Silvia ci racconta il suo fantastico viaggio in Germania direzione Rostock (Mar Baltico), svolto con il suo camper ad Agosto partendo da Piombino. Mar Baltico mare del Nord
7 AGOSTO, sabato
Ore 13:00 partenza da Piombino direzione Rostock (Mar Baltico mare del Nord) nel Meclemburgo-Bassa Pomerania la regione a nord-est tedesca che confina con il Baltico a nord, lo Schelswig- Holstein a ovest e la regione di Berlino Brandeburgo a sud.Ore 19:30 siamo ad Ala di Trento, il traffico è regolare, abbiamo perso tempo sulla Firenze-Bologna per incidente prima e traffico intenso dopo.Stiamo viaggiando verso il Brennero, abbiamo appena fatto il pieno di gasolio e acquistato la vignetta autostradale per attraversare l’Austria.Ci fermeremo nella zona di Vipiteno. Usciamo dall’autostrada e andiamo a sostare in paese, ci piace di più che cenare e pernottare nelle aree autostradali. Marta e Marlen se la dormono da un po’ anche perché hanno perso la nozione del tempo: abbiamo pranzato alle 15:00 e quando siamo in vacanza non guardiamo l’orologio, ci orientiamo con la luce e ascoltiamo le esigenze fisiche quando si fanno sentire.Sennò che viaggiatori saremmo?…E loro si sono adeguate subito! Se stanotte stanno sveglie? Guarderanno la tv o giocheranno a carte!
8 AGOSTO, domenica
Ore 10:00 stamani abbiamo pisolato tutti e siamo partiti adesso. Stiamo percorrendo l’autostrada del Brennero. La giornata appare bella ma indecisa, i colli più alti sono ancora innevati. Abbiamo dormito con la coperta di pile ma avevamo freddo, le cucciole invece sotto il piumone d’oca stavano beate e nonostante la dormita di ieri le abbiamo svegliate noi. La gioventù!Ore 17:04 stiamo percorrendo la A9 e ci troviamo a circa 180 km a sud di Lipsia. Intorno all’ora di pranzo abbiamo rallentato la marcia perché, sulla circonvallazione di Monaco, si viaggiava a passo d’uomo.
All’altezza di Norimberga ha cominciato a piovere e sta ancora piovendo.Quello che ci offre la visuale dall’autostrada è un paesaggio malinconico di campi verdi bagnati, di villaggi dai tetti a punta dominati dai campanili delle chiese circondati da fitte foreste interrotte solo dalle giravolte curiose delle pale eoliche.Le bimbe dopo aver studiato (Marta) e aver letto (Marlen), stanno giocando a giorno di paga: comprano e vendono di tutto!Io ho iniziato a leggere “I pilastri della terra” e come aveva immaginato chi me lo ha prestato…mi ha rapito la mente. Ogni tanto mi incanto a guardare fuori e penso che stiamo attraversando un’intera nazione con lo scorrere dei chilometri e del tempo.Ore 20:00 ci siamo fermati a 80 km a sud di Berlino, è ora di riposarsi, la strada è tanta e domani è un altro giorno: ora doccia e relax per tutto l’equipaggio!
9 AGOSTO, lunedì
Ore 7:44 ripartiti adesso mentre le bimbe stanno ancora dormendo. Ho cambiato l’itinerario del viaggio. A nord di Berlino usciremo dall’autostrada ed entreremo nella regione della Bassa Pomerania.La attraversiamo a nord-est diretti a Neubrandeburg, facciamo sosta per servizi e poi raggiungiamo la costa a est a confine con la Polonia così da percorrere tutta la costa baltica e visitare i Bodden tedeschi (laghi salati).Le isole maggiori sono tutte collegate alla terra ferma da strade per cui si prevede di poter farne il giro facilmente.Ore 8:49 abbiamo appena lasciato l’autostrada. Siamo a nord di Berlino sulla E251 che attraversa la regione dei grandi laghi nel Parco Naturale di Muritz.Ore 15:55 siamo a 15 km circa dall’isola di Usedom, la prima meta del Baltico tedesco che ci siamo prefissati.
E’ l’isola a nord-est nel Parco Nazionale dell’Usedom. Abbiamo sostato per pranzo e operazioni di scarico a Neubrandeburg nell’area camper e fatto rifornimento di gasolio.Il tempo è buono, c’è il sole ma ci sono anche le nuvole. Siamo ansiosi di scoprire in quale modo si accede all’isola dalla terra ferma. I villaggi lungo la strada sembrano disabitati. Molte case sono diroccate e si notano ancora le tipiche abitazioni della Germania dell’est.Ed eccoci arrivati all’insenatura: è una strada con ponte levatoio!Ore 17:40 siamo arrivati al confine con la Polonia. Abbiamo parcheggiato il camper e siamo andati subito a passeggio fino a Swinoujscie: la prima cittadina oltre il confine tedesco. I telefoni non ci funzionano da quando abbiamo superato Berlino.Ci continuano ad arrivare messaggi dagli amici e da casa da chi si preoccupa per noi per le alluvioni ma noi abbiamo incontrato solo qualche pioggia e non sappiamo nulla di disastri atmosferici da queste parti, forse è meglio così.Siamo rientrati alle 19:00, cena, doccia e filmetto carino che ci ha dato Stef visto nel lettore cd e poi tutti a nanna.
10 AGOSTO, martedì
Ore 8:30 partenza giro in città in Polonia con il camper per dare un occhiatina in qua e in là per poi rientrare in Germania lungo la costa di Usedom. Dopo la sosta intorno all’ora di pranzo per fare la spesa, si riparte in direzione di Rugen, la più grande delle isole tedesche.Pranziamo a Putbus, antica località termale a sud-est dell’isola dove, nei primi dell’ottocento, furono costruite le ville bianche nel centro cittadino da un signorotto locale, il principe W. Matte. Il teatro e i giardini furono fatti con l’intenzione di attrarre il turismo e la clientela.Il centro cittadino è disposto a cerchio intorno ai giardini. Tutto il paese è di un bianco candido, ci sono ville antiche meravigliose che non perdiamo di fotografare.Alcune di esse sono ancora oggi proprietà di illustri cittadini, altre sono locande o alberghi per i turisti. Facciamo un giro a piedi in centro e poi proseguiamo per la punta a sud-est dell’isola: Gohren.
Gohren è una località marinara molto carina ma piccola e con il camper abbiamo difficoltà a girarla e sembra non esserci posto per poterlo parcheggiare, decidiamo così di andare subito a vedere il mostro di cemento di Prora (reliquia nazista nata per ospitare le famiglie degli operai in vacanza al mare, mai demolita ora divenuta museo).E’ veramente inguardabile. Un palazzo grigio di sei piani simile ad un lager, oramai diroccato e cosa più inverosimile, lungo 4 km che segue la linea della spiaggia da Prora in poi. Varrebbe la pena buttarcela ora una bomba e farlo sparire e ridare al paesaggio il suo aspetto naturale.Considerando quanto è stata distrutta tutta la Germania durante i bombardamenti nella seconda Guerra Mondiale, peccato non abbiano centrato anche questo obrobrio che i tedeschi hanno trasformato in parte in museo ma che ricorda l’idiozia del nazismo.
Ritorniamo indietro verso Selling dove c’è l’area di sosta camper. Anche se è lontana da Gohren, domattina andremo a visitarla con il treno a vapore che fa il giro dell’isola ed ha la stazione proprio a due passi dal parcheggio e le eredi di questo son felicissime, da quando lo hanno visto sono rimaste affascinate.Ci eravamo fermati lungo la strada alla stazione di rifornimento del carbone solo per ammirarlo e saper di poterci salire domani le entusiasma.Ore 20:00 è ora di fare cena all’equipaggio esploratore.
11 AGOSTO, mercoledì
Ore 10:00 andiamo alla stazione di Selling e prendiamo il treno a vapore che passa dal villaggio di Baabe e scendiamo a Gohren. Visitiamo il paese e inizia a piovere, è quasi mezzodì riprendiamo il trenino per Selling non c’è altro da vedere.Non abbiamo fame e anche se sono le 12:40 partiamo in direzione di Sassnitz a nord dell’isola nel Parco di Jasmund per andare a vedere i faggi sopra le scogliere.L’equipaggio è nervoso oggi, nessuno riesce a trovare quello che cerca (pile e caricabatterie dei telefoni delle digitali, del lettore e del pc che si possono caricare durante i trasferimenti), sarà per colpa della distrazione o dell’essere disordinati?Chissà perché io, se nessuno ci mette mano, la mia roba so esattamente dov’è e la trovo subito quando mi serve!
Anche se siamo in 7m abbondanti di spazio ben organizzato riescono a perdere tempo solo a cercare! Mah!!Dopo una spiacevole alzata di voce regna un silenzio tombale adesso che stiamo viaggiando mentre un paesaggio bagnato che sembra tipicamente autunnale ci scorre indietro. Il sottobosco è un tappeto di felci di colore verde lucido.Ieri tenendo gli occhi fissi nella foresta, mentre viaggiavamo, sono riuscita a scorgere due cuccioli di cerbiatto, teneri e bellissimi sono stati una visione. Ora sto ancora guardando il sottobosco, chissà oggi la natura cosa regalerà al mio sguardo. Siamo a quasi 2000 km da casa e vorrei non pensare di doverci tornare a breve.Visiterei questa nazione in lungo e largo finché non sono piena di lei. Mi piacciono talmente tante cose di quelle che osservo mentre viaggio, dei modi di fare di questo popolo, di vivere situazioni diversamente da come siamo abituati a far noi.Rimango rapita dalla miriade di bambini che hanno le coppie tedesche, da come li rendono autonomi fin da piccoli, da quanto sono curiosi e vivaci e splendidamente semplici e autodidatti nel gioco e quanto contribuiscono ad aiutarsi fra fratelli maggiori e minori senza che glielo si debba chiedere.Mi colpiscono mamme sole con tre pargoli al seguito piccoli d’età che si muovono con estrema facilità mi fanno pensare alle mamme italiane che con un figlio se non c’è la nonna ad aiutare non si soffiano nemmeno il naso…mamma mia quante ce n’è!Mi consola di non far parte dello schema e di essermi arrangiata tanto da sola sempre, cercando di non chiedere quello che ritenevo fosse giusto facessi solo io grazie a madre natura che mi ha fatto due bellissimi doni e mi rammarico di aver pensato qualche volta che sono privilegiate quelle che coi nonni hanno fatto minor fatica a far tutto…in fondo sono piena d’orgoglio per la mamma che sono.Ci sono intere famiglie anche con quattro figli tutti in bici per le piste ciclabili che collegano un villaggio all’altro, chi li porta dietro con il carretto coperto o chi ha la bici piccina legata dietro a quella del padre o la madre o in tandem, armati di k-way e zaini tutti quanti.
Le piste sono affollatissime…quanto sono lontani da noi! Ieri mentre facevamo shopping in un negozio in centro abbiamo comprato le scarpe a Marta e come è loro abitudine, ti infilano le scarpe in un sacchetto e si tengono la scatola, che la recuperino o la riciclino direttamente loro non so, ma so che sono avanti di un secolo per la raccolta dei rifiuti differenziata, per il risparmio energetico, per le infrastrutture, per il semplice decoro cittadino ed il senso civico che regna ovunque.Felice di imparare qualcosa e di farlo conoscere alle figlie nonostante lo sforzo di ogni giorno per inculcargli quello che qui è già status quo. Nei supermercati ci si arma di cestino o di borsa di paglia ed io da buona osservatrice l’ho fatto l’anno scorso; mi son munita di cestino impermeabile in Germania e lo uso con molta soddisfazione.
E’ buffo come tengono i giardini anche se minuscoli davanti casa, li decorano con ogni cosa, come le finestre nel lato anteriore delle case, sembrano voler esporre le loro cose ai viaggiatori di passaggio. Sono case e cose deliziose da osservare.Fanno piccole figure simpatiche con ogni cosa: ferro, vetro, vasi di plastica riciclati, polistirolo recuperato ecc.Stiamo attraversando Binz. Piove a dirotto ma i turisti camminano tranquilli senza curarsi di bagnarsi, senza ombrelli, senza k-way. Le case hanno i terrazzini ricoperti di strutture di legno intagliate a forme floreali, colorate di bianco, dai disegni diversi.Anche i ciclisti stanno viaggiando sulla pista ciclabile incuranti del freddo e dell’acqua, incredibile notare quanti sono e di tutte le età: nulla li scoraggia, né la fatica né la pioggia.
Arrivati nel centro del Parco di Jasmund parcheggiamo nell’area camper.Siamo nel bel mezzo del bosco di faggi per cui è ora di infilarsi le scarpe da trekking e avventurarci per arrivare a vedere dove la foresta finisce sulle scogliere bianche del Baltico.Camminiamo per almeno tre ore fra andata e ritorno. In mezzo al bosco c’è un bellissimo lago, ci colpiscono le ninfee fiorite e l’atmosfera surreale che crea un suonatore di flauto a bordo lago: è tutto un po’ magico qui! Più avanti troviamo un altro lago ma questo è diverso: è verde!E’ interamente coperto da minuscole indistinguibili foglie verdi che formano un tappeto sulla sua superficie e tutto quello che vi sprofonda dentro sembra esser morto, immobile, è splendido.Proseguiamo in silenzio per il sentiero fino all’ingresso del Parco per fare la passeggiata sulle scogliere. Paghiamo i biglietti, entriamo e di corsa a vedere le scogliere. Per prima guardiamo la Victoria poi entriamo nel museo del mare che è tutto strano quasi spaziale.
Tutto è da scoprire, scendendo sotto terra con un ascensore, accendendo luci o tastando bottoni, entrando in stanze buie, cercando con gli occhi i particolari, ascoltando i rumori della foresta in sottofondo, degli animali, salendo scale di legno che non si sa dove vanno a finire, guardando diapositive fra i muri dipinti con sfondo marino, insomma pare di fare le cavie più che i visitatori di museo ed è divertente.Sono strani questi tedeschi ma ci piacciono.Terminata la visita riprendiamo la via del bosco ammirando i faggi secolari. Hanno rami che formano disegni e radici che sembrano tentacoli di piovre che escono dal sottosuolo ricoperti di muschio peloso.Al rientro in camper docce e relax per tutti, le cucciole sono stanche: è duro il passaggio dalle ciabatte agli scarponi.
12 AGOSTO, giovedì
Ore 8:39 si parte alle volte della punta estrema a nord dell’isola di Rugen: Kap Arkona. Qui vogliamo visitare il faro e i resti di una fortezza slava ed il villaggio dei marinai di Witt che ha ancora le vecchie case coi tetti di paglia.Abbiamo camminato per quasi 4 ore, visitato i fari di kap Arkona, seguito i sentieri lungo la scogliera, scesi in spiaggia ad ammirare i sassi bianconeri, risalito la scogliera e raggiunto il villaggio di Witt nascosto nella foresta e accoccolato a ridosso del mare.Le strade ancora oggi sono sterrate e acciottolate, c’è un piccolo porticciolo dove i pescatori vendono pesce e fanno assaggiare specialità del luogo tipo fast food ma di solo pesce. Risaliamo a piedi e torniamo verso Putgarden punto di partenza dell’escursione, guardiamo il mercatino dell’antiquariato che ci piace tanto e poi pranziamo in camper.Ore 14:45 si parte in direzione di Bergen capitale dell’isola di Rugen. La nostra guida non descrive il posto ma siccome dobbiamo attraversarla comunque per uscire dall’isola, la guardiamo. Il cielo è coperto ma fa caldo e non piove ed è adatto alle escursioni, non c’è sole che scalda troppo durante il cammino né la pioggia a dar fastidio.Siamo arrivati a Stralsund, prima cittadina anseatica importante non solo per la posizione strategica per il commercio marittimo con la Svezia e la Polonia da una parte e la Spagna e l’Inghilterra dall’altra.Ci sono ancora molti edifici medievali ben conservati che non sono strati distrutti dalle guerre. Sono fra quelli meglio conservati di tutta la Germania per cui la abbiamo inserita nel nuovo itinerario di viaggio.Ci fermiamo a fare rifornimenti di viveri e cerchiamo il punto sosta camper per cenare e pernottare.
13 AGOSTO, venerdì
Ore 9:00 tutti pronti per l’escursione in città a Stralsund. Ci attrezziamo con ombrelli e giacche a vento perché il tempo qui è bizzarro fa freddo e caldo insieme, piove e fa sole più volte al giorno.Partiamo a piedi, controlliamo gli orari degli autobus e la distanza e capiamo che non ci serve, il centro non è lontano e siamo dei bravi walkers: due km di distanza non sono nulla. Scopriamo così che Stralsund è una città bellissima, accogliente, pittoresca, con edifici colorati e ben conservati.Il Rathaus (municipio) è attaccato al Duomo e la piazza dove si affaccia è veramente splendida. Camminiamo per le vie del centro cittadino che verso le 10:00 cominciano ad affollarsi.
Cerchiammo la via del vecchio mercato, quello nuovo non c’è per lavori in corso in piazza Duomo.Intanto scuriosiamo i negozi e facciamo anche shopping. Troviamo quello che cerchiamo: le scarpe strane. In Germania i paesi traboccano di negozi di scarpe e si trovano a buon mercato.Non riesco a ritrovare gli stivali che cerco e che mi son fatta scappare l’anno scorso ma trovo un paio di ballerine nere con soprascarpa con le borchie (come al solito più son strane più mi piacciono, io ho una moda tutta mia nella testa, se le cose non mi appartengono o mi assomigliano di carattere non fanno per me…piccola peste nel DNA…o DNB come direbbe Clara).
Facciamo un giro sul molo dove il mare entra nell’insenatura e divide la città. Io e le bimbe ci sediamo su una panchina ad ammirare le case mentre Gianni prosegue sul molo per fotografare il veliero ormeggiato e mi viene spontaneo dire: “è bellissimo!”Due ragazzi sulla quarantina passano e mi guardano e si siedono nella panchina accanto, uno sorride come se avesse capito ma sono sicura che non è italiano. Mi fa un cenno con la testa come se condividesse ciò che ho detto.Ha un viso gentile, amichevole, colto ed educato mi dice:”italiani di dove?” E da qui inizia una conversazione gradevole con un tedesco che parla inglese (il suo compagno) e con lui canadese di nascita, figlio di spagnoli, residente a Monaco di Baviera e anche a Nizza e che parla tedesco, inglese, spagnolo, francese e molto bene anche l’italiano: avevo colto nello sguardo che era un tipo erudito.
Tutto quello che ci dicevamo lo traduceva in inglese all’amico, probabilmente più semplice che tradurlo in tedesco. L’amico, un tipo timido ma sorridente che si esprimeva con gesti e ascoltava incuriosito.Scopro che sono itineranti come noi ma in tenda e che data la tremenda pioggia della notte precedente, sono dovuti scappare in hotel. In pochi minuti parliamo di tutto un po’. E’ una sensazione indescrivibile fare amicizia con gli stranieri, la sento sempre come un privilegio quando accade, è una fonte di ricchezza per me.Mi spiega tante cose sulle abitudini dei tedeschi e quando rispondo li vedo e li sento ridere di cuore e mi fa piacere.
Lo sento dire all’amico in inglese che siamo fra i pochi italiani che arrivano in questi luoghi sperduti e mi dice che siamo simpatici.E’ un uomo in gamba colui che parla e anche se ha un aspetto di classe sono sicura che sia un uomo semplice e perspicace, mi piace a pelle e anche Gianni che ha partecipato a parte della conversazione ha avuto la stessa impressione e con rammarico ci salutiamo tutti quanti e ci auguriamo buone vacanze.Ho trovato un’altra spugna come me e sorrido ripensando adesso alla sua espressione quando gli ho detto: “ Tu sei un cittadino del mondo!”Proseguiamo il giro in città e dato che camminiamo da almeno 4 ore rientriamo alla base.
Pranziamo, facciamo le operazioni di scarico e carico e ripartiamo diretti a Rostock passando da Barth.Vogliamo vedere i bodden tedeschi e le dune di sabbia nella penisola di Fishland-Darss-Zingst a nord-ovest di Rostock. Il cielo è leggermente velato ma il clima è come da noi a primavera. Il vento è freddo e con il sole non da fastidio.Sono le 14:26 abbiamo appena superato Barth e andiamo a nord-est della penisola. Stiamo seguendo il lungo mare e anche qui la pista ciclabile che fiancheggia la statale è affollatissima. Dalla strada non si vede il mare è nascosto dagli alberi.A sinistra ci sono i bodden. Queste zone sono oasi per gli acquatici e per gli uccelli migratori.
Nei prati ci sono le torrette tipiche di avvistamento degli animali. Io per il momento sono riuscita a scorgere solo mucche nere e cavalli al pascolo.Andiamo verso Wustrow, il lembo di terra che attacca la penisola al continente. Siamo arrivati davanti a Warnemunde (quartiere antico di Rostock che si trova qualche km a nord della città stessa). Qui attraccano le navi da crociera che arrivano da ogni parte e i pescherecci, compresi quelli storici che sono divenuti bancarelle di pesce fritto di ogni genere, molto colorati e illuminati.Lo guardiamo dal lato opposto del canale a est. Da qui per raggiungerlo o si traghetta o si fa il giro da Rostock. Non costa molto traghettare, solo otto euro, ma per vedere di più decidiamo di fare il giro e renderci conto quanto è lontana l’area camper dalla città.Arriviamo a Rostock e notiamo che il posto camper è sul molo e non lontano dal centro per cui è perfetto.
Proseguiamo per Warnemunde, vogliamo vedere prima il vecchio quartiere, ci ispira troppo. Appena arriviamo ci rendiamo conto di quanto è bella, raccolta, vecchia, colorata, animata e da vedere. I turisti scendono dalle navi da crociera enormi.Arrivano dall’Italia, dalla Danimarca, dalla Svezia. E’ una cartolina animata questo villaggio. Sui moli sono attraccate barche a vela colorate, rigorosamente di legno, di fronte a case altrettanto colorate e ben tenute, addobbate di ornamenti marinari.I colori pastello dominano, hanno minuscoli giardini fioriti, molte case sono le vecchie case dei pescatori (fisherhaus) e hanno l’anno scolpito sulle porte o sui muri, ora sono locande o locali. Scegliamo le vie meno affollate da percorrere per ammirarle nella loro totalità e originalità.Mi piace da morire questo villaggio, nonostante le vie affollatissime.
Passiamo lungo il vialetto che costeggia il molo e assaggiamo i calamari fritti comprati in una delle barche-bancarella: sono squisiti!E’ il secondo peccato di gola perché appena iniziata la passeggiata sul molo del porto ci siamo concessi dei gelati per la modica cifra di quattro euro e venti in tutto.Per un solo gelato, anche in un posto non turistico, da noi quasi ci spellano, è il colmo! O siamo noi poco furbi a comprarli o siamo troppo furbi a venderli!
Tra l’altro c’è da dire che in Germania lo fanno molto buono ed è piena di gelaterie artigianali.E così fra un gelato e un calamaro fritto passeggiamo ed ammiriamo il luogo. La musica esce dai locali ed è un piacere esserci.Non so che darei per vederlo in un giorno qualunque d’inverno, con il ghiaccio che scende dai tetti e forma stalattiti, le strade e i tetti innevati, dove il bianco è su ogni cosa ed il blu del cielo e del mare è spezzato solo dai colori delle facciate in graticcio delle casette minuscole.Adesso sono seduta nella cabina del camper parcheggiato davanti al molo e mi scorrono davanti le imbarcazioni piene di turisti. Ci sono tutte le lucine accese legate ai fili appesi anche se non è ancora del tutto buio.
Gianni e Marta sono andati a vedere la partenza della Costa Atlantica e la Aida blu che partono fra poco, si sentono le sirene che avvertono, Marlen è qui con me.Sono le 20:30 fa freddo, la felpa è troppo poco e ci vorrebbe anche la giacca a vento sopra ma i tedeschi non sono imbacuccati come farei io se potessi.Ora preparo la cena all’equipaggio poi mi vesto quanto si deve e vado a sedermi sul molo a godermi lo spettacolo al buio e al silenzio dello scendere della notte.
Rostock era la nostra prima meta prefissata ma sono felice di aver cambiato il percorso ed aver aggiunto il resto della costa a est, mi sono messa in tasca un’altra bella fetta di mondo anche per oggi.Sono le 21:00 e le navi da crociera stanno lasciando il molo d’attracco, sono piene di lucine e di gente sui ponti, tutte in fila le persone sembrano formichine e salutano quelli che li guardano dal molo.Le navi sono affiancate dai barconi pieni di turisti che le accompagnano fuori dal canale, suonano le sirene delle navi e quelle dei barconi, tutte le braccia sono alzate e si sentono i fischi da una parte all’altra dei natanti.E’ uno spettacolo suggestivo fa un effetto strano, a me quasi malinconico. Marlen, seduta a fianco a me, mi dice che prima o poi su quelle navi ci vuole andare anche lei.
Nel frattempo io penso che siamo a 2250 km da casa che andrei anche più lontano e ci tornerei solo ogni tanto per abbracciare chi amo.Penso che potrei viverci in un posto così, perché bene o male il mare c’è, la spiaggia anche, e se il sole non scalda abbastanza va bene lo stesso perché non si suda. Come opzione all’Alaska si può fare!Il viaggiatore porta con sé qualcosa di ogni posto che visita e in ogni posto lascia dietro di sé solo una scia che prima o poi si dissolve e svanisce. E io che sono una girovaga per natura e non mi leverei mai lo zaino dalle spalle ne so qualcosa.Mi viene in mente quando mi sono trasferita in Toscana. Dopo un anno sono tornata nel paese dove ho vissuto per i miei primi dieci anni di vita nella periferia milanese e sono andata di corsa a cercare i miei ex compagni di scuola, ricordavo indirizzi, cognomi e nomi ma fui sorpresa.Ero solo io a ricordarmi così bene di loro.
E fu la mia prima lezione di vita su quello che si lascia quando si va via…prima o poi svanisce ma quello che ci si porta dietro è eterno! Ed ho capito quanto assorbo e quanto non so chiudere mai bene le porte del mio passato, sia perché sono troppo sensibile per farlo sia perché vivo sempre con la sensazione che tutto nella vita prima o poi ritorna e per tante cose è già tornato.Dopo quasi 30 anni è ancora così, ti allontani e ti porti dentro chi adori e chi ti manca ma non è detto che sia reciproco: c’est la vie!Sono le 22:30 abbiamo cenato e deciso di uscire al buio, ci imbacucchiamo bene e andiamo in centro. Al buio il villaggio è splendido, non ci sono i colori a dominare ma le luci e i locali gremiti di persone.
Il molo è più tranquillo e anche il villaggio le vie sono quasi vuote ed è bello passeggiarci in silenzio.Ci sono dei ragazzi sul molo che suonano e cantano in tedesco. Non li capiamo ma ci fa sorridere veder ridere di cuore chi li guarda è molto probabile che stiano facendo cabaret e il buon umore è contagioso come la musica che mi fa muovere ogni cellula, io non riesco a stare immobile ad ascoltare è più forte di me…la musica è parte di me.Un po’ li invidio, hanno come strumento di comunicazione la voce e le mani e possono regalare sorrisi a chiunque, hanno un dono, quello di poter dare senza aspettarsi nulla in cambio più di un sorriso solo per il piacere di farlo.Non mi ha stupito che alla fine chi ascoltava si sia avvicinato e abbia reso omaggio alla loro bravura, è cosa giusta e doverosa e anche noi abbiamo contribuito. Il giro è finito ed è quasi mezzanotte si rientra alla base.
14 AGOSTO, sabato
Ore 7:00 sono sveglia dalle 6 forse anche prima. I gabbiani hanno rotto il silenzio della notte stamani e mi hanno dato il buongiorno. Sento schizzettare: piove! Mi alzo e mi vesto, non ho più sonno, approfitto per sedermi in cabina guardare il molo e aggiornare il diario di viaggio.Appena l’equipaggio si sveglia vorrei poter raggiungere il molo dei pescatori se ci graziasse il tempo e comprare qualcosa di buono e fresco oppure al mercato che ogni giorno è nella piazza principale del paese. Ma piove e ripiove, sembra non voler smettere oggi.Di solito il tempo è birichino ma oggi è veramente di cattivo umore.
Ho scoperto ieri che è alta stagione e di questi tempi non piove così tanto come quest’anno. Ho fame adesso, il mio stomaco si lamenta e vado a preparare la colazione, tutti dormono ancora, sono stanchi, ieri fra mattina pomeriggio e sera abbiamo camminato per 8 ore.Non ci facciamo scoraggiare dal tempo e anche stamattina siamo andati a camminare in giro per Rostock con ombrelli e K-WAY per almeno tre ore.Ore 14.20 abbiamo pranzato e siamo ripartiti per un’altra città anseatica: Wismar. E’ la seconda città marittima della Lega Anseatica.Come Stralsund anche Wismar conserva ancora molti edifici medievali ben conservati e il suo porto le conferisce un’aria antica che ci piace respirare.Piove ancora, non ha mai smesso ma poco importa continuiamo il nostro tour on the road sulla costa baltica aumentando la velocità rispetto alla tabella di marcia. E’ arrivato il momento di incontrare antiche civiltà immergendoci dentro le città anseatiche: dal mare e dai prati verdi ai mattoni rossi dei vecchi palazzi signorili.
Arriviamo a Wismar, passiamo dal centro in camper dato che non ci sono divieti. La giornata è sempre più piovosa e nonostante sia sabato non c’è molto traffico e ci permettiamo un giro tranquillo per esplorarne la grandezza.Il posto camper non ci piace e dopo un giro veloce decidiamo di proseguire per Lubecca, Wismar non ci ha conquistato molto. Abbiamo maturato l’idea che dopo Lubecca potremmo finire il giro di tutta la costa fino a raggiungere la Danimarca, riscendere la penisola a ovest dal mare del Nord e vedere le maree fino ad arrivare alla tanto sospirata Amburgo.Da Amburgo poi decideremo come e da dove rientrare verso sud.
Ci è arrivato un messaggio da Alessandra che dice che sta piovendo a dirotto anche a Piombino e ci augura un buon Ferragosto…mi fa ridere pensare che noi qui abbiamo felpe, jeans lunghi e giacche a vento e a Piombino tutti in costume o quasi.Domani non so se pioverà, al limite si farà come fanno i tedeschi che vanno senza ombrello e se ne fregano ma potremmo anche rimediarci una bronchite perché noi non siamo temperati come loro. Vabbè paese che vai…usanze che trovi!Ore 18:30 siamo arrivati a Lubecca. E’ uno spettacolo, è bellissima che non si descrive, meravigliosa, unica. Troviamo subito punto sosta vicino al centro, meglio di così…
E’ tardi per andarci ora e preferiamo fare una doccia e cenare, andremo dopo cena a farci un giretto.Si sente la musica che proviene dai locali sul molo, dai barconi uso ristori e dai concerti in giro. Stasera visto che è sabato la movida si fa già sentire e domani è Ferragosto quindi…si festeggia!!! La gente è euforica e in giro comincia ad esserci un bel movimento.Lungo il canale c’è un ingorgo di gente fra delle bancarelle di birrerie volanti e di degustazioni varie, sembra essere un piccolo festival della birra.
Attraversiamo il canale dal ponte e andiamo a vedere il centro storico anche se è già buio.Rimaniamo folgorati dalla bellezza della piazza del Rathaus e dalla chiesa a due torri che vi è attaccata, dalla casa bianca e dal palazzo con il porticato che segue il corso. Passeggiamo per la vecchia Breitestrasse e ammiriamo i vecchi edifici e le strade limitrofe, felici che non piova.Torniamo sul canale e seguiamo il molo dove sono attraccati i vecchi velieri ancora attivi e finiamo con il tornare al camper e andare a riposare.
15 AGOSTO, domenica
Ore 8:00 partiamo per la visita alla città subito approfittando del fatto che non piove. Il sole sembra non volerci accudire neanche oggi ma andiamo fiduciosi. Non riusciamo a visitare l’interno delle chiese che sono chiuse e aprono molto tardi.E’ bello però che per strada non ci sia nessuno o quasi e la città è tutta per noi. Fotografiamo e ammiriamo il tutto nella sua integrità.
Giriamo a piedi per almeno due ore e velocissimi, c’è un brutto temporale in arrivo e siamo felici di esserci venuti anche ieri sera.Finito il giro si va al camper e si riparte per Putgarden che si trova sull’isola di Fehmarn.
A Putgarden la strada finisce sui traghetti per la Danimarca.Facciamo un giro in paese e in lungo e largo sull’isolotto con il camper. Ritorniamo in continente e ci fermiamo in un bel villaggio marinaro di nome Heilingehafen, è colorato dove c’è anche una bella ed attrezzata area camper. Pranziamo e andiamo a visitare il villaggio.Ci sono i negozi di antiquariato ed il mercatino domenicale di cose usate è sparso per le vie del centro.
Ci fermiamo ad osservare un peschereccio che cattura la nostra attenzione perché lo riconosciamo: è lo stesso che abbiamo visto rientrare una sera a Warnemunde e il suo equipaggio ci aveva incuriosito ….padre e figlio di 11/12 anni.Attraccano al molo davanti al mercato coperto del pesce, sono le 15:00 e facendo un calcolo veloce dopo aver scaricato e venduto il pescato, padre e figlio ci metteranno circa 5 ore a rientrare a casa.
Mi viene d’istinto far notare alle bimbe che è domenica, è ferragosto e c’è un ragazzo come loro che aiuta il padre in un mestiere così duro con il clima di questi luoghi…..invece di stare coi suoi amici: è da stimare.Scaricano il pesce. E’ in cassette enormi di plastica colorata. Il ragazzino entra al mercato carica su un carrello una cassa di ghiaccio e la avvicina al peschereccio. Mentre il padre dispone le cassette per terra in fila a seconda della qualità del pesce, il ragazzo le copre di ghiaccio con la pala.Ammiriamo quantità e qualità, c’è di tutto: merluzzo, guglie, gallinelle, passere, salmoni….e tanti altri che non conosciamo. Facciamo le foto al bottino e li lasciamo lavorare.
Continuiamo a passeggiare per il centro, facciamo shopping anche nei negozi di antiquariato: mi sono concessa dei piatti di porcellana inglese bianco-verde a cui non ho resistito e un paio li ho portati per souvenir.Quanto mi piacciono le cose vecchie, semplici, calde, nostalgiche, sarò scema? Torniamo al porto turistico e andiamo a riposare in camper. Approfitto per cambiare la biancheria ai due lettoni e sbrigarmi per mettermi un po’ in panciolle, scrivere il diario e leggere il mio libro.
16 AGOSTO, lunedì
Ore 7:30 le bimbe dormono, decidiamo di partire per Kiel seguendo la costa in cerca dei Fiordi. Facciamo operazioni di scarico e carico e ci mettiamo in marcia per la regione dello SCHLESWIG-HOLSTEIN che confina con la Danimarca a nord, il Baltico a est e il Mare del Nord a ovest.E’ la regione di Amburgo. E’ una regione importante a livello economico per la sua posizione geografica.
Amburgo è la seconda città tedesca per importanza e grandezza dopo Berlino. Visitiamo Kiel, città dove entra il canale che dal Baltico giunge al canale di Amburgo.Seguiamo la strada lungo il canale di Kiel conosciuto in tutto il mondo per le regate dei velieri che vi si tengono ogni anno e poi proseguiamo lungo la costa verso Kappeln. Piove a dirotto tanto per cambiare ed è ora di far pranzo alla ciurma.Accanto al ponte levatoio che attraversa il fiume per entrare in città c’è un bel parcheggio adatto al camper e ne approfittiamo. Il fiume arriva nell’entro terra fino alla città di Schleswig che da il nome a questa regione.
Pranziamo e poi bardati di giacche a vento e ombrelli si parte in esplorazione del piccolo paese dallo stile caratteristico del nord.Ore 16:00 si riparte per Flensburg, l’ultima città tedesca, oltre c’è il confine danese. Appena partiti dobbiamo attraversare il canale e accade che, per far passare una barca a vela, alzano il ponte levatoio. Uno spettacolo insolito veder alzare una strada così tanto.Una volta sceso, quando ci concede un solido sottosuolo da calpestare, ci dirigiamo verso il confine fra Germania e Danimarca.
Chissà che entro stasera o domattina ci riesca di andare a fare una vasca anche in Danimarca come in Polonia così da riscendere poi dal mar del nord.Il cambio di itinerario ci ha concesso così di vedere tutto il baltico tedesco anziché solo le città anseatiche e ne siamo ben lieti.Arrivati a Flensburg ci conquista subito al primo approccio e pensiamo che sia valsa la pena far tanti chilometri per arrivarci. Facciamo un giro in camper dentro la città ed intorno al molo notiamo dei camper parcheggiati vicinissimi al centro.
Arriviamo anche all’area camper ma è lontana e per visitare il posto il parcheggio a pagamento ci sembra più adatto visto che è a due passi dal centro storico. Per dormire ci sposteremo in seguito nell’area di sosta. Girelliamo in centro per due ore e mezza a piedi.Rimaniamo colpiti da una via del centro. Ci sono delle funi attaccate da una casa all’altra di fronte con delle coppie di scarpe appese.
Questa cosa ci stranisce all’inizio e ci fa sorridere dopo, quando avvicinandoci sempre più al centro storico, le funi aumentano e le scarpe pure.Sono tutte quante appese dalle stringhe…allora ci piace immaginare che, come da noi van di moda i lucchetti attaccati ovunque, qui forse van di moda le scarpe appese e i turisti rimangono scalzi oppure quando qualcuno esce dai locali e l’ha presa piuttosto grossa fa a gara con gli amici per vedere se con un lancio riesce ad appenderle al filo.Ed anche qui si potrebbe dire:”Paese che vai…usanze che trovi”.Rientriamo in camper, usciamo dal parcheggio e andiamo a sostare nell’area camper, speriamo che il livello dell’acqua nel canale a ridosso non aumenti e che non piova come la notte passata altrimenti ci vorrà il gommone per venirne fuori.
17 AGOSTO martedì
Ore 8:54 si parte per l’escursione in Danimarca diretti a Sonderborg sulla costa baltica per sbirciare qualche fiordo. Flensburg a ripensarci c’è proprio piaciuta tanto. Passato il confine rimaniamo subito delusi dalla desolazione e dalla mancanza di colore.Tutto è asettico, quasi insignificante eppure è strano la colorata Germania è a due passi come fa a cambiare così tanto il paesaggio e lo stile abitativo? Appare freddo ed è molto lontano dall’aspetto vivace dei villaggi germanici.Giriamo per un po’ fino ai primi paesi sulla costa ma continua a non piacerci. Ci pensiamo un po’ su e decidiamo di ritornarcene in Germania e andare verso il Mare del Nord a vedere le maree.
Arriviamo verso l’ora di pranzo davanti all’isola di Westerland che è legata alla terraferma da un lembo di terra dove ci passa sopra solo la linea ferroviaria.I turisti vengono caricati con le auto sul treno e arrivano a vedere il faro di Westerland ed il guardiano del faro che vi abita (figura che qui esiste ancora). Noi decidiamo di proseguire più a sud sulla costa per vedere le maree andiamo a Dagebull davanti alle isole Frisone Settentrionali.Da qui si traghetta per le isole ma il bello è che le navi devono percorrere la distanza dentro un tracciato di mare delimitato da dei segnali per non rischiare l’insabbiamento. Anche all’attracco possiamo distinguere la secca a ridosso del punto d’attracco della nave.In questo momento c’è la bassa marea. E’ buffo vedere le orme delle persone che passeggiano al posto del mare che se n’è andato. Fa freddo e nonostante tutto i bambini seminudi starnazzano come papere nel fondo fangoso.Il paesaggio tutt’intorno è particolare: prati verdi che finiscono in mare pieni di pecore belle grasse e pelose dal musetto carino come i peluche dei bambini.
Un argine artificiale lungo tutta la spiaggia ed anch’esso ricoperto di prato verde, protegge i campi dal vento che in questi luoghi piega gli alberi che vengono usati al posto delle siepi intorno alle case per riparo.Una distesa infinita di campi coperti di pale eoliche che volteggiano sincronizzate. Turisti che sdraiati e spogliati, riposano sotto un cielo coperto di nuvole mentre noi siamo in felpa e pantaloni lunghi e abbiamo anche freddo. Che termostato hanno dentro l’organismo? Di sicuro più efficace del nostro.Abbiamo parcheggiato il camper in una piazzola specifica dove un cartello ci fa capire che si paga ma non c’è nessuno a riscuotere. Vediamo un casottino di legno e ci entriamo.
C’è un altro camperista tedesco che si avvicina e tenta di farci capire qualcosa ma non parla inglese e l’unica cosa che capisco è che devo firmare un registro e apportarci sopra targa del camper e basta e mi indica l’attacco della corrente elettrica.Gli faccio capire che non ci serve e usciamo per andare a scuriosare. Insomma il succo è che se permaniamo almeno 24 ore chi verrà a riscuotere controllando le targhe e le date chiederà i soldi solo a chi c’è ancora.
Come sono buffi…da noi inverosimile poter trovare questo tipo di accoglienza e di lungimiranza.Di questo paesaggio non dimenticherò gli spazi immensi, il verde bagnato dal mare una volta al giorno, gli acquatici ed il silenzio impressionante che da una pace immensa.Lo rimpiangerò quando tornerò nella giungla dove vivo.Ricorderò con nostalgia questo cielo infinito che si confonde con il mare e sembra un tutt’uno di una grandezza suggestiva.Ripartiamo verso sud diretti a Husum, antico porticciolo. Troviamo parcheggio accanto al centro.E’ un villaggio piccolo e caratteristico, colorato e accogliente e anche se il tempo non da tregua è affollato di turisti.
Riusciamo a far in tempo a passare per le vie del centro a piedi nonostante il temporale alle porte e a vedere le vie con le case più vecchie dei pescatori di un tempo che fu.Da qui Busum è vicina e decidiamo di andare a sostare in quella zona, ci avviciniamo ad Amburgo. Entro domani vogliamo raggiungere il canale di Amburgo e percorrerlo tutto fino alla città. Vogliamo vedere anche Brunsbuttel, posto in cui sfocia il canale di Kiel, importante deviazione fluviale per il commercio proveniente dal baltico che consente di evitare la circumnavigazione della Danimarca.
Oggi il canale è affollatissimo di imbarcazioni anche di notevole grandezza oltre che da milioni di velieri che vi passano ogni anno ed è noto anche per le regate di vela.Ore 17:28 Marta si è appena addormentata, Marlen gioca con il Nintendo, sta piovendo: ogni giorno se non ci bagna non è contento!I prati sono rasati e guarniti di giganti presse di fieno arrotolate sotto le pale eoliche, danzatrici del vento piazzate a file sparse e i greggi di pecore stanziali sono gli unici spettatori del luogo, oltre noi spettatori di passaggio.
18 AGOSTO mercoledì
Ore 08:29 dopo aver fatto servizi siamo partiti diretti a Brunsbuttel. Le cucciole dormono ancora nei loro lettoni a due piazze, uno per ognuna naturalmente. In questi ultimi giorni di vacanza sono stata sfrattata dal mio lettone.Per causa di forza maggiore ( la piccola Marlen voleva dormire con Gianni per guardare i film nel lettore portatile e Marta non voleva cedere la zona mansarda che si è conquistata e non molla); a mamma Silvia non rimaneva che andare nel lettone di soffitta anche lei con Marta.
Anche se il letto è a tre piazze da quanto è grosso ed ha un’enorme finestra sulle stelle che mi incanta di notte e mi sveglia di mattina, a me piace il mio e non sono ancora riuscita ad abituarmi. Mi ero appena conquistata un lettone a doc e mi han subito sfrattata.Marta invece né è stata molto felice, la sera mi tortura fra il telefono che le trilla in continuazione e che mi ispira battute che ci fan ridere e perder il sonno, il libro che non mi fa leggere perché mi interrompe di continuo finchè non la coccolo o la riempio di attenzioni. Grandi grandi…piccoli piccoli!!!!Tanto per cambiare anche oggi piove e meno male che, appena arrivati ieri sera, abbiamo subito visitato Busum. Ha piovuto a vento tutta la notte.
E’ diventato metodico il tempo: il giorno piove fino alle cinque di pomeriggio e smette fino a mezzanotte, quando ricomincia.In pratica smette di piovere quando arriva la marea: sempre acqua è!!!!Ieri sera, noi eravamo bardati di vestiti mentre la gente aspettava la marea per fare il bagno. Ho capito perché dalle nostre parti i tedeschi fanno il bagno ad ottobre, con il clima che abbiamo noi per loro è come se fosse il loro agosto. In questo nord tedesco le persone sono bianche cadaveriche, non hanno nemmeno il segno della manica corta sulle braccia e se ad agosto che è alta stagione son così, figuriamoci gli altri mesi dell’anno. Ma quando lo sentono il sole sulla pelle sti poveracci, anche se lo vedono?In un eventuale trasferimento a nord del mondo dovrò tener conto di svernare in qualche isoletta caliente per almeno tre mesi l’anno, altrimenti il sangue dentro il geco che vive in me potrebbe trasformarsi in stalattite.Questo lungo viaggio prosegue verso sud, il tempo scorre e c’è ancora molto da vedere lungo il cammino. I giorni di vacanza sono quasi al termine e non credo che riusciremo a vedere altre città.Dopo la tappa di Amburgo dovremo tagliare la nazione in trasversale verso Monaco e se avremo tempo stanziare almeno un altro giorno o due in Baviera.Rimandiamo al prossimo viaggio la zona di Colonia e Dusseldorf, abbiamo già fatto tanti chilometri per riempirci gli occhi di immagini nuove che abbiamo salvato in memoria centrale.Il ritorno alla solita vita di casa mi mette già angoscia ma sento nostalgia di Clara, delle risate spontanee, delle battute che vomitiamo senza pensare, degli sguardi che ci scambiamo, delle parole che non abbiamo bisogno di dire, del bene a pelle che ci lega da quando siamo piccole: più grande di quello di due amiche, più forte di quello di due sorelle, più intenso di quello fra madre e figlia.Sarà cominciato quel giorno in cui le ho fatto le prime trecce, non saprei ma io e lei abbiamo lo stesso DNA, anzi (come dice la mia piccola Marlen) DNB perché abbiamo entrambe il gruppo sanguigno B+. Appena torno a casa me la vado a strapazzar di coccole. Non è mai capitato che partissi io e anche lei negli stessi giorni.Io in capo al mondo, lei a sud del mondo….troppa distanza, troppa mancanza.Purtroppo con questa tabella di marcia non sono riuscita a montar in sella alla Bianchina. La mtb è stata degnamente sostituita dal footing ma mi manca pedalare devo ammetterlo, soprattutto comincia a mancarmi la corsa.Ho smesso a maggio e ho una mega voglia di ricominciare e non credo che aspetterò Settembre per farlo. La voglia è troppa e appena rientro a casa chiudo Agosto con le Mizuno ai piedi. C’è bisogno di rifarsi un po’ di fiato e riempirsi i polmoni. Energia nuova per un nuovo ed intero anno di lavoro, serve cavolo se serve.
Comunque io se non mi muovo non vivo a modo, sudare per me è essenziale come mangiare, dormire o far l’amore. Certo che qui per sudare ce ne vuole e credo che tornare a casa, al caldo, sarà piuttosto traumatico per il fisico.Ore 11:00 arriviamo ad Amburgo ma il navigatore, anche se ha impostata la via di dove dobbiamo andare a parcheggiare, ci porta fuori rotta di 17 km sempre all’interno della città ma nella zona sud ad Horburg.Percorriamo il tunnel sottomarino per ben due volte e grazie ad uno scorcio di mappa del centro storico digito una via che incrocia quella della destinazione e ci arriviamo in meno di venti minuti e considerando la grandezza impressionante di questa città, che è la seconda dopo Berlino, è cosa positiva.Mi ricorda molto Parigi, coi canali che si infilano ovunque, solo che è più semplice da girare, è una città pratica, veloce, organizzata.
Il Tom Tom fa il suo dovere e ci porta al parcheggio che è nella via del Fischmark.Ci piazziamo sono le 12:00 per cui prendiamo gli zainetti e partiamo senza pranzare, lo faremo girellando per il centro città, è di rito nelle metropoli mangiare le specialità o le schifezze di origine controllata.Visitiamo subito il molo dove sono attraccate le navi storiche. Andiamo all’ufficio turistico per acquistare la mappa della città. Ci rendiamo conto che l’Altstadt dista solo poco meno di due Km e decidiamo di andar a piedi da subito e scuriosare un po’ ovunque lungo i canali.Quanta gente! Si sentono persone che parlano ogni lingua.
E’ affollata ma è una folla ordinata, silenziosa, direi rispettosa. Visitiamo prima le chiese più importanti e non ci facciamo mancare la salita sulla torre del Michael alta 132 metri per ammirare Amburgo dall’alto.Camminiamo per la città per almeno 6 ore. Amburgo è una città che vive vivace dentro la città stessa: la metropolitana. Infiliamo nel sottosuolo e andiamo a conoscerla. E’ piena di fast food, negozi, ristori: è colorata, luminosa, rumorosa, vivacissima ed euforica.E’ piacevole entrare da una parte e sbucare dall’altra a passeggio nel bruco di cemento. Ha ricominciato a piovere ed è un ottimo escamotage per non bagnarsi e continuare l’escursione.
Le bimbe si divertono sono eccitatissime e non si sono ancora stancate abbastanza.Sono stranite dai passaggi pedonali in sopraelevata sui viali, per salire scale mobili, per poi scendere i gradini, sono di ferro coi pilastri di mattoni rossi che guarniscono una città dove il traffico deve scorrere e i pedoni non rischiar di farsi male.E’ la Germania ingegnosa ed efficiente quella che stiamo assaporando, intelligente e facile da visitare e apprezzare. Quel che ci appare come meraviglia è solo la loro normalità.Verso le 18:40 la stanchezza ed il mal di piedi si fanno sentire, cominciano i primi lamenti ma ci manca ancora un pezzo di puzzle prima di rientrare alla base: l’antica via a luci rosse dei marinai.
Oggi è la via della movida che riempie di musica, di divertimento e di lussuria chi non vuol dormire dalla sera alla mattina.Ricca di negozi tipici di varie nazionalità, di sexi shop, di night, discoteche, locali di ogni genere e soprattutto piena di gente. Non è lontana dalla via del rientro e la visita è d’obbligo. Le bimbe decidono di resistere ancora un po’ e ci andiamo.
Qui ci conquista subito il kebab e mangiando e camminando ci guardiamo intorno.Le bimbe se la ridono di cuore guardando le vetrine senza far troppe domande a parte Marlen che ogni tanto fa la critica domanda: “Ma questo a che serve?”La risposta arriva solo con una spontanea risata di tutti naturalmente.Ore 19:00 siamo a pezzi si rientra alla base. Doccia, cena e letto di brutto: oggi ce lo siamo meritato!
19 Agosto giovedì
Ore 6:30 ci si veste, si mette in moto: è ora di cominciare il viaggio di rientro in Italia. Riusciamo ad uscire dalla città in meno di mezz’ora ed imboccare l’autostrada verso Hannover. Non ci siamo inchiodati nelle code per fortuna.Oggi abbiamo deciso di fare almeno 500 km e arrivare a Rothemburg on der Tauber. C’è stranamente il sole, il cielo è sgombro di nubi ed il Terrestra per ora ha percorso 3375 km e per tornare a casa ce ne sono almeno altri 1500: un bel bottino direi!!!!Ore 15:26 siamo già in Baviera e stiamo per uscire dall’autostrada e prendere la famosissima Romantische Strasse, la più frequentata statale della Baviera.Vogliamo cercare un bel posticino dove dormire e fare rifornimenti alimentari di prodotti locali da portarci a casa, birra compresa si capisce.
Cavolo siamo vicini al confine…manca poco alla nostra Italia e alla solita vita…uffa! Mi piace tanto questa Germania, anche più della Francia che abbiamo girato in lungo e largo per anni.Mi viene da pensare che sono una persona molto strana: ho un cuore caldo, caliente, meridionale, passionale, un temperamento arabo e una curiosità gitana, il tutto infilato dentro una mente moderna tipicamente nordica.Penso che anche a questo giro ho immagazzinato qualche nuova espressione linguistica che va ad aggiungersi al mio dizionario autodidattico fra francese, inglese, spagnolo e tedesco.
Penso che, visto che ho ancora molto da vedere ed imparare, se spolverassi meglio l’inglese sarebbe più facile, provvederò.Il francese e lo spagnolo sono a buon punto per cavarsela in giro ma il mio inglese commerciale non serve a niente è insufficiente e il tedesco direi scarso anche perché se sviolino bene una frase in tedesco poi non capisco una mazza della risposta che mi vien data! Hahahahaha… che ghiozza!E visto che il mio sogno è quello di girare il mondo un po’ per volta, nazione per nazione, devo organizzarmi meglio, ho un sacco di posti che vorrei vedere prima di non riuscire più a camminare.
La Spagna, la Scozia, l’Irlanda, la Norvegia, l’Olanda, il Senegal, la Costa d’Avorio, il Texas, l’Argentina…vorrei ritornare a Cuba e farla vedere alle bimbe come l’abbiamo vista io e Gianni attraversandola da nord a sud con uno zainetto in spalla e una valigia in due.Quante belle immagini e quanta bella gente mi è rimasta nel cuore di quell’isola meticcia, vivace, semplice, spesso nostalgica e dignitosa.
La gente ospitale che ci ha invitato ad entrare a casa loro, i bambini che mi prendevano per mano per strada e volevano farmi ballare con loro, le scuole, la visita all’ospedale dell’Havana coi bambini malati nei corridoi e i dottori e gli infermieri straniti dal nostro arrivo, il nostro unico compagno di viaggio greco, ormai amico da oltre 15 anni, mamma mia quanti, ricordi, tanti, unici, miei!Un altro sogno nel cassetto è quello di organizzare con gli amici un viaggio in mtb, magari in qualche isola sotto casa o giù di lì, pedalare, ridere, osservare ed ascoltare gli altri, compagni di viaggio e di piacere, scoprire le loro passioni, le loro tristezze e debolezze, dividere fatica e soddisfazione…un sogno a portata di mano.
Siamo arrivati ad Harburg, piccolo paesino sul fiume Wornitz, sulla Romantische Strasse, a nord-ovest di Monaco che dista solo una cinquantina di km. Scendiamo, visitiamo il paese quasi addormentato, troviamo il sentiero nel bosco che si arrampica intorno al colle sopra il paese e arriva alla fortezza che lo sovrasta.E’ un castello ben conservato e da l’idea di come era ben organizzata, in passato, la vita all’interno delle mura. I posti di guardia, la foresteria, le stalle, l’infermeria, i magazzini di stoccaggio, la mensa, la cappella, la corte, il pozzo, è veramente carino.Troviamo il sentiero che scende in senso opposto e lo facciamo fino a risbucare nel mezzo del paese e torniamo al camper: si cena.
Domani ci aspettano altre ore di viaggio per rientrare a casa.20 AGOSTO, venerdìOre 07:00 si parte in direzione di Monaco di Baviera, rimaniamo ancora un po’ sulla statale poi prenderemo l’autostrada per girare intorno Monaco più velocemente e riusciremo a sud e andremo verso il confine austriaco dalle statali per scuriosare la zona e fermarci dove ci piace.C’è il sole oggi ma freddo come in montagna di mattina, ci vuole il fisico per stare in canottiera e braghe corte, io non ce l’ho.Ore 9:36 stiamo girellando in Baviera. Il Terrestra conta 4492 km di asfalto e ci stiamo avvicinando alle alpi. Il paesaggio è sempre più montano man mano che ci avviciniamo all’Austria.Stiamo attraversando una foresta stupenda per arrivare a Bad Tolz ed il sole birichino si è nascosto dietro alle nuvole, è più pestifero di me.Ore 11:00 siamo arrivati.
E’ bellissimo, il parcheggio è lungo il fiume, c’è la passeggiata nel verde che arriva fino al paese, con le papere addomesticate che ci accolgono socievoli come se si aspettassero subito di esser ricompensate con qualcosa di buono, le case sono tutte colorate, disegnate sulle facciate, le cameriere che servono ai tavolini sono vestite con l’abbigliamento tipico tirolese, i turisti tirolesi pure, è saturo di gente che va in su e giù per il corso principale ricco di negozi tipici.Quando rientriamo in camper io faccio il pranzo mentre le cucciole corrono a dare il pane alle papere sul prato davanti al fiume. Fanno su e giù dal camper in continuazione, si sono già affezionate.
Ci manca che Marlen ne voglia adottare qualcuna e me la infili dentro.Le convinciamo a venire a pranzo e di pomeriggio andiamo per negozi a far bottino di birra e prodotti tedeschi che ci piacciono e qualcosa da portare agli amici.Sono le 17:50 e abbiamo già fatto shopping, ritorniamo al parcheggio, c’è un bel sole caldo si va a riposare ai bordi del fiume. Le bimbe non resistono e infilano nell’acqua, Marta dice che è gelida ma pulitissima. In effetti ha un colore meraviglioso.La gente è sdraiata sulla sponda. C’è una spiaggia di sassolini che forma una curva nel letto del fiume, chi vi è sdraiato sopra è in costume, si sta veramente bene.
Io approfitto per fare la doccia e asciugare i capelli al sole, una volta almeno in quindici giorni riesco a vedere il sole. Le cucciole mi imitano a turno.Domattina si entra in Austria e poi a casa, uffa! Prevedo che partiremo di buon ora, sia perché Innsbruck è in una valle che ad Agosto in genere è caldissima sia perché è ora di rientrare a casa per non arrivare all’ultimo momento ed avere un giorno di tempo per scaricare il camper, lavare la biancheria sporca, sistemare casa al volo, farsi un bagnetto al mare domani pomeriggio e poi riprendere la routine quotidiana.Sento già nostalgia di quello che mi sto lasciando dietro le spalle.
21 AGOSTO, sabato
Ore 06:40 fatte le operazioni di scarico si parte mentre come al solito le bimbe dormono. Passiamo il confine austriaco dall’ Achenpass che ci porterà sulla statale a 50 km a est di Innsbruck così evitiamo di farne una trentina in più solo per andare a riprendere l’autostrada.La strada è bella e arriviamo al lago sul confine che porta in Austria: si passa sulla diga di Sylvestein.
Appena entrati in Austria è tutta discesa e arriviamo sulla statale di Innsbruck in meno di un ora.Ci fermiamo a comprare il pane a 8 km da Innsbruck e decidiamo di arrivare al Brennero dalla statale per evitare l’ingorgo alla cassa del pedaggio che è obbligatoria nonostante la vignetta. Di sicuro è giorno di traffico intenso oggi.Ebbene fin qui la nostra vacanza itinerante conta 4315 km.
Ieri sera abbiamo passeggiato al buio lungo il fiume fino in paese. C’era una festa sul bordo fiume, con concerto dal vivo di un piccolo gruppo pop tedesco che cantava anche in inglese, tanta gente e tanto per cambiare tanta birra che volava da una parte all’altra dei tavoli in boccali enormi.Regnava il buon umore, piacevole da osservare in un atmosfera suggestiva di luci ed ombre notturne rispecchiate nel fiume.
Bad Tolz è un posto nel quale torneremo, c’è rimasto nel cuore e lo useremo come tappa quando ritorneremo in Germania nel prossimo tour on the road.Ore 08:00 siamo al Brennero.Purtroppo la previsione di traffico era lontana dalla realtà. Arrivati sul colle Isarco l’ingorgo in autostrada è indescrivibile e proseguiamo fino a Vipiteno. La radio dice che è cosi fino a Bressanone ed entriamo in autostrada lì.E’ un inferno.
Alle 11:31 siamo ancora ad Ala di Trento bloccati in autostrada con a fianco degli amici piombinesi che rientrano dall’Austria: è il colmo. Ci scambiamo due saluti, siamo sulla stessa barca per un po’, prevedo che arriveremo in tarda serata invece che alle 18:00 come desiderato.Non ci si può fermare nemmeno per pranzare, gli svincoli degli autogrill sono gremiti di macchine in fila è impossibile con il camper trovar posto e vado dietro a fare panini per tutti: si pranza al volante oggi.
Passo il pomeriggio trascrivendo al pc questo mio diario di viaggio, di pensieri trasformati in parole, di immagini impresse nell’inchiostro di una penna troppo ballerina perché qualcuno possa leggere e capire i geroglifici che ha rigurgitato durante il viaggio.
Ore 20:15 un rientro che è un incubo.La coda del Brennero era un baco che termina qui a quest’ora che siamo fermi sul Romito per cenare con la vista mare.Siamo distrutti dalla stanchezza, dal caldo nonostante il condizionatore, questione di temperatura interna difficile adattarsi così alla svelta.
Abbiamo fatto km e km di strade tedesche da sud a nord-est, da est a ovest, da nord a sud senza mai bloccarci per più di un ora in tutti e quindici giorni ed è bastato rientrare in Italia per rimanere inchiodati subito e per un giorno intero.Siamo sicuri di essere in Europa? Mah, che dire, questi siamo noi facciamo sempre le nozze coi fichi secchi come dicono qui in Toscana.
Grandi solo in apparenza.Per fortuna concludiamo la vacanza in un posto che adoro e che al rientro di ogni viaggio verso nord non ci facciamo mancare di vedere. Amo il Romito a pelle da quando mio padre per la prima volta ci ha portato in Toscana da Milano, mi ha catturato il cuore, ricordo ancora quel giorno in cui sono venuta fino a Piombino per abitarci e siamo passati di qui.Piccola peste vissuta nella campagna milanese desolata e calda d’estate che viene a vivere al mare, fra sabbia e scogli che impara ad amare solo dall’età di 11 anni.
Osservo il mare mentre mangio, è fermo, immobile, fa un caldo impressionante che avevo scordato in conclusione posso solo scrivere che è stato un viaggio curioso, interessato, passionale e istintivo, appagante proprio come lo desideravo e spero che anche se le parole scritte non sono bastate per descriverlo per come è stato realmente, siano servite almeno a regalarne qualche visione immaginaria a chi le legge solo per il piacere di farlo.Sono le 21:00 salutiamo anche l’amato Romito e andiamo a casa.
Il Terrestra conta 5074 km di strada bagnata, asciutta, movimentata di immagini colorate e curiose, meravigliosi ricordi chiusi a chiave nel mio cuore.Sono le 22:00 siamo a casa e l’ultimo sguardo va al contachilometri.5109 km di mondo in tasca, un bottino notevole per i pirati di questa nave sulle ruote.
Salvatrice Mangiameli (Silvia per gli amici)Piombino 21 Agosto 2010