Il luogo e la storia. Il crollo dell’Impero Romano, le conseguenti invasioni barbariche prima e saracene poi portarono al deperimento di queste aree che necessitavano di una continua manutenzione idraulica in quanto territori alimentati da corsi d’acqua provenienti dai colli Albani e dai monti Lepini.
Indubbiamente fa un certo effetto girare per strada ed incontrare segnaletiche “Borgo Bainsizza”, “Borgo Sabotino”, “Borgo Montello”, “Borgo Monte Grappa”, “Borgo Isonzo” quando si è preventivato ed organizzato un viaggio in tutta altra direzione.
Dopo un primo momento di smarrimento ci ricordiamo che stiamo visitando la provincia sorta ex novo dopo un lungo periodo di impaludamento dovuto all’abbandono: infatti, a parte qualche tratto depresso, era stata una fertile terra che forniva grano alla Roma imperiale. Il crollo dell’Impero Romano, le conseguenti invasioni barbariche prima e saracene poi portarono al deperimento di queste aree che necessitavano di una continua manutenzione idraulica in quanto territori alimentati da corsi d’acqua provenienti dai colli Albani e dai monti Lepini ma soprattutto da numerose sorgenti carsiche: a causa della Duna quaternaria che partendo da Nettuno arriva fino al Circeo le acque rimasero imprigionate e mancando di uno sbocco al mare resero palustre tutta la superficie.
Un primo tentativo di parziale bonifica verso la fine del ‘700 permise la riutilizzazione della via Appia dopo di che si susseguirono vari tragici tentativi che costarono la vita a migliaia di persone fino alla definitiva sistemazione in epoca mussoliniana grazie al contributo di intere popolazioni prelevate dalle zone depresse e povere del nord che dettero vita ai consorzi di bonifica di cui i “Borghi” erano punti di riferimento ( con scuole, chiesa, strutture elementari) dei tanti poderi dispersi nella ex palude che potevano così avere un collegamento con le città che nacquero in un secondo momento quando la volontà del regime di frenare l’inurbamento per favorire il radicamento della popolazione rurale contrastò con la necessità di far nascere centri abitati più consistenti e soddisfacenti all’accrescersi dei bisogni della popolazione: scuole, uffici, mezzi di comunicazione, ecc. per la progettazione dei quali si mossero varie scuole di pensiero.
L’uomo abitò queste aree fin dalle sue origini: ne danno attestazione un cranio e frammenti ossei risalenti al neandertaliano, graffiti, oggetti d’uso che si possono ammirare nel Museo Homo Sapiens di S. Felice Circeo.
Latini, Volsci, Aurunci sono i popoli che vissero su queste terre: del periodo più antico restano mura ciclopiche di varie epoche (a Cori, Fondi, Formia), templi ed edifici termali (a Terracina, Minturno, Circeo), residenze estive marittime di imperatori e ricche famiglie patrizie di cui restano anche monumenti funerari.
Nel medioevo Gaeta fu importante repubblica marinara. Mura e difese erano a guardia di castelli e palazzi di nobili proprietari che occupavano le alture intorno alla pianura paludosa.
A questo proposito una visita particolare merita il borgo di Sermoneta, di lunga storia dovuta alle peripezie dei vari proprietari dei quali resta un poderoso castello ben conservato( Federico III, Carlo V,e per lungo tempo i Borgia ne furono ospiti e padroni) rimanendo sempre uno dei monumenti più integri della architettura medioevale. Dalle sue mura lo sguardo spazia fino al mare.
I PARCHI
La parte meridionale della provincia che non fu interessata alla bonifica ha come caratteristica peculiare: la presenza di parchi.
Il regionale della Riviera di Ulisse ( così chiamata perché molti reduci della guerra di Troia mossero verso queste aree: Enea che perse a Gaeta la nutrice, Dardano che si dice fondatore di Cori, Ulisse soprattutto che ebbe molte vicissitudini nei lunghi anni trascorsi con Circe) con formazioni geologiche, aree botaniche, carsiche, giacimenti culturali e archeologici.
Il regionale dei Monti Aurunci comprendente la regione montana con splendidi panorami sul golfo di Gaeta.
Il più esteso è il Parco nazionale del Circeo nato in contrapposizione alla logica della bonifica dell’agro pontino, che prevedeva interventi integrali di disboscamento a tappeto per lasciar posto ai nuovi poderi, riuscendo così a salvare una parte della selva di Terracina, il promontorio calcareo, un tempo separato dalla terraferma, che è la vera icona del parco, la duna litoranea a cui in seguito si sono uniti i laghi costieri e l’isola di Zanone prezioso arcipelago di isole ambientali ricco di elementi vegetativi e presenze faunistiche di grande rilievo e isole culturali costituite da serie di reperti di ogni epoca: la Selva di Circe, unica foresta naturale di pianura; il promontorio con i suoi versanti “quarto caldo” e “quarto freddo” ricoperti dalle massime espressioni della vegetazione mediterranea ( palma nana) che ospitano lepri, cinghiali, istrici, allocchi, volpi, esemplari di picchio rosso.
La Duna litoranea che la vegetazione “primordiale” con fioriture del giglio marino, il sempreverde eringio tipico delle sabbie litoranee e i tappeti di ginepro coccolone rendono solida proteggendo l’entroterra dalla salsedine o le zone umide con stagni dolci e salmastri dove vivono numerose specie di uccelli che in queste aree trovano rifugio nei loro percorsi migratori ( Gazzette, Cormorani, Falchi pescatori, Aironi, Cavalieri d’Italia) o l’isola di Zanone appendice del Parco appartenente al contesto geografico dell’ arcipelago ponziano ma essendo disabitata vive in condizioni di elevata naturalità di vegetazione mediterranea e presenze avifaunistiche importanti come i mufloni. A nord di Sabaudia si può ancora visitare un residuo della foresta planiziaria, bosco di cerri e farnetti oltre che farnie ed ontani mentre nelle zone allagate vivono anfibi e rettili
In simile contesto la maga Circe non ebbe certo difficoltà nell’ammaliare lo stanco navigatore Ulisse e distrarlo nel suo intento.
Sicuramente è d’obbligo una visita alle rovine e ai giardini di Ninfa.
Definita “la Pompei del medioevo” ha una vicenda storica che si sviluppò nell’arco di circa seicento anni (dall’VIII al XIV sec.) durante i quali visse momenti da protagonista nel quadro di lotte fratricide ( tra cui lo scisma d’Occidente) con vari cambi di possessori fino alla totale distruzione.
Il resto lo fece la malaria.
Ma negli anni ’20 del secolo scorso è rinata meravigliosamente in simbiosi con una “costruzione” floreale per volontà delle ultime proprietarie, tutte di formazione inglese (lady Wilbraham e sua nuora Marguerite Chapin) che crearono il giardino restaurando le rovine testimoni della presenza di un centro urbano situato in posizione strategica e importante. Il cui motivo dominante è l’acqua, (una diga sul torrente omonimo contribuisce alla formazione di un laghetto) suddivisa in numerosi rivoli limpidissimi, proveniente da risorgive, che nel suo movimento permette di assistere ad un concerto mormorante e rilassante: un vagheggiato Eden in cui roseti, volute di glicini, calle ranuncoli raddoppiano le loro fantasmagorie rispecchiandosi nell’acqua. E’ una reale dimostrazione di quale importanza abbia avuto l’influenza inglese nell’organizzazione dei giardini, anche quelli cosiddetti “all’italiana”, traendo ispirazione dalle opere di pittori italiani, francesi e fiamminghi che furono i primi ad avere come spunto paesaggi con rovine.
GASTRONOMIA
La cucina della zona esprime le diverse anime delle molteplici etnie di cui è composta la popolazione del territorio.
Un carattere marino che vive di pesce; un carattere collinare che predilige paste all’uovo e sughi casalinghi vivendo dell’agricoltura locale( carciofi,olive,broccoli,). La pianura si avvale di una eterogenea cultura culinaria in quanto espressione di abitudini alimentari diverse e attinge alla vasta produzione di derivati del latte di bufala e mucca e alle primizie dei campi e per il turista o visitatore occasionale non è difficile trovare la possibilità di apprezzare il modo migliore per dare soddisfazione al suo buon gusto.
IL TERRITORIO E LE SUE SAGRE
Latina – Birdwatching sui laghi della costa – 1 domenica di febbraio, marzo, aprile, ottobre, novembre e dicembre.
Norma – Campionato nazionale parapendio (info 0773 354892)
Ponza – Festival del Teatro Italiano – luglio e agosto (06 9534893)
Formia – Festival della Zampogna – febbraio (0771 7781)
Sezze – Sagra del carciofo – 4 domenica di aprile
Ventotene – Lancio delle mongolfiere – seconda metà di settembre
Testo Giuseppe Lambertucci