunghe gallerie, cioè quando il navigatore non è ancora riuscito a riagganciarsi al satellite, ci incasiniamo parecchio e facciamo dei giri viziosi.
Alla fine riusciamo ad arrivare al camping Turkwiese (22 euro) posto in riva allo splendido laghetto dall’acqua pulitissima in cui nuotano un’infinità di trotelle e paperette. Ci sono oltre 32 gradi e ci immergiamo nelle acque del lago in cerca di un po’ di refrigerio.
Venerdì
Il luogo è tranquillissimo e ci fermiamo una giornata a riposarci. Peccato che non ci siamo portati il canotto che abbiamo scaricato dal camper subito prima della partenza, altrimenti sarebbe stato divertente “galleggiare” un po’ sull’acqua turchese del lago. Nel pomeriggio si alza un discreto vento e fa la comparsa qualche surfista, strano che non ce ne siano di più. In serata arriva un forte temporale la cui pioggia ci accompagnerà per tutta la notte.
Sabato
Prima di metterci in marcia alla reception del camping ci facciamo dare una piantina della vicina Klagenfurt. Troviamo un comodo parcheggio in Jesserniggstrasse, a due passi dal centro. La città è abbastanza carina e sarebbe stato un peccato non concedergli una breve visita. Vediamo la chiesa di Sant’Egidio e percorriamo l’area pedonale dove vi è il monumento dell’omino che, secondo la leggenda, con la botte inondò la città creando il Worthersee. Dopo il giro in città costeggiamo il lago, fermandoci (usufruendo del parcheggio bus visto che quello auto è impraticabile per il nostro camper) a visitare Maria Worth, un incantevole villaggio su una penisola del sopracitato lago.
Qui decidiamo di fare una deviazione al percorso e anziché puntare su Tarvisio, prendiamo la direzione del passo Wurzenpass. La strada è breve, ma la pendenza indicata dai cartelli stradali della salita e della conseguente discesa è ben del 18%. Dopo una sosta a Kranjska Gora, rinomata località di sport invernali slovena, ci viene l’idea di percorrere la strada che porta alla valle dell’Isonzo.
Il paesaggio è molto bello, la strada impegnativa; fino a Trenta si percorrono ben 50 tornanti fra montagne impervie coperte di foreste. In prossimità di Bovec (Plezzo) visitiamo i resti di un tratto della trincea delle truppe austro-ungariche della prima guerra mondiale quando la linea del fronte passava per questa valle.
Non possiamo fare a meno di rivolgere un pensiero a coloro che hanno perso la vita per la conquista di questi luoghi disabitati e selvaggi per riportare, come ci hanno insegnato a scuola fin dalle elementari, i confini dell’Italia a quelli naturali dello spartiacque.
A Caporetto (Kobarid), giriamo verso l’Italia e, dal momento che si è fatta una certa ora, ci fermiamo a pernottare a Pulfero nel campeggio-agriturismo in riva al fiume (10 euro). Il posto è tranquillissimo e ben curato, strano che ci siamo solo noi considerando che siamo nel fine settimana, un posto così meriterebbe di essere più conosciuto e frequentato.
Domenica
Si torna a casa. Imbocchiamo l’autostrada nei pressi di Udine in direzione della A4. Ad un certo punto, dopo la variante di Mestre, ci viene l’idea di fare una piccola digressione fermandoci a Padova a visitare la Chiesa di Sant’Antonio. Favoriti dallo scarso traffico domenicale, seguendo le indicazioni dei cartelli arriviamo facilmente a Prato della Valle vicino al quale cartelli ci indicano la presenza di un parcheggio per camper. A parte la difficoltà di riuscire ad entrarvi se si arriva dalla direzione sbagliata, a parte il tratto di via da percorrere legalmente contro mano con guida “all’inglese”, la tariffa per i camper è unica di 10 euro sia che ci si fermi dieci minuti o che si sosti 24 ore. Pazienza, d’altronde non avevamo trovato possibilità di sosta libera fuori dal parcheggio. Visitiamo la basilica del Santo fra pellegrini giunti da ogni parte del mondo e nel pomeriggio facciamo ritorno a casa dopo aver percorso complessivamente 2530 kilometri.