Abbiamo scelto questo viaggio in camper in Albania perché abbiamo esaurito tutto ciò che è raggiungibile ragionevolmente col camper, e alla fine con l’appoggio di Lucio siamo partiti per questo incredibile viaggio. Avessi scritto la relazione in corso d’opera, sarei stato più pesante, ma ora che sono passati alcuni giorni dal rientro, l’animo si è un po’ rasserenato e scrivo in modo più filtrato.
Siamo due equipaggi entrambi del camper club la foce dell’Isonzo di Staranzano GO. Il nostro è formato da Lucia e Claudio che scrive, e il secondo da Lucio che viaggia da solo.
Prima del resoconto, cerco di dare alcuni consigli a chi volesse fare un viaggio dalle parti albanesi.
– non è necessario il passaporto, ma è sufficiente la carta di identità validata per l’estero
– entrando in Montenegro richiedono il pagamento di una pseudovignetta da 30 euro, cosa che non ho visto fare a chi proviene dall’Albania via Grecia. Si vede che noi europei siamo tutti ricchi secondo loro.
– L’ingresso in Albania richiederebbe il pagamento di un’assicurazione che vale solo per poter chiamare la polizia senza il blocco del proprio mezzo, dal costo di 27 euro. Ciò non copre altro che la chiamata al numero in alto a destra del documento e nel caso di riconosciuta colpa da parte della polizia bisogna liquidare il danno in via breve. In caso contrario è concesso ai due contendenti un libero arbitrio. A questo punto non serve farla proprio, visto che non è obbligatoria.
– I bancomat sono presenti in tutti i centri più importanti, ma è ovunque possibile prelevare solo con la VISA. Chi cercasse un prelievo con Maestro o Mastercard deve cercare una banca tedesca. Diversamente gli euro sono tranquillamente accettati
– I campeggi sono pochini e tutti lungo la costa. È possibile parcheggiare di notte ovunque, e direi anche senza problemi, ma se cercate un minimo servizio, ci sono Hotel o ristoranti lungo la via che vi forniscono elettricità e vi accolgono per una decina di euro.
– Non sono presenti supermercati per la grossa distribuzione. Li ho visti solo nel tratto di superstrada fra Tirana e Durazzo. Per gli acquisti bisogna accontentarsi delle botteghe di quartiere.
– Non c’è niente di consigliato da comprare, né souvenir né prodotti locali. Non serve contrattare sui prezzi. Il gasolio costa 1.1 euro.
– La polizia è assente lungo le strade, tranne un paio di posti di blocco a nord di Girocastro. Il traffico è proporzionale alla rete di strade senza particolari ingorghi neanche in città . Guidano un po’ spericolatamente in ragione del ex manto stradale. Il parco macchine è formato per il 70% da Mercedes.
– Le strade sono sopportabili solo al sud e nella piana a nord di Girocastro, per il resto dominano le buche e l’asfalto sconnesso. Bisogna guidare con somma attenzione e non distrarsi mai altrimenti spaccate una sospensione. La via verso Berat o Kruje, nonché tutta la parte montana che da Saranda arriva a Korce è superdisastrata. Non si tratta di schivare le buche, ma di scegliere quella meno profonda dove passare, per cui un viaggio di 100 km diventa epocale.
– Sul lungomare adriatico non si vedono vele straniere che potrebbero abbellire il panorama, questo perché arrivare in un porto albanese con un sandolino prevede le stesse pratiche portuali di una petroliera da 254000 tonn di portata.
– Scaricare le acque del camper non dà problemi perché l’ambiente è talmente sporco e maleodorante di copertoni che bruciano che non vi farà scrupolo scaricare un po’ d’acqua grigia pulitissima ovunque.
– Ho usato la guida EDT per l’Albania e devo riscontrare che è bugiarda in quanto celebra posti o paesaggi da ribrezzo.
– L’acqua è presente in fonti libere nella parte montana. Non vale lo stesso per la costa.
– Gli albanesi parlano frequentemente l’italiano o l’inglese, ma se non sanno una lingua straniera è impossibile comunicare con la gestualità, in quanto non ne sono provveduti.
– L’energia elettrica è a 220V e le prese sono del tipo Sucho, ma l’erogazione nelle ore di punta non c’è. Usano i gruppi elettrogeni solo in alcuni alberghi.
– La bici in Albania non è un mezzo usato molto. Si rende pericoloso uno spostamento in città laddove non se ne vedano. Poi l’Albania è tutto un saliscendi.
– Internet è usato solo nelle grosse città ed è assente altrove
– Il sonno è spesso disturbato dai cani randagi che di notte si impegnano in lunghi latrati senza sosta.
Ed ora il percorso complessivo:
Monfalcone>Croazia Fasana>Biograd na Moru>Isola di Korcula Vela Luka>Korcula>Dubrovnik> Montenegro Ulcinj> Albania Kruje> Tirana> Durazzo> Dhermi> Butrinti> Argirocastro> Korce> Voskopoje> Pogradec> Montenegro Herceg Novi> Croazia Zara> Monfalcone
Il resoconto:
25 aprile: partenza da Monfalcone in direzione di Fasana in Istria al camping Puntizela con ottimo rapporto qualità prezzo N 44°53’53” E 13°48’29”. Si raggiunge il porto di Fasana in bici lungo il percorso del lungomare. Abbiamo così visitato l’isola di Brjoni, già dimora del maresciallo Tito negli anni della Repubblica Federativa Jugoslava. La visita è ben organizzata con un percorso col trenino e guida multilingue, ma Brjoni è purtroppo cadente e trascurata: mi ha deluso un po’. Poi sempre in bici arriviamo a Pola che rivediamo per la terza volta e ci piace ammirare l’animazione delle sue vie piene di bar, nella direzione del mercato che purtroppo non c’è più dalle nostre parti con così schietta genuinità.
28 aprile: riprendiamo la strada verso sud e raggiungiamo Zara e tentiamo di tornare al campeggio Borik cittadino che sappiamo apre il primo maggio. Sorprendentemente è aperto, ma per una manifestazione canina di tre giorni, e non pensiamo di poter dormire in mezzo ai latrati di centinaia di cani (leggi mie esperienze turche). Proseguiamo quindi verso Biograd na Moru e ci fermiamo in un Autocamp fra le decine che si trovano da queste parti. Il nostro è ad esclusivo uso degli sloveni che costruiscono vere e proprie ville attorno alle roulotte e sembra di essere in un cantiere edile. Biograd dista 2 km a sud dal campeggio ed è una graziosa cittadina con porto affollatissimo di grosse imbarcazioni occidentali.
30 aprile: ci si avvicina ancora a Korcula con una tappa a sud di Spalato in un autocamp abbastanza rumoroso.
1 maggio: sotto una pioggia battente e sferzata dal vento traghettiamo per Korcula, ma lasciamo per i giorni successivi la visita della splendida cittadina omonima, e puntiamo verso l’estremità opposta dell’isola a Vela Luka dal bel porticciolo e bella passeggiata, e contornata da un ambiente selvaggio quasi intatto. Ci accampiamo al Mindel camp a 6 km da Vela Luka N 42°59’02” E 16°40’15”. Decisamente siamo fuori dal mondo, ma un paio di giorni di noiosa tranquillità non può che giovare allo stress di noi poveri pensionati.
4 maggio: ci spostiamo a Korcula dove inauguriamo la stagione dell’unico camping presente, il Korcula II N 42°57’03” E 17°08’41”. La città dista 2 km dal camping tutti percorribili in bici lungo la costa incantevole. Ma lo è anche la cittadina che sembra veramente una piccola Dubrovnik. Ci sono viuzze strette in salita verso la sommità del borgo murato, e qui c’è una chiesa graziosa e particolare come poche. Moltissimi visitatori inglesi affollano le vie cittadine, e provengono probabilmente dalle navi da crociera che stazionano nel porto. Raccomanderei a chiunque una visita a questa cittadina simpatica, splendida e assolutamente veneziana.
6 maggio: ci trasferiamo a Dubrovnik al camping Solitudo, nostra vecchia conoscenza N 42°39’43” E 18°25’41”. Raggiungiamo il centro col bus e visitiamo in due giorni la splendida città che fotocopia in modo assoluto Venezia.. Circuiamo le mura che ci permettono di vedere tutti i tetti riparati dopo i bombardamenti serbi. Il turismo è vivissimo grazie alle 3, 4 navi passeggeri che stazionano nelle acque portuali. È la terza volta che visito questa città e non mi stanca mai.
8 maggio: Arriviamo a Ulcinj in Montenegro per fare una tappa prima di entrare in Albania e il camping Valdanos è ormai chiuso per sempre. Ci spostiamo appena a sud della città e campeggiamo all’autocamp Tomy N 41,91364 E 19.25687. Il Montenegro, già visitato 2 anni fa, mi sembra un pochino più ospitale, ma lasciata la Croazia sembra di entrare in un paese disordinato anche se voglioso di fare qualcosa verso il turismo. Non stampano moneta propria e usano l’euro, ma con gli stessi prezzi che da noi, quindi non conviene. Ricordo che qui la vignetta per circolare costa 30 euro per il camper e vale un mese.
9 maggio: e da Ulcinj entriamo in Albania e si pagano 27 euro per una finta assicurazione neanche obbligatoria. L’Albania ci accoglie subito nel modo migliore, con cumuli di spazzatura e pioggia a dirotto. Infiliamo la strada che porta a Kruje ch’è veramente tutta una buca anticarro, solo che con la pioggia le buche sono piene d’acqua e non si capisce la profondità. Kruje ha un abbozzo di castello in rovina e un mercato ottomano da poveracci (ma cosa celebra la guida EDT?). Per arrivare al parcheggio prossimo al castello abbiamo fatto uno slalom tra le macchine parcheggiate ad libitum (si dice così?).
Concludendo, andate a Kruje solo se ve lo ordina il medico! E vivrete tranquilli senza esserci mai stati. Successivamente ci spostiamo a Tirana all’Hotel Baron, posto 4 km a sud est della città in direzione di Elbasan e pernottiamo nello stretto parcheggio dell’hotel N 41,29986 E19.84915. Ci danno l’energia elettrica, una doccia dell’albergo, la linea Wi-Fi per il computer al prezzo di 13 euro. Non possono starci più di 3-4 camper nel parcheggio. A sera smette di piovere.
10 maggio: Visitiamo Tirana con il bus a prezzi ridicoli. Ci sbarca in centro ch’è tutto un cantiere in quanto ricostruiscono il quartiere Biloku dove imperava il dittatore Ohxa e che fino al 1991 era off limits per il popolo. Il colpo d’occhio del centro cittadino, privo di un centro storico, è di un moderato disordine, perché si mescolano costruzioni di tutti gli stili senza un piano regolatore degno di tal nome. È in allestimento un palazzone enorme a tronco di piramide rovesciata che svetta su tutta la città rendendo poco piacevole la panoramica del centro. Ci sono comunque bei viali per le passeggiate e molti palazzi sedi di amministrazioni e ambasciate, ma manca una via o un borgo che richiami il turista verso qualcosa di appetibile.
Passiamo qualche minuto al mercato cittadino per farci un’idea delle disponibilità e dei prezzi che sono molto a buon mercato. Nel tardo pomeriggio ci trasferiamo a Durazzo vicino alla spiaggia nel camping Mali i Robit 41°13’58” E 19°31’26”. Lasciando Tirana abbiamo percorso una mezza dozzina di km con una serie di centri commerciali. Ciò si è parzialmente ripetuto all’ingresso di Durazzo. Riscontriamo che molte strade sono un cantiere, ma è buon sintomo, a parte il disagio momentaneo. Il camping si trova a 12 km a sud di Durazzo e serve il bus per andare in centro.
14 maggio: prendiamo il minibus e arriviamo al centro di Durazzo. Percorriamo le animate vie centrali arrivando alla passeggiata sul mare. Ancora una volta manca il centro storico e la città è tutta una serie di palazzoni nuovi, costruiti nel massimo disordine. Visitiamo l’anfiteatro guidati nel suo percorso interno e purtroppo è molto fatiscente essendo stato cannibalizzato da ogni sua pietra per altre costruzioni. Boh! Mi sembra molto deludente.
12 maggio: se odiate qualcuno, raccomandategli una visita a Berat, non per causa della città, ma per la strada per raggiungerla. Non è solo una strada piena di foibe e buche anticarro, né potrete guidare cercando di evitare quanto sopra, bisognerà scegliere di volta in volta qual è la buca meno profonda dove scassare il vostro camper!!! La velocità sarà inferiore ai 5 km/h. Sono convinto che tutti quelli che mi leggono diranno che esagero, ma credetemi che ho girato mezzo mondo col camper e non ho mai visto porcherie simili.
Non possono le guide come la EDT e i camper club nascondere una simile verità. È veramente uno schifo che solo questo inutile paese riesce a sopportare. Ora capisco perché ci sono tantissimi gommisti in Albania. Per non parlare del panorama ch’è assolutamente lercio con spazzatura ovunque e una puzza che aleggia per il fumo dei cumuli che bruciano. Non so spiegarmi cosa io sia venuto a fare in Albania, sono veramente sconfortato.
Berat poi ripaga solo parzialmente il percorso per raggiungerla. Saliamo a piedi fino alla sommità della cittadella e prima dell’ingresso c’è uno spiazzo che può ospitare diversi camper N 40.71167 E 19.94686, ma bisogna prendere la strada all’ingresso della città contrassegnata col cartello che indica il castello. Noi abbiamo parcheggiato in centro e siamo saliti lungo la pedonabile. La cittadella necessita di qualche euro per il restauro altrimenti cade a pezzi. C’è una chiesa ortodossa al sommo ch’è chiusa.
Questa è celebrata quale città dalle 1000 finestre ma stanno tutte dentro a una foto ravvicinata. E allora via verso Dhermi passando per Fier nella speranza di evitare le buche dell’arrivo, ma lo spettacolo non cambia. Dopo una eternità arriviamo a Vallona senza fermarci e qui la strada migliora. Strano, siamo al sud e le cose vanno meglio? Superiamo il passo di Llogara a 1050 mt di quota ch’è abbastanza suggestivo per il panorama sul mare, ma non è mozzafiato come promessoci. Alla fine arriviamo a Dhermi in uno pseudocamping N 40°08’33” E 19°38’16”.
13 maggio: per una strada panoramica giungiamo a Butrinti. Il sito archeologico è molto interessante e la stagione è quella giusta per le scolaresche interessatissime alla storia piuttosto che alla corte fra ragazzi e donzelle. Una bella visita che segue un percorso consigliato che ai più può piacere. E comincia il percorso di rientro al nord e giungiamo a Girocastro detta città dai 1000 scalini. È sovrastata da un castello che raccoglie al suo interno armi di tutte le guerre, compresa quella fra italiani e albanesi.
La città di Girocastro si arrampica sulla montagna e dal castello si vedono tutti i tetti di alabastro del centro storico. La città nuova si sviluppa come sempre progettata da un ubriaco. Proseguiamo fino al monastero di Permet e sostiamo per la notte presso la costruzione ortodossa. C’è una fonte alla quale arrivano in continuazione automobili per caricare le taniche con acqua definita minerale ( a pochi metri di distanza imbottigliano la più famosa acqua minerale albanese )
14 maggio: siamo ancora alla ricerca della grande meraviglia che ci renda stupefatti. E allora dal monastero di S. Anastasia puntiamo verso Voskopoje, nota per essere un’ex capitale balcanica, dalle 25 chiese, che ha avuto una botta di soldi dalla UE per valorizzare il posto e quindi, via per le 100000 curve di montagna e 3000000 buche che ci portano a Korce (nota come la piccola Parigi negli anni 30 dello scorso secolo). Purtroppo la strada è un tour de force come sempre per la quantità di buche e la parvenza d’asfalto.
Ogni tanto c’è un km di fondo decente, e poi alè, ricomincia la tragedia. I cartelli ai bivi non ci sono e bisogna chiedere sempre informazioni, e il mio Tom Tom s’è messo a piangere. Insomma per percorrere circa 160 km impieghiamo più di 6 ore. Alla piccola Parigi (Korce) abbiamo il piacere di vedere palazzine completamente distrutte, ma ricoperte di parabole, il tutto immerso in un mare di monnezza. E allora via per la celebrata Voskopoje. Vi arriviamo attraverso un tratto finale di strada nuovissimo finanziato dalla UE.
Al nostro arrivo in piazza ci attendono altri 5 camper, ma Voskopoje sembra appena uscita da uno tsunami d’alta quota. Non c’è un pezzo di muro completamente in piedi, tutto è sberciato. L’80% delle case sono distrutte, le chiese rimaste sono 8, e sono tutte chiuse e prossime al crollo. Ecco a chi diamo i soldi, per non parlare dei cumuli di spazzatura che contornano l’ambiente.
Non capisco perché si venga guidati da recensioni di viaggio bugiarde, e da camper club che organizzano viaggi in questi posti promettendo panorami e piaceri infiniti. Non voglio restare qui un minuto oltre, e così han fatto anche gli altri 5 camper. Dell’Albania ne ho le tasche piene e voglio andarmene al volo. Sostiamo all’ Hotel Victoria a nord di Pogradec sul lago di Ohrid N40.93275 E 20.64077. Anche qui per raggiungere l’Hotel bisogna superare un letamaio.
15 maggio: lasciamo il lago di Ohrid per arrivare a Tirana e percorriamo una strada di montagna classica balcanica, molto simile ai monti della nostra Carnia. Per un lungo tratto si corre sul crinale di una montagna col burrone ai due lati. L’asfalto è buono e si gode finalmente un decoroso paesaggio. Ormai esperti nell’attraversamento della capitale (?) puntiamo su Scutari dove spendiamo i nostri ultimi soldi albanesi comprando prodotti europei e facendo il pieno di gasolio. Attraversiamo gli ultimi km di questo infernale paese e arriviamo in Montenegro che ci appare come la costa azzurra! E pensare che il Montenegro nel percorso di andata lo definivamo un posto di poveracci. Superato Kotor, dove lasciamo Lucio per una visita privata, arriviamo al camping Zlokovic N 42.45667 E 18.66407 a Herceg Novi. Metto nel freezer lo spumante per festeggiare il rientro in Europa!!!
16 maggio: il tempo s’è guastato e piove. Lasciamo il Montenegro per rientrare in Italia con una tappa intermedia dalle parti di Zara.