A cura di Tommaso Fabretti
Nell’entroterra molisano, a 20 km da Isernia, nascosto tra verdi boschi di faggio in cima a una vetta sassosa si erge il borgo di Chiauci. Paese di origine normanna nell’antico territorio sannita (di cui ancora oggi abbiamo evidenti resti di mura), Chiauci venne dominato da innumerevoli feudatari.
Situato in posizione sopraelevata, il centro del paese era in antichità fortificato, cinto da mura di difesa che ne permettavano l’accesso esclusivamente attraverso tre porte imponenti, situate in punti strategici.
La porta principale, situata tra la torre campanaria della Chiesa San Giovanni Evangelista e la torre dell’orologio, ha ancora ben visibili i cardini su cui era posto il portone di legno, andato purtroppo perduto.
Nel cuore del paese, circondato dalle mura, spicca il Palazzo Baronale Gambadoro, l’antico castello medievale che ospitava i maggiori feudatari dell’epoca, trasformato nelle epoche successive in residenza gentilizia. Sempre nel centro cittadino da non perdere il Museo Arti e Mestieri della civiltà contadina di Chiauci, che raccoglie nelle sue sale molti strumenti, tradizioni e ricordi del passato.
All’esterno delle mura vi è la chiesa dedicata a San Sebastiano, nella quale è custodita una copia fedele della Sacra Sindone. Sul piccolo slargo che costituisce il sagrato della Chiesa, è presente una croce viaria risalente all’incirca ad un periodo compreso tra il XIV e XVIII secolo.
Dopo aver visitato il centro medievale vale la pena spostarsi negli immediati dintorni della cittadina molisana, dove troviamo tanto verde e tranquillità. Vi consigliamo in particolare di visitare il bosco di Sant’Onofrio, in cui è possibile rilassarsi passeggiando e visitando la bellissima chiesetta in stile barocco-rinascimentale.
I SAPORI TIPICI DI CHIAUCI
Come da miglior tradizione contadina, Chiauci offre ai suoi ospiti dei piatti tipici semplici ma ricchi di gusto. Scopriamoli insieme.
LA POLENTA
È il piatto tipico della tradizione contadina chiaucese. In passato, il modo tipico di servirla consisteva nel capovolgere il paiolo, nel versare tutta la polenta su un tavolo di legno (detto “tav’rill”), nello spargere la polenta e quindi nel porre tutto il condimento al centro del composto. I commensali mangiavano attorno al tavolo, traendo di volta in volta il condimento preferito dal centro del tavolone.
La polenta viene fatta con patate, farina di granturco, acqua e sale e viene poi condita a piacimento in vari modi: con salsiccia e peperoni, con sugo di carne di maiale o, ancora, con baccalà.
POLPETTE CASCE E OVA
Sono le tipiche polpette paesane fatte con la mollica di pane raffermo, uova e parmigiano. Vengono fritte nell’olio bollente e possono essere mangiate in bianco o condite con un classico sugo.
SAGNE E FASCIUOLE
Pasta fresca fatta in casa con semplici ingredienti come acqua, uova e farina e tagliata a mano. Possono prendere la forma delle classiche fettuccine oppure possono essere tagliate a rombo: in questo caso prenderanno il nome di “sagne a pezze” Generalmente vengono condite con un sugo con fagioli.
LO SQUATTONE
Lo “Squattone” è un “antipasto d’inverno” tramandato da molte generazioni: si tratta di pasta con acqua di cottura (detta in dialetto “vroda”) a cui si aggiunge vino rosso a piacimento.
LE SCORPELLE
Arriviamo infine al dolce tipico di questa località, preparato soprattutto in occasione del carnevale Chiaucese. Si tratta di pasta frolla che viene tagliata a strisce e a cui viene data una forma attorcigliata, successivamente fritta e passata calda nello zucchero.
Chiauci è dunque un piccolo angolo di paradiso, tra natura incontaminata, aria pulita e buona cucina.
Si ringrazia la Pro Loco Chiauci per il prezioso contributo.
Il presente articolo è tratto dalla nostra rivista GRATUITA Turismo all’Aria Aperta di QUESTO MESE.