I protagonisti del viaggio in Bretagna e i Castelli della Loira sono due novelli sposi da 25 anni: Antonio 51 anni, tour organizer, autista ufficiale, chef di bordo, fotografo e cineoperatore e Monica 49 anni, navigatrice, addetta alle public relations, redattrice diario di bordo e fotografa. Co-protagonisti del tour sono stati invece:
CAMPER RIMOR BRIG 678
NAVIGATORE MIO-TECH C520
GUIDA della FRANCIA Touring Club
TOUR BRETAGNA E CASTELLI DELLA LOIRA suggerito ed illustrato dalla cara amica Giovanna (docente di lingua francese)
DIARI DI BORDO DI ALTRI CAMPERISTI ricavati da internet
CARTINA STRADALE FRANCIA della MICHELIN
PC PORTATILE ACER
Sabato 30 luglio 2011
Partiamo da Foggia con tranquillità… alle ore 21,00 circa. Dopo un breve tratto autostradale ci fermiamo stanchi in un’area di servizio nei pressi di Pescara.
Domenica 31 luglio 2011
Antonio parte alle ore 6,30 circa. Alternandoci nella guida raggiungiamo Bardonecchia verso le 19,00. Lì parcheggiamo il camper in un’area di sosta autorizzata proprio di fronte alle piste da sci, la famosa zona “Campo Smith”, a ridosso del corso d’acqua che attraversa il paese. Siamo in compagnia di numerosi altri camper. Non c’è però presenza di carico e scarico. Facciamo un giro per la cittadina e per cenare scegliamo il ristorante “Sorsi e morsi”, proprio nel centro.
Per caso scopriamo che il locale è di proprietà di pugliesi e il pizzaiolo è di Galatina. Degustiamo dei piatti tipici locali, ma volendo ci sono sul menù anche le orecchiette alla pugliese. Brindiamo con un vino bianco locale all’inaugurazione di questo viaggio, che, speriamo, sia bello e pieno di nuove scoperte.
Lunedì 1 agosto 2011
Ci svegliamo molto presto con il sottofondo dello scorrere dell’acqua del fiume, presso cui abbiamo parcheggiato il camper. Siamo circondati dal comprensorio sciistico. Tutte le piste sono ricoperte di prati verdi e le montagne imponenti esaltano la maestosità del paesaggio. Nei pressi della stazione sciistica c’è il grande albergo dove d’inverno alloggiano gli amanti degli sport invernali e proprio Antonio ha avuto già occasione di trascorrere lì la settimana bianca nel febbraio di quest’anno.
Ci rimettiamo in cammino e raggiungiamo il passo del Frejus alle 9.30 . Il pedaggio ci è costato circa € 50,00 e leggiamo che c’è un risparmio notevole per chi fa andata e ritorno nel giro di una settimana (fortunatamente e/o purtroppo non è il nostro caso…). Sotto la galleria, lunga circa 13 chilometri, c’è la possibilità di ascoltare tramite stazione radio degli avvisi ciclici, anche in lingua italiana, sulle precauzioni da adottare durante il tragitto.
E’ facilissimo trovare la frequenza dopo una breve ricerca. Usciamo dalla galleria e siamo accolti da un bellissimo paesaggio montano incorniciato da un cielo blu e un sole splendente. Siamo in territorio francese e decidiamo di prendere la strada statale (indicazioni in verde) perché vogliamo goderci la caratteristica sequenza dei paesi che via via incontreremo. Inoltre questi percorsi non hanno nulla da invidiare alle autostrade (a pagamento), poiché sono curatissimi e spesso sono persino a quattro corsie.
La nostra direzione è Chambery/Bourg-en-Bresse.Chambery è una bella città, dove consumiamo un caffè espresso alla francese (molto lungo). Proseguiamo subito e a pochi chilometri scopriamo il lago di Bourget. Molto grande e zona balneare con tanti lidi e possibilità di traversate lacustri. Inoltre la zona ha anche un centro termale e diversi siti culturali. La giornata è splendida e il clima invita ad un rinfrescante bagno, ma preferiamo ripartire, ripromettendoci di fare una sosta più lunga al ritorno.
Sul lungo lago c’è anche un campeggio, munito di sosta camper, carico e scarico. Per usufruire dei servizi è necessario entrare nella AS muniti di carta di credito o bancomat. Con € 10,00 si può sostare 24 ore e usufruire del camper service, altrimenti con € 2,00 e la permanenza di un’ora si può unicamente utilizzare il CS.
Dopo un po’ di strada decidiamo di fermarci a pranzare. A Pont d’Ain scopriamo un bellissimo prato alberato sulle rive del fiume (Coord. GPS N 46,04836° – E 5,33752°). Emulando gli altri viandanti allestiamo un vero e proprio pic-pic con tanto di tavolino e sedie. Rispondiamo volentieri a tutti i ‘bon appettit’ che ci vengono rivolti dai vari passanti.
Proseguiamo attraversando le città di Bourg-en-Bresse e Maçcn con l’intento di arrivare a Bourges, città famosa per la sua cattedrale gotica, patrimonio dell’umanità. A 300 metri dal centro storico, nonché nei pressi dello stadio, c’è una sosta camper gratuita con relativo carico e scarico (Coord. GPS N 47,07625°- E 2,39935°). Parcheggiamo il camper e, anche se tardi, decidiamo di fare ugualmente un giro. Cattedrale, negozi e centro turistico sono già chiusi. Abbiamo comunque un’idea di ciò che vedremo la mattina seguente. Ceniamo a base di spaghetti, pomodorini e zucchine, secondo il cuoco Antonio, e poi tutti a nanna verso le 23.00.
Martedì 2 agosto 2011
Sveglia alle ore 7.00, colazione e subito fuori per visitare Bourges. La cattedrale è maestosa… la sua vista quasi toglie il respiro. Il gotico francese trionfa in tutto il suo splendore.
Anche l’interno è suggestivo e lo visitiamo con grande attenzione. Adiacente si trova il giardino dell’arcivescovado, curatissimo nell’architettura, dove spiccano delle bellissime rose di diversi colori. Il centro storico è ricco di viuzze caratteristiche, dove si incontrano spesso case a graticcio come quelle dell’Alsazia.
Scopriamo anche palazzi nobiliari, tra cui quello di Jacques Coeur, l’argentiere di Carlo VII, famoso perché sembra abbia scoperto come ricavare l’argento dal metallo comune. Anche a Bourges decidiamo di riprovare il caffè espresso francese, sperando in qualcosa di meglio, ma senza risultato positivo. Alle ore 12,00 circa ci rimettiamo in cammino, decisi a raggiungere le Mont Saint Michel senza ulteriori tappe.
Scegliamo ancora la strada statale direzione Tours/Blois, sempre per ammirare le bellissime rotatorie artistiche delle strade interne, nonché i prati e le aiuole curatissimi.
Arrivati a Villefranche deviamo per Blois, città che siamo costretti ad attraversare velocemente, ma che ci riproponiamo di visitare in un’altra occasione. Di qui procediamo con direzione Le Mans, sempre su strada statale (indicazioni verdi) e poi per Laval.
Continuando poi per Fougères prendiamo la strada per Le Mont Saint Michel, tranquillamente segnalata dalle indicazioni stradali. Una volta sul posto scopriamo che in questo giorno ci sarà, a partire dalle ore 20.00, la marea con il coefficiente più alto dell’anno. Infatti tutti i parcheggi a ridosso dell’abbazia sono stati chiusi. Tuttavia ci guidano verso un parcheggio alternativo al limite del centro abitato.
Posizionato il camper percorriamo a piedi tutto il tragitto della strada sopraelevata per l’abbazia e decidiamo di cenare nel ristorante Les terrasse Poulard, posizionato su una balconata che affaccia sull’oceano. Da lì, degustando piatti come la terrine normande de campagne, les moules marinière ou cidre et pommes frites ecc. seguiamo il crescere dell’acqua verso la costa… uno spettacolo incredibile. Tanto si è alzato il livello del mare che persino l’entrata principale del paese è allagata e ci dicono di andare verso un’uscita laterale di competenza della sicurezza.
Di ritorno verso il parcheggio ci fermiamo ad ammirare la siluette illuminata dell’abbazia che svetta in cielo con la statua dell’arcangelo in cima. C’è molto buio, ma questo non impedisce a numerosi visitatori di fermarsi e immortalare la splendida visione. Dopo questa bella serata andiamo a dormire stanchi, ma soddisfatti.
Mercoledì 3 agosto 2011
Ci svegliamo al solito orario e dopo breve consultazione ci mettiamo in cammino per Cancale, sito balneare famoso per la produzione delle ostriche. Seguendo le indicazioni stradali arriviamo agevolmente nella cittadina. Tentiamo di parcheggiare il camper in una zona più centrale, ma riscontriamo subito una lunga serie di divieti.
Unico parcheggio disponibile che troviamo è quello adiacente l’area antistante l’ipermercato Super U, distante dal centro abitato circa 700 metri. C’è anche disponibilità di scarico gratis e con € 2,00 di carico di 100 litri d’acqua. Posizioniamo il Rimor e arriviamo in centro a piedi.
Lungo il tragitto ammiriamo bellissime villette private con un caratteristico rivestimento in pietra grigio chiaro (una addirittura aveva la balaustra del balcone in pietra) e giardini curatissimi con prevalenza delle tipiche ortensie bretoni color viola, rosa o ciclamino. Il centro di Cancale ricorda un po’ quello delle nostre cittadine di mare, soprattutto quelle della costiera amalfitana.
Strade strette in pendenza che portano tutte al lungo mare, dove sono posizionati a schiera tanti negozi di souvenirs e ristoranti con possibilità di degustazione di frutti di mare di ogni tipo e in modo prevalente delle famose ostriche.
I menù esposti sono però davvero cari e allora ci dirigiamo più vicino al mare e scopriamo delle bancarelle che vendono solo ostriche. Muniti di coltelli particolari gli ambulanti aprono con prodezza le ostriche, le dispongono su un piatto di plastica, associandovi un limone tagliato a metà, e le offrono ai turisti.
Si possono prendere da sei a dodici ostriche. Una dozzina costa mediamente € 5,00, a seconda della grandezza. Antonio ha subito ordinato un piatto da sei ostriche e tutto entusiasta si è seduto sul muretto sopra la spiaggia e le ha divorate in un attimo, lanciandone via via il guscio in mare, ad imitazione degli altri avventori.
Dopo il piccolo spuntino ci rimettiamo in cammino verso il camper. Lì decidiamo di pranzare e poi di rimetterci subito in marcia, direzione Saint-Mâlo. Dopo un breve tratto però scopriamo una punta estrema di avvistamento, La Ponte de Grouin. Facciamo una sosta con passeggiata lungo la lingua di terra che ci offre splendide vedute panoramiche sull’oceano.
Avvistiamo un faro in lontananza nei pressi di piccole isole sulle cui rocce sono evidenti i segni della marea. Bella visione ! Ripartiamo e arriviamo a Saint-Mâlo. Lasciamo il camper in un parcheggio privato di un condominio, dove troviamo altri camper. Raggiungiamo a piedi il centro della città passeggiando sul lungomare.
Notiamo la spiaggia resa ‘enorme’ dal gioco delle maree. I bagnanti si rilassano sulla battigia e molti praticano il tipico sport delle ‘macchine a vela’, barche a vela con ruote che sfrecciano sulla sabbia. Sul grande porto turistico ammiriamo le numerose imbarcazioni a vela ormeggiate, di cui molte disponibili per eventuali giri turistici. Il centro storico è fortificato dalle vecchie mura medievali.
L’accesso ad esso è possibile attraverso la porta di St. Vincent, sovrastata da due scudi in legno con gli stemmi di St. Mâlo e della Bretagna. Subito a destra c’è la salita sul cammino di ronda, che ci apprestiamo a percorrere per un tratto. Di lì si gode un paesaggio spettacolare sulla città e sul grande porto.
Dopo un veloce giro per il centro, pieno di gente, di artisti da strada e naturalmente di negozi, ci avviciniamo ad un grande stand che vende il dolce tipico bretone, il Kouign Amann (dolce al burro). E’ di pasta briochée con molto burro, farcito di crema di mele. Molto curiosi ne acquistiamo due e subito ne apprezziamo l’ottimo sapore.
Torniamo al camper e decidiamo di pernottare nel parcheggio privato, perché lungo la strada abbiamo notato molti divieti per sosta camper e nessuna area ufficializzata. Notiamo altri equipaggi e tra questi scopriamo quello di un amico di Foggia, accompagnato da un altro gruppo di camperisti. Con loro passiamo una serata in compagnia.
Giovedì 4 agosto 2011
Percorrendo sempre la litoranea raggiungiamo molto presto Fort La Latte, un forte medievale a strapiombo sul mare, caratterizzato da alte mura e da due precipizi, superati da un ponte levatoio.
Oltre la porta principale si ammira un classico feudo medievale con cortile, case, corpi di guardia e una cappella. Dal cammino di ronda sulla torre più alta si gode un bellissimo panorama sulla Costa di Smeraldo e sul faro di Cap Fréhel. L’ingresso alla fortezza costa € 5,00 a persona.
Nei pressi del sito c’è un comodo parcheggio per camper. Di lì ripartiamo per raggiungere Cap Fréhel. Anche qui troviamo un buon parcheggio. Caratteristica del luogo è il faro d’avvistamento sulla costa, su cui si può salire. Il luogo naturale circostante invita però più volentieri ad una passeggiata panoramica, con vista su alte scogliere, popolate da cormorani e gabbiani, rocce grigie e rosse e una brughiera silenziosa ricca di ginestroni ed erica.
Ci rimettiamo in marcia con direzione Erquy, cittadina sulla Costa di Smeraldo con numerose spiagge di sabbia fine. Questa zona è indicata come la ‘Sable d’or’. Troviamo un’area camper molto bella, anche se piccola, proprio sul mare sulla ‘Plage de Caroval’. La sosta costa € 6,00 con scarico gratis e carico di 100 litri d’acqua a € 2,00.
Dopo un po’ di attesa riusciamo a trovare un posto e decidiamo di pernottare, non prima di aver fatto una lunga passeggiata sulla spiaggia con il mare in bassa marea per goderci il tramonto del sole, avvenuto per le straordinarie ore 22.00.
Venerdì 5 agosto 2011
Di buon mattino lasciamo a piedi la sosta camper alla scoperta di Erquy. Il centro abitato non è molto distante, ma la strada per raggiungerlo è tutta in salita. Infatti si trova su una collinetta, sulla cui cima spicca la chiesa parrocchiale di SS. Pietro e Paolo, molto antica e austera. La visitiamo e poi ci dirigiamo verso la zona pedonale, piena di negozi. Anche ad Erquy le casette sono bellissime, caratterizzate però da particolari in pietra rosa (forse arenaria) in contrasto con facciate bianche o grigio chiaro.
Curati come sempre i giardini. Torniamo al camper, usufruiamo del service carico-scarico e ci avviamo sempre sulla strada statale per raggiungere Plougrescant, in compagnia degli amici di Foggia, nuovamente incontrati. Troviamo una parcheggio nella zona del Gouffre.
Percorrendo 10 minuti a piedi si scopre una zona, a ridosso del mare, molto frastagliata e piena di piccoli isolotti o grandi rocce granitiche, piccoli porticcioli e strapiombi sul mare.
Proprio a ridosso delle enormi rocce si scorgono qua e là casette deliziose, in perfetta sintonia con il paesaggio. E’ qui che si scorge la famosa casetta tra le rocce, una piccola abitazione posizionata tra due grandi massicci di granito rosato, a ridosso di uno specchio d’acqua.
La visione è quasi surreale e attira molti turisti curiosi. Ritorniamo al camper e ci incamminiamo per Ploumanc’h, famosa per i suoi ammassi di rocce color rosa ramato, dalle forme fantastiche. Parcheggiamo poco distante la spiaggia, lungo la strada. Facciamo una passeggiata nel piccolo centro e ci imbattiamo nello spettacolo della spiaggia con le rocce rosa.
Seguiamo un percorso naturale che costeggia il mare e lì notiamo i famosi massi dalle forme più varie nelle loro enormi dimensioni, ma posizionate così bene l’una sull’altra che sembra essere intervenuta la mano dell’uomo. Siamo al tramonto, come al solito in tarda serata e il panorama è davvero suggestivo.
Pernottiamo nel parcheggio del supermercato Super U, perché l’adiacente area di sosta è ormai piena.
Sabato 6 agosto 2011
Di buon mattino approfittiamo del Super U per fare un po’ di spesa. Salutiamo i compagni di viaggio, diretti verso un’altra direzione, e riprendiamo la strada, questa volta proseguendo verso l’interno, per visitare un altro aspetto della Bretagna : i famosi “enclos paroissiaux”, recinti parrocchiali, risalenti al XVI e XVII secolo.
Si tratta di spazi sacri destinati alla comunità del villaggio di appartenenza. Racchiusi in un recinto di pietra allo scopo di separare lo spazio sacro da quello profano, contengono tutti gli stessi elementi: il camposanto, l’ossario, la chiesa e il calvario, un gruppo scultoreo composto da moltissime statue di piccole dimensioni in pietra, che rievocano la Passione di Cristo.
La particolarità sta nel fatto che i personaggi indossano i costumi dell’epoca della controriforma. Esiste un vero e proprio circuito turistico dei ‘calvari’: noi decidiamo di visitare solo i tre più importanti, ubicati a pochi chilometri l’uno dall’altro. Nell’ordine raggiungiamo quello di Saint-Thégonnec, di Guimiliau ed infine quello di Lampaul-Guimiliau.
Tutti suggestivi e veramente interessanti. Le chiese sono delle bellissime rappresentazioni del gotico bretone, con altezze contenute e forme più morbide.
A Saint-Thégonnec esiste un’area di sosta con carico e scarico a 200 metri dal recinto parrocchiale. Negli altri due centri ci sono comunque agevoli parcheggi, sempre nei pressi del centro storico, poiché si tratta sempre di piccoli agglomerati urbani.
Abbiamo notato che nella zona interna le indicazione stradali sono in doppia lingua: francese e bretone e dovunque sono presenti simboli celtici.
Percorriamo la strada che porta ai Monts d’Arrée e ci fermiamo nei pressi del Roc’h Trevezel, la cima più alta (384 m.), dove c’è un percorso a piedi per raggiungere il punto più estremo e godere un bel panorama, anche con vista mare nei giorni di cielo terso.
Ci dirigiamo nuovamente verso la costa con direzione Cameret sur Mére, cittadina sul mare con un bel porticciolo turistico. Per i camper esistono due aree di sosta, entrambe dotate di carico e scarico; una ubicata lungo una strada vicino al centro e l’altra più esterna, ma forse più comoda. Decidiamo di utilizzare la prima, poiché ci permette di arrivare in pochi minuti sul molo, centro nevralgico del paese. Ceniamo a base di moules frites e sidro brut in un ristorantino del porto. Pur essendo il 6 agosto, le temperature sono particolarmente basse.
Domenica 7 agosto 2011
Al nostro risveglio ci accorgiamo che nelle strade sottostanti la nostra è stato allestito un enorme ‘marché aux puces’ (mercato delle pulci) che incuriositi ci apprestiamo a visitare. Si vende di tutto : dalla tazza a vestiti usati, lampadari e piccoli elettrodomestici. Facciamo anche qualche acquisto confondendoci con le persone del posto.
Dopo aver usufruito del CS, proseguiamo in direzione Pointe de Pen Hir, una punta rocciosa sull’oceano, sede di una famosa battaglia sull’Atlantico, con percorsi e vedute splendide sul mare. E’ allestita anche una zona memoriale in prossimità di una serie di bunker militari. Il nostro cammino prosegue per la cittadella di Locronan, denominata come uno dei paesi più belli di Francia e ammessa nell’esclusivo club delle piccole città di interesse architettonico.
Si tratta di un paesino in pietra tardo-medievale lastricata di sanpietrini, con una bella piazza, la chiesa in gotico bretone di Saint Ronan, un pozzo al centro della piazza ed una serie di negozietti con prodotti tipici bretoni. Ci sono molti visitatori. Il parcheggio è vicino al centro e si paga € 3,00 per tutto l’anno, a contributo della manutenzione del paese. E’ situato su un ampio prato e ne approfittiamo per mangiare e riposare un po’ prima di visitare il paese. All’imbrunire riprendiamo il cammino per Pointe Du Raz, dove troviamo un grande parcheggio proprio nella zona turistica, sulla punta estrema. Decidiamo di dormire qui. Si paga € 6,00 solo di giorno e € 15,00 se si vuole rimanere anche a dormire. Non è fornito di carico e scarico, che si può invece trovare nella cittadina limitrofa di Plogoff.
Lunedì 8 agosto 2011
Di buon mattino ci incamminiamo per il percorso obbligato verso la punta estrema della piccola penisola di Pointe du Raz. L’ufficio turistico adiacente al parcheggio e ad un porticato con negozi e ristoranti apre solo alle 10.30. Il paesaggio è molto selvaggio : c’è tanto vento e il mare è abbastanza agitato., ma lo spettacolo resta comunque suggestivo.
La vegetazione è formata quasi esclusivamente da erica e ginestrone, dai colori viola e giallo. Si possono seguire diversi percorsi verso la punta estrema: uno centrale più corto e altri più costieri ma più lunghi. Prima di arrivare alla meta incontriamo i soliti cumuli di pietre che la gente compone per ‘firmare’ il proprio passaggio. Molto bella è la statua della madonna dei naufraghi che si erge davanti alla punta estrema, dalla quale si possono vedere chiaramente i fari e l’isola di Sein.
Dopo numerose fotografie ripercorriamo il tragitto al contrario, godendoci ancora la meravigliosa vista sull’oceano. Pranziamo in camper e poi ci rimettiamo in viaggio con direzione Quimper, la capitale del Finistère. Sostare non è stato facile. Il parcheggio ubicato dietro la stazione e consigliato da molti camperisti non è più accessibile, a causa del limite di larghezza istituito.
Quindi cominciamo a girare sperando in un posto lungo il fiume Odet, ma infine lo troviamo in un grande parcheggio a pagamento nella zona alta della città. Riusciamo quindi a fare un giro per Quimper che ci appare subito molto caratteristica. Il centro è pieno di stradine con tante case a graticcio dai diversi colori. Molte piazzette, ristoranti, creperies, negozi e tanti fiori come al solito.
Spicca fra tutte la piazza della cattedrale di Saint-Corentin, che offre un bell’esempio di architettura gotica bretone. L’interno è particolare, perché il coro non è posto in asse con la navata centrale. La piazza è ricca di negozi di souvenirs e di oggetti della tradizione bretone, come le porcellane colorate HB tipiche di Quimper, raffiguranti il giovane e la giovane bretoni in abiti tradizionali. Ci sono anche molti riferimenti caricaturali alla donna popolare con il cappellone alto e il vestito lungo e largo, accompagnati da scritte in francese o bretone.
Infine tante bandiere della Bretagna a strisce bianche e nere con la figura degli ermellini. La prossima tappa dovrebbe essere Concarneau, ma, a causa dell’ora tarda e la mancanza di informazioni su eventuali aree di sosta, decidiamo di passare la notte nella città di Pont Aven, il paese raffigurato in molti dipinti di Paul Gauguin . Troviamo agevolmente la sosta camper gratuita con carico e scarico, vicino allo stadio. E’ già piena ma riusciamo a trovare ugualmente un posto.
Facciamo una passeggiata in centro anche se l’ora è proibitiva, perché sono già le 20.00 e in Francia la vita si ferma alle 19.00. Tutti i negozi sono chiusi. Tra essi notiamo moltissimi atelier di pittori con esposizioni delle loro opere. Il paese è davvero carino: si estende sul fiume Aven che mostra un corso d’acqua piuttosto irregolare, data la presenza di numerosi massi nel suo letto. Sul lungo fiume, fiorito e intervallato da piccoli ponticelli sempre decorati di fiori, si notano case antiche di pietra e vicino ad alcune è ancora installata la ruota di legno di un mulino ad acqua, ormai fermo.
Molti di questi piccoli edifici ospitano ristoranti o creperies che offrono dei terrazzini sul corso del fiume: sembra veramente tutto uscito da un quadro di Gauguin !
Martedì 9 agosto 2011
Dopo colazione mettiamo in moto il camper per dirigerci nella città di Concarneau. C’è una comoda area di sosta vicino la stazione. Si paga solo di notte, per cui per noi è gratis.
In dieci minuti si raggiunge il centro storico, la famosa “Ville close”. Si tratta di un isolotto fortificato di origine trecentesca, che si raggiunge facilmente attraverso un ponte levatoio. All’interno tutto è rigorosamente medievale: ci sono le mura di cinta con diversi torrioni e il cammino di ronda con vista sule famose nove isole e la città nuova.
Facciamo una visita alla cittadella fortificata e poi ci immergiamo in un mercato delle antichità situato nella piazzetta di fronte, dove si vende di tutto. Molta porcellana di Limonge e la HB di Quimper. Acquistiamo un piccolo mantice di porcellana di Limonge per € 10,00: veramente molto originale! A destra del mercato c’è una Halle con un mercato del pesce e non solo.
Infatti lì prendiamo la solita baguette e il Kouign Amann, di cui siamo diventati degli autentici fans. Ritornati al camper, pranziamo e, dopo un breve riposo, riprendiamo il cammino per Carnac, la città dei megaliti. Giunti sul posto subito ci rendiamo conto della difficoltà di parcheggio, soprattutto notturno.
C’è un’area di sosta preposta per i camper, ma purtroppo è già tutta piena. Il parcheggio vicino al cimitero sarà utilizzato il giorno seguente per il mercato cittadino e quindi decidiamo di andare direttamente al sito dei megaliti, che visitiamo da lontano, perché la zona è tutta recintata. Si tratta di una enorme distesa in cui sono allineate queste pietre, i Menhir, poste in posizione orizzontale.
Si pensa siano risalenti alla preistoria e sono da sempre simboli di numerose leggende bretoni e celtiche. Non si conosce comunque ancora oggi la loro reale funzione. Dopo esserci consultati con altri camperisti italiani, incontrati sul posto, decidiamo di andare a passare la notte a Quiperon, la penisola distante una ventina di chilometri da Carnac.
Il percorso non promette nulla di buono, poiché incontriamo una fila unica di macchine, che si dirige verso il centro abitato. Il posto è molto ambito per le spiagge e la vicinanza della Belle-île-en-mer, la più grande isola sulla costa bretone verso cui ci s’imbarca proprio da Quiperon. Siamo costretti così a raggiungere la sosta camper, abbondantemente segnalata sul percorso, ma completamente isolata dal centro abitato, quindi utile solo per la notte. Intorno ci sono solo percorsi tracciati naturalistici sulla costa. Anche la balneazione è vietata. Si paga € 6.00 solo muniti di carta di credito.
Entriamo ma subito ci accorgiamo che il posto è completamente pieno; riusciamo a trovare un posto solo all’ingresso. Ceniamo ancora alla luce del sole, nonostante siano le 22.00 e poi andiamo a dormire.
Mercoledì 10 agosto 2011
Al mattino ci svegliamo con il rumore di camper che vanno e vengono nell’area di sosta. Il tempo è splendido e si gode un paesaggio bellissimo con un cielo limpido e un mare calmissimo dai colori verde azzurro.
Lasciamo anche noi il parcheggio, il cui permesso ci scade alle 11.00 e decidiamo di ripercorrere la strada a ritroso. Rimaniamo sbalorditi dalla fila di macchine sulla corsia opposta e dai tanti pedoni con zaino in spalla che si affrettano probabilmente all’imbarco della nave per la Belle-île-en-mer. Nei pressi del centro abitato c’è un enorme parcheggio per auto, rigorosamente vietato ai camper, con servizio navetta verso il porto e completamente pieno. E intanto le macchine continuano a venire in direzione opposta… dove si potranno mai parcheggiare? Noi invece fuggiamo da questo caos decisi a trovare qualcosa di più tranquillo nell’interno.
Ci dirigiamo perciò nella cittadina di Rochefort-en-terre, segnalataci da altri camperisti. La scelta non poteva essere più appropriata. Si tratta infatti di un paesino riconosciuto tra le più belle “piccole città di interesse architettonico” in Bretagna, grazie alle sue mura di cinta, al suo castello, alle sue case antiche di pietra o a graticcio e alle sue numerose decorazioni floreali.
Inoltre è piena di mostre di oggetti antichi, atelier di pittori con esposizione di quadri personali, artigiani che offrono ai turisti i propri prodotti e, non potevano mancare, le boulangeries con i nostri ormai amati dolci al burro che ci affrettiamo ad acquistare, oltre a due bottiglie di sidro brut di produzione artigianale. Ci colpisce inoltre la cattedrale, in pietra con un accenno di recinto parrocchiale e al centro il solito ‘calvair’. La chiesa è dedicata alla Notre Dame de la Tronchaye, una madonnina di legno, che sembra miracolosa grazie alla presenza di molti ex-voto.
La visita nel luogo sacro è molto suggestiva, anche per la melodia di un pianoforte che fa da sotto fondo. Notiamo anche una commovente statuetta di S.Antonio che si abbraccia amorevolmente il Bambin Gesù. Per la sosta non abbiamo avuto alcun problema, poiché proprio vicino al centro c’è un parcheggio con un’area riservata ai camper. Si paga € 2.00 per 24 ore ed è molto confortevole, perché offre un bel prato con alberi che fanno ombra e tanta tranquillità.
Pranziamo nel verde di questa piccola oasi e poi ripartiamo, dopo un breve riposo, per la città di Nantes, distante quasi 100 km. Nel vicino paese di Malansac troviamo le indicazioni di un’area di sosta con pochi posti, molto pulita, segnalata sulla strada principale e con scarico e carico gratis.
Usiamo il servizio e ripartiamo per Nantes, sempre con la strada statale, distante da lì più di 100 km. Lì decidiamo di pernottare in un campeggio, viste le dimensioni della città e il tempo necessario (almeno un giorno intero) per svolgere una visita discreta. A Nantes c’è un bellissimo campeggio alla periferia Nord (coord. GPS N 47,24275° – W 1,56093°) , il Petit Port , comunque molto ben indicato dalla segnaletica stradale.
Ci sistemiamo e usufruiamo subito dei servizi a disposizione, che sono veramente eccezionali… sicuramente tra i migliori che abbiamo trovato nei nostri viaggi. C’è anche la WIFI free con codice di accesso da richiedere alla reception. I costi : € 28,40 a notte per 1 camper + elettricità e 2 persone. Occorre lasciare la piazzola entro le ore 15.00 del giorno della partenza. Dopo una cenetta fuori, andiamo a dormire.
Giovedì 11 agosto 2011
Lasciamo presto il campeggio a piedi, perché a pochi passi dall’ingresso c’è la fermata della metropolitana di superficie, la linea 2, che porta in pochi muniti al centro, alla fermata Commerce, punto di smistamento di tutte le linee di comunicazione della città. I biglietti si possono acquistare direttamente da un distributore automatico presente ad ogni fermata. Prendiamo un biglietto giornaliero per due persone.
Cominciamo la nostra visita dal Castello dei duchi di Bretagna, ultima fortezza della Loira prima dell’oceano, costruito da Francesco II, ultimo duca di Bretagna, poi da sua figlia Anna di Bretagna, due volte regina di Francia.
E’ maestoso e custodisce un palazzo residenziale dalle facciate raffinate con logge in stile rinascimentale ed è circondato da fossati, ormai quasi completamente coperti, e da mura. La visita degli esterni e del cortile è interamente accessibile e gratis. E’ possibile comunque visitare gli interni a pagamento e con audio-guida in italiano. Noi preferiamo continuare il nostro giro turistico, andando a visitare la cattedrale di San Pietro e Paolo, poco distante.
Alla sua vista rimaniamo estasiati, ammirando la purezza e l’armonia del suo stile gotico ‘fiammeggiante’ che ospita tuttavia un capolavoro del Rinascimento del 1507 : la tomba di Francesco II e di sua moglie Margherita di Foix. La posa della prima pietra risale al 1434 e l’ultimo cantiere si chiuse solo nel 1893. Ha subito un brutto incendio nel 1972, ma dopo importanti lavori di restauro, la cattedrale ha riacquistato tutto il suo splendore.
Passando per il Municipio giungiamo poi alla chiesa della Saint-Croix, stilisticamente mista tra il barocco della facciata e il neo-gotico dell’interno, ci appare particolare per il suo campanile metallico sormontato da angeli che suonano la tromba ai quattro punti cardinali. Nell’interno scopriamo tanti ex-voto di ringraziamento alla Madonna, tra cui anche uno a Padre Pio.
Proseguiamo per la piazza del Bouffay, fulcro della città medievale, come si nota dalla presenza di case in assito e in pietra tagliata. Di lì raggiungiamo dopo alcuni minuti il quartiere Feydeau, che comprende la famosa isola di Feydeau. In realtà si tratta di una ex-isola e quindi di una lingua di terra costruita dal riempimento dei bracci della Loira.
Nantes era considerata la “Venezia dell’ovest”, proprio grazie alle sue isole sul fiume. Tuttavia la Feydeau conserva ancora la sua natura d’isolotto se si guarda il viale Turenne, che la costeggia, con le aiuole dai bordi in granito che fanno pensare all’acqua del fiume e ai vecchi pontili. A ridosso del viale si ergono su un suolo sabbioso molti edifici di ricchi armatori degli inizi del sec. XX che si inclinano creando un effetto ottico tra i più singolari ! Decidiamo di pranzare in un tipico ristorantino a Place du Commerce. Tutto molto buono e raffinato!
Proseguiamo il nostro tour passando per la Place Royale ed ammiriamo la sua bella fontana monumentale in granito blu, che raffigura al centro una donna armata di tridente (la città di Nantes) che domina le allegorie in bronzo della Loira e dei suoi quattro affluenti. Raggiungiamo poi la Basilica di Saint-Nicolas, in stile neo-gotico del 1854. La sua guglia bianca, alta 85 m., domina alta su tutto il quartiere. L’interno è suggestivo…c’è anche la raffigurazione di Santa Monica.
Finora abbiamo notato nelle chiese bretoni molta devozione a Papa Giovanni Paolo II per la presenza di gigantografie del suo volto e frequenti riferimenti, sempre attraverso foto, della sua vita apostolica. Tutto ciò probabilmente a seguito della sua beatificazione recente. Continuiamo il giro del quartiere Graslin e raggiungiamo il famoso Passage Pommeray, un passaggio coperto che collega la piazza della Borsa e quella del Teatro.
Ha un enorme valore architettonico e risale al 1843. In pendenza si sviluppa su tre livelli bordati da negozi, che si raggiungono tramite una scalinata monumentale dalla decorazione lavorata. Poche sono le città europee che si possono vantare di possedere un passaggio coperto di tale valore. Cerchiamo di andare a vedere la Loira e per questo prendiamo la passerella pedonale Victor-Schoelcher. Di lì si ha una vista abbastanza completa tra la terra ferma e l’Île de Nantes, dove sorge il modernissimo palazzo di giustizia.
Torniamo indietro e con l’aiuto dei mezzi pubblici arriviamo a Place de Bretagne, dove c’è la Torre di Bretagna, moderna in un quartiere misto tra edifici antichi e costruzioni contemporanee. Dopo una breve sosta all’ipermerché, riprendiamo il mezzo per raggiungere il campeggio, dove pernottiamo ancora una notte, stanchi, ma contenti.
Venerdì 12 agosto 2011
Partiamo subito in direzione Tours per raggiungere i castelli della Loira. Ne vogliamo visitare alcuni, dopo aver fatto una selezione, consigliata da amici esperti, poiché il tempo a nostra disposizione sta per terminare. La strada statale ci porta nella regione centrale della Francia, dove oltre alla Loira scorrono i suoi famosi affluenti: Cher e Indre.
Lungo il percorso ci accorgiamo dei tanti vigneti che si estendono e costeggiano la strada. Infatti spesso troviamo la segnalazione Route de Vignobles de la Loire. Molte sono anche le indicazioni che si riferiscono a cantine di vini del posto, con invito alla degustazione, come per esempio quello di Bourgueil. Il primo castello che decidiamo di visitare è quello di Villandry, molto bello soprattutto per i suoi giardini alla francese.
Troviamo parcheggio vicino al sito ed entriamo a vedere sia l’interno del maniero che i giardini (due biglietti distinti). Ben arredato e tenuto in ottimo stato, il castello risale al 1536 e fu voluto da Jean le Breton, ministro delle finanze di Francesco I, sui ruderi di una fortezza medievale.
Passò attraverso diversi proprietari fino ad arrivare nel 1906 alla famiglia spagnola dei Carvallo, con Joachim Carvallo, restauratore della nobile residenza e architetto dei favolosi giardini in versione rinascimentale, la cui splendida veduta si gode da tutte le stanze del castello.
Molto variopinti grazie alle molteplici piante piene di fiori utilizzate, i giardini compongono disegni simbolici e belle allegorie. E’ davvero uno spettacolo osservarli dal belvedere!
Abbiamo ancora tempo e dopo un piccolo spuntino decidiamo di andare a visitare Azay-le-Rideau, situato su un’isola sull’Indre a 10 km. da Villandry. Il parcheggio camper, ben segnalato, si trova poco distante l’ingresso del castello ed è gratuito con CS. Racchiusa in un piccolo centro abitato, la nobile residenza fu costruita nel 1510 da Gilles Berchelot, notaio e segretario di Francesco I, dopo aver ottenuto la signoria di Azay.
La fastosità del castello simboleggia quindi l’avvenuta ascesa sociale del suo primo proprietario. Dopo molti passaggi di proprietari privati la residenza con parte del circostante parco stile inglese è stata acquista dalla Stato francese nel 1905. Lo stile è sempre rinascimentale e la particolarità è lo specchio d’acqua che riflette l’immagine del maniero.
Gli interni non sono eccezionali, merita invece la passeggiata esterna con veduta del castello sul fiume. Per la notte decidiamo di sostare il più possibile vicino a Chenounceau, altro sito reale. Abbiamo saputo che è vietato parcheggiare di notte nel luogo riservato ai camper (c’è un’attenta sorveglianza). Per questo entriamo in un piccolo camping municipale, il River Port, distante pochi chilometri dal castello. Si paga poco (€ 10,80 per camper e due persone, senza elettricità) e il tutto è gestito da un giovane che gira per riscuotere il dovuto.
Ci sono servizi spartani e non c’è CS per i camper. Dopo una bella cenetta sul prato verde andiamo a riposare.
Sabato 13 agosto 2011
In poco tempo raggiungiamo il parcheggio del Castello di Chenounceau. Ci sono pochi camper, dato forse l’orario mattiniero. Facciamo i biglietti e acquistiamo anche l’uso dell’audio-guida dotata di I-pod. Il castello sorge sul fiume Cher e risale al secolo XVI. Lo costruirono Thomas Bohier e sua moglie Katherine Briçonnet , dopo aver fatto demolire la fortezza e il mulino fortificato della famiglia Marques.
Conservano però solo la struttura del Maschio, la Torre dei Marques, trasformata in stile rinascimentale. Il castello si erge sui piloni del vecchio mulino fortificato. Ha una forma elegante ma imponente al tempo stesso, risentendo del nuovo stile rinascimentale misto a quello neo-gotico.
La caratteristica del castello è un ponte ad archi , sovrastato da una galleria, che collega il maniero con l’altra sponda dello Cher. La sua costruzione porta la firma dapprima di Diane de Poitiers, la favorita di Enrico II, e poi di Caterina de Medici, sua regale consorte. Al castello è stato attribuito infatti il nome di “Castello delle donne”, perché molte personalità femminili hanno contribuito alla sua struttura architettonica oltre che a crearne un centro di arte e cultura, come nel caso di Madame Dupin.
Anche i giardini circostanti sono il frutto creativo delle donne che hanno soggiornato a Chenouceau. Suggestiva la veduta del castello rispecchiato sullo Cher con il suo ponte ad archi. Gli interni sono ben curati e la guida molto dettagliata. Il prossimo castello è Chambord, ma decidiamo di fermarci a Cheverny per la sosta notturna.
Non visitiamo l’omonimo castello, ma usufruiamo del parcheggio libero a camper e auto che c’è a ridosso. Visitiamo il centro abitato, molto piccolo, e ci troviamo nel mezzo di una festa popolare, con tanto di degustazione di vini locali (Cheverny) e Madeleines a volontà. Ci intratteniamo piacevolmente e acquistiamo anche frites e crepes al cioccolato agli stands della festa. Dopo aver assistito per un po’ anche ad una versione teatrale bizzarra e divertente di Romeo e Giulietta (in francese), andiamo a dormire soddisfatti.
Domenica 14 agosto 2011
La stanza del Re Sole
Ci spostiamo a Chambord. Nei pressi del castello c’è un parcheggio riservato ai camper. Si paga € 6,00 e se si pernotta € 20,00. Ci incamminiamo verso la residenza regale che subito ci appare imponente, incorniciata da un enorme parco verde. Si tratta del più grande castello sulla Loira, voluto da Francesco I, a cui era sempre piaciuta la zona paludosa circostante, dove usava praticare spesso la caccia.
Nel 1519 aprì quindi il cantiere per una residenza di campagna, nonché riserva di caccia. Influenzato dall’architettura innovatrice del Rinascimento italiano e accompagnato dalla genialità di Leonardo da Vinci, Francesco I fece mettere in opera un maniero enorme con l’aspetto ancora di una fortezza medievale con il maschio centrale e le mura di cinta, ma dalle forme eleganti e maestose che gli donano grazia ed equilibrio.
E’ il castello di tutti gli eccessi : lungo 156 m., alto 56m., con 77 scale, 282 camini e 426 stanze. Francesco I non vede terminato il suo progetto. Alla sua morte nel 1547 ci sono soltanto il maschio e l’ala reale. Il figlio Enrico II e Luigi XIV, il re Sole, anche loro appassionati di caccia, daranno a Chambord l’aspetto che conosciamo oggi.
Particolare di grande interesse architettonico di questo castello è la scala interna.
Si tratta di una sovrapposizione di due scale a vite che si sviluppano attorno al nucleo cavo centrale. Due persone che utilizzano ognuna una rampa di scale possono intravedersi attraverso le aperture praticate nel centro, ma non si incontrano mai. Leonardo da Vinci potrebbe essere uno degli ispiratori del progetto.
Gli interni sono arredati in parte, a causa delle razzie della Rivoluzione Francese. Tuttavia c’è una cospicua collezione di dipinti che mostrano vari regnanti francesi, che rendono il castello centro della propaganda monarchica soprattutto ai tempi del conte di Chambord, ultimo dei Borboni ma mai salito al trono di Francia. Enrico di Berry (il conte di Chambord) fu l’ultimo proprietario della residenza.
Lo Stato francese riscatta il castello nel 1930. La visita dura un’ora e mezza, interrotta da una pausa caffè. Sotto una pioggia intensa lasciamo la zona della residenza e ci dirigiamo al camper, dove pranziamo velocemente e ripartiamo per Bourges, distante 70 km.
Lì rifacciamo acqua e scarichiamo alla comoda area CS e poi ci rimettiamo in cammino per il sud, destinazione Montluçon, dove troviamo un parcheggio segnalato con CS. Il giovedì è impraticabile a causa del mercato cittadino. L’unica particolarità è che l’acqua costa € 5,00 per 150 litri. Dormiamo in compagnia di altri camper.
Lunedì 15 agosto 2011
Tutta la notte è piovuto. Al mattino ci svegliamo ancora con un tempo incerto. Passiamo la giornata a a riposarci e risistemare un po’ il camper. Facciamo una piccola passeggiata per il centro storico di Montluçon e dopo pranzo ripartiamo in direzione rientro. Ci fermiamo per la notte a Macon in un piccolo piazzale fra lo stadio e la gendarmerie, sulla riva destra del fiume che attraversa la città. Facendo un piccolo giro per il paese, deserto per l’ora (ore 20.00) e per il ferragosto, chiediamo informazioni ad un signore che scopriamo essere originario di S. Marco in Lamis e che vive a Macon da 40 anni. Il mondo è proprio piccolo !!
Martedì 16 agosto 2011
Lasciamo Macon e decidiamo di raggiungere il Lago di Bourget, nei pressi di Chambery, che tanto ci era piaciuto durante il viaggio di andata. Giungiamo sul posto per l’ora di pranzo e ne approfittiamo per mangiare sul lungo lago, pieno di persone che fanno il bagno in un’acqua cristallina con fondo roccioso, quasi come quella del mare. Prima di ripartire approfittiamo del camper service (già descritto il giorno 1 agosto). Partiamo con l’intento di varcare il confine e dormire in Italia. Procediamo in direzione Frejus, ma leggendo le indicazioni stradali, Antonio decide di intraprendere un percorso alternativo: raggiungere il confine attraverso i Passi del Telegrafo (m. 1566) e del Galibier (m. 2645) via Briançon e il Passo del Monginevro (m. 1854). I tempi di percorrenza si sono notevolmente allungati, ma lo spettacolo paesaggistico ha gratificato il sacrificio. Alle ore 21,00 giungiamo a Susa in una comoda area di sosta cittadina, ben segnalata. Si trova carico e scarico ed elettricità gratis. Trascorriamo la notte tranquilli.
Mercoledì 17 agosto 2011
Ci svegliamo con comodità e intraprendiamo una passeggiata nel centro di Susa, poco distante dalla nostra sosta. Approfittiamo e prendiamo il primo caffè italiano dopo quasi 20 giorni. Riprendiamo il nostro cammino consapevoli di aver terminato il nostro bellissimo tour francese dei Castelli della Loira, dirigendoci più che soddisfatti verso casa.
I numeri del viaggio
Km 5034
Gasolio: litri 613 – € 840
Autostrada (solo italiana): € 138,30
INDICAZIONI UTILI
- Si consiglia il rifornimento di carburante presso i centri commerciali, che sono distribuiti in modo capillare su tutto il territorio francese e dove si riesce a risparmiare anche € 0,25 a litro.
- Per chi si avvicina per la prima volta alla Francia in camper non c’è alcuna preoccupazione per i servizi CS. Sulla strada nazionale si incontrano quasi sistematicamente indicazioni di possibilità di carico e scarico. Si paga solo € 2,00 per 100 litri d’acqua e di solito lo scarico è gratis.