A riempire di colori e profumi la città di Ivrea ogni anno da domenica a Martedì Grasso è lo Storico Carnevale, noto ai più per la spettacolare Battaglia delle Arance: un momento di grande coinvolgimento e forte emozione, rievocazione della ribellione popolare (gli aranceri a piedi) alla tirannia (gli aranceri sui carri). Lo spirito dello Storico Carnevale vive infatti nella rievocazione di un episodio di liberazione dalla tirannide: un barone (storicamente riconosciuto nel Marchese di Monferrato) che affamava la Città venne scacciato grazie alla ribellione di Violetta, la figlia di un mugnaio che non volle sottostare allo ius primae noctis e che, uccidendolo, accese la rivolta popolare.
La celeberrima Battaglia delle Arance rievoca proprio questa rivolta: il popolo è rappresentato da squadre di aranceri a piedi che combattono – sprovvisti di qualsiasi protezione – contro i soldati del tiranno posti su carri trainati da cavalli che indossano protezioni e maschere che ricordano le antiche armature. Tirare le arance ha dunque una valenza simbolica ma è pura goliardia: una stretta di mano, dopo un “testa a testa”, sancisce la pace. Una speciale commissione osserva, nei tre giorni di suo svolgimento, l’andamento della battaglia e assegna un premio alle squadre – sia a piedi sia ai carri da getto – che, per ardore, tecnica e lealtà, si sono maggiormente distinte. La Battaglia è un concentrato di ardore e lealtà. Non è raro vedere avversari in battaglia darsi la mano in segno di rispetto, riconoscendo l’abilità e il coraggio altrui.
Le 9 squadre occupano ognuna una zona fissa mentre i carri da getto, divisi in pariglie (2 cavalli) e tiri a quattro (4 cavalli), si alternano all’interno delle piazze per pochi minuti. Non solo l’ardore in battaglia e la correttezza nel tiro, ma anche la qualità degli allestimenti e i finimenti dei cavalli sono elementi che concorrono a definire le classifiche finali. Tra i protagonisti vi sono infatti anche i cavalli, da sempre oggetto di grande cura e rispetto in città: proprio a Ivrea, a luglio, ha luogo la Fiera di San Savino, la seconda rassegna equestre italiana.
Non solo Battaglia delle Arance. Il Carnevale eporediese si caratterizza per un complesso cerimoniale che attinge a diverse epoche storiche e che trova massima espressione nel Corteo Storico. Vera protagonista è la Vezzosa Mugnaia, simbolo di libertà ed eroina della festa sin dalla sua prima apparizione nel 1858. Ad accompagnarla il Generale di origine napoleonica che guida il brillante Stato Maggiore e, a seguire, il Sostituto Gran Cancelliere, cerimoniere e rigido custode della tradizione, i giovanissimi Abbà, due per ognuno dei cinque rioni e il Podestà rappresentante del potere cittadino.
In segno di partecipazione alla festa, tutti i cittadini e i visitatori a partire dal Giovedì Grasso, su ordinanza del Generale, scendono in strada indossando il Berretto Frigio, un cappello rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi l’aspirazione alla libertà, come fu per i protagonisti della Rivoluzione Francese.
Le fagiolate rionali, la Prise du Drapeau, le Alzate degli Abbà, le zappate degli Scarli e la distribuzione di polenta e merluzzo sono solo alcuni degli appuntamenti disseminati dal 6 gennaio fino alla chiusura del Carnevale: momenti di unione e condivisione non solo per i protagonisti della manifestazione ma anche per tutti gli eporediesi e i turisti che vogliano avvicinarsi al Carnevale di Ivrea con tutti i suoi riti e le sue tradizioni.
I giorni clou di questa edizione saranno la serata di sabato 22 febbraio con la presentazione della Vezzosa Mugnaia dal balcone del Municipio in Piazza di Città alle ore 21 e i tre giorni successivi, domenica 23, lunedì 24 e martedì 25 febbraio: giorni in cui il Corteo Storico e la Battaglia delle Arance animeranno e coinvolgeranno tutta la città di Ivrea in una manifestazione ricca di storia, tradizione, spettacolo, emozioni e grandi ideali.
Inoltre, dal 21 al 23 febbraio il Camper Club Tanta Strada in Camper organizza un raduno, di cui vi inviato a leggere il programma nel dettaglio cliccando QUA.
Per il calendario completo degli eventi della manifestazione cliccate qua: https://www.storicocarnevaleivrea.it/
Le tradizioni gastronomiche del Carnevale di Ivrea
Il cibo come scambio culturale: vale anche al Carnevale di Ivrea dove, in più momenti, il cibo è occasione di socialità, un modo di far vivere antiche tradizioni e rafforzare i legami fra quanti vivono in uno stesso luogo: la distribuzione del cibo da consumare insieme, in modo festoso e collettivo, diventa così un rito. E rituali lo sono certamente – e forse ancor di più – tutte le lunghe fasi di preparazione e cottura. “Tutto viene svolto in un clima di vera amicizia… Anche durante i turni di cottura le ore passano veloci in allegria, fra scherzi, canti e barzellette”. Il filo conduttore di ogni appuntamento sono l’entusiasmo e un’insopprimibile volontà di esserci e partecipare.
Prima e durante il clou della manifestazione (quest’anno sabato 22 febbraio – martedì 25 febbraio) in città si svolgono le tradizionali “fagiolate” che servono i cosiddetti faseuj grass: 11 fagiolate di cui 10 rionali e 1 benefica. Le fagiolate hanno una connotazione storica fortissima e un legame con gli appuntamenti del Carnevale molto stretto.
La Fagiolata Benefica del Castellazzo è l’unica fagiolata benefica proprio perché oltre alla distribuzione dei fagioli offre in beneficenza un pranzo completo ai bisognosi della città.
La tradizione delle fagiolate risale al Medioevo, quando razioni di fagioli – bene prezioso nell’alimentazione dei popolani – erano distribuite dalle Confraternite eporediesi ai poveri ridotti alla fame dalle infinite tasse. Si narra che in questo periodo due volte all’anno anche il feudatario donasse una pignatta di fagioli alle famiglie meno abbienti e queste, per disprezzo, gettassero i fagioli per le strade preferendo il digiuno all’accettazione di questa elemosina. Così i fagioli, in ricordo dell’antico tiranno, sono entrati nelle vicende dello Storico Carnevale di Ivrea. La fagiolata del Castellazzo è la più antica ed è l’unica a essere inserita nel Cerimoniale dello Storico Carnevale e, nonostante il passare degli anni, conserva tuttora l’aspetto “benefico”: oltre alla distribuzione dei fagioli offre in beneficenza un pranzo completo ai bisognosi della città, così come da tradizione facevano nel Medioevo le Confraternite del Santo Spirito. Quest’anno le razioni benefiche saranno più di 600.
Le origini della fagiolata del Castellazzo derivano dalle Confraternite del Santo Spirito del 1300 le quali avevano lo scopo di offrire un pasto completo per i meno abbienti in due particolari periodi dell’anno: la Pentecoste e il giorno del Santo Patrono della città. Da studi storici è risultato che proprio nel rione di San Maurizio ve ne fosse una molto attiva. Queste confraternite si sono poi trasformate, intorno alla fine del 1700, nelle Badie dei Giovani, ossia associazioni di giovani che inserirono questi pasti benefici nelle feste carnevalesche. Si arriva poi al 1878 con un documento attestante un “Disné d’Beneficenssa in Piazza Maretta” e quindi la fagiolata che tutt’oggi esiste.
Gli ingredienti per tutte le fagiolate sono uguali: fagioli Saluggia cotti con i preive e cotiche di maiale arrotolate con spezie ed aromi, ossia maiale e salamelle.