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Home Diari e racconti di viaggio

Un giro in Normandia e poi su e giù per la Francia

admin by admin
25 Giugno 2012
in Diari e racconti di viaggio
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HONFLEUR, il porticciolo

HONFLEUR, il porticciolo

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Quest’anno abbiamo deciso di tornare in Francia e di prefissarci come tappa sicura la Normandia, lasciando al caso le successive destinazioni.

Camper Burstner Ixeo ed equipaggio di 2 persone

Dal 2 al 17 luglio 2011

Partiamo sabato 2 luglio da Vicenza  verso le 5.45 di mattina, percorriamo l’autostrada italiana per varcare la frontiera attraverso il traforo del Monte Bianco: la giornata è splendida con un bel sole, ma non è tanto caldo.

L’autostrada non è poi così trafficata a parte i soliti punti, ma alle 10.30 arriviamo al traforo del Monte Bianco; lo attraversiamo e vediamo la coda chilometrica di chi entra in Italia.

Il paesaggio che ci aspetta dall’altra parte è meraviglioso; meraviglioso soprattutto vedere i ghiacciai e le nevi ancora presenti sul massiccio del Monte Bianco.

Pensiamo di  fermarci a pranzo ad Annecy, ma probabilmente per il fatto che fosse sabato è impossibile trovare parcheggio: tutto pieno, riproveremo al ritorno.

Quindi proseguiamo decidendo di fermarci per il pranzo  in una delle bellissime aree di sosta lungo l’autostrada e programmiamo il navigatore per VEZELAY, cittadina intravista nel 2008 mentre passavamo al ritorno verso l’Italia.

All’uscita dell’autostrada direzione Avallon ci dirigiamo per una strada più piccola, ma molto pittoresca che ci fa attraversare una serie di piccoli paesini tra cui St.Pere, molto carini.

Infine arriviamo a Vezelay e cerchiamo il Camping Municipal L’ermitage, semplice ed essenziale, dove paghiamo per una notte  10 euro compresa elettricità .

Siamo arrivati alle 18.30, ma abbiamo già voglia di vedere e quindi  a piedi dal campeggio ci dirigiamo al piccolo villaggio che ha un’atmosfera mistica; la cattedrale dedicata a St.Marie Madeleine, e che pare contenerne una reliquia,  è un esempio di arte gotico/romanico meravigliosa: si entra da una piccola porta che ti introduce in una sorta di atrio che probabilmente in passato raccoglieva i pellegrini per poi entrare nella chiesa vera e propria in stile gotico medioevale: arcate bianche con a lato tante cappelle dedicate a vari santi e una cripta sotto l’altare contenente la reliquia.

Leggiamo, inoltre che già dall’undicesimo secolo tale chiesa era uno dei 4 punti europei da cui partiva  il cammino di Santiago; a riprova di ciò lungo la via principale del villaggio vi sono delle conchiglie che segnano il passo.

All’interno troviamo anche un gruppo di uomini che pregano e cantano, tutti con scarpe da trekking e vediamo i preti imporre loro le mani sul capo in segno di benedizione: sembra che partano per il Cammino di Santiago.

Sono le 20.30 e torniamo al campeggio per una cena ristoratrice e un buon sonno: domani si parte per la Normandia.

Domenica 3 luglio ore 9.00 ci incamminiamo per l’ultimo tratto che ci separa dalla Normandia; decidiamo di prendere l’autostrada per arrivare sino a Rouen, in modo da ridurre il tempo di percorrenza, ma intorno a Parigi il traffico è sempre sostenuto.

Arriviamo alle 16.00 a FECAMP e – vista l’area sul porto piena – puntiamo sul camping municipal; scelta che si rivela ottima per la piazzola assegnataci con vista sul mare.

Il camping è spartano e i servizi sembrano abbandonati, però ha una posizione ottima in quanto posizionato a terrazze sul mare.

Quindi, attraverso una strada che parte proprio dalla nostra piazzola raggiungiamo la spiaggia e visitiamo il centro del paese: l’Abbazia Benedectine – famosa per il liquore – e le 2 chiese più importanti; troviamo aperte anche 2 panetterie e compriamo il pane per la cena.

Verso le  20.00 torniamo al camping, ceniamo e  poi  passeggiamo all’interno del camping in attesa del tramonto sull’oceano che non si può proprio non fotografare.

Falesia di ETRETAT
Falesia di ETRETAT

Il giorno seguente, di  buon mattino andiamo a ETRETAT per vedere le famose falesie.

Il sole che ci accompagna ci permette di camminare sulle falesie e di ammirare lo spettacolo naturale; sul lungomare ci sono dei chioschi che hanno la forma di una piccola nave sovrastati da un tetto di paglia o legna fine. Acquistiamo del pane e in una bottega caratteristica del cidro rosè da gustare nei prossimi giorni.

Riprendiamo il nostro camper e ci dirigiamo verso HONFLEUR, decidendo di prendere la D940 che si dimostra piacevole e scorrevole sino a LE HAVRE; qui i lavori in corso ci fanno perdere tempo e la strada giusta (mezz’ora tra divieti e altro) per poi ritrovarla in prossimità del ponte di Normandia.

HONFLEUR, il porticciolo
HONFLEUR, il porticciolo

Prendiamo il Ponte di Normandia (costo 5,90 euro) e attraversiamo il canale giungendo a HONFLEUR dove vediamo subito l’area attrezzata sul porto. Arriviamo per le 13.00,  decidiamo di fermarci e visitare la cittadina nel pomeriggio; la giornata è molto calda per cui preferiamo rimanere in camper nelle ore più calde a leggere un libro.

Assistiamo anche a un feroce diverbio tra due camperisti stranieri che si contendevano una piazzola: una cosa veramente assurda.

Verso le 16.30 ci incamminiamo verso il villaggio di Honfleur – a circa 300 metri – da dove siamo noi e passeggiamo lungo le viuzze con le caratteristiche case a graticcio che avevamo visto anche in altre zone della Francia. Ci colpisce subito una casa posizionata di fronte al bacino, che sembra un vecchio maniero e poco più avanti la Chiesa di S.Caterina: indubbiamente particolare in quanto è fatta di legno di quercia e sembra intatta dal 15^secolo. Difatti principalmente costruita in pietra durante la guerra dei cent’anni venne distrutta e siccome non avevano soldi per costruirla con del buon materiale utilizzarono il legno di quercia in quanto meno costoso.

Di fronte, all’interno di un’altra costruzione similare che in passato era una Chiesa vi è un museo, ma la cosa più interessante è la costruzione stessa.

Passeggiamo poi sulle altre vie e sbirciamo i prezzi delle pietanze servite dai ristoratori lungo il bacino, ma non vediamo le famose moules cucinate alla buona sul molo.

Dopocena facciamo invece una passeggiata sul lungomare per vedere il tramonto; peccato che da quella parte si veda la zona industriale di Le Havre con le sue industrie petrolchimiche.

Il giorno seguente ci regala ancora una bella giornata e ci dirigiamo sulle spiaggie dello sbarco, prima tappa ARROMANCHES LES BAINS.

Per comodità prendiamo l’autostrada sino a Caen e poi prendiamo la D7 e la D514 sino ad Arromanches.

Qui parcheggiamo dove c’è il cinema circolare al costo di 5 euro e all’entrata dello stesso acquistiamo la Normandie pass al solo prezzo di un euro per avere sconti  ulteriori sui siti lungo i paesi dello sbarco.

Al cinema fanno vedere un filmato che è un montaggio tra le immagini originali dell’epoca – girati dagli alleati stessi (pare che anche John Ford fosse al seguito) – e le immagini di oggi; ovvero i paesi e la gente durante i giorni dello sbarco, con in evidenza le rovine delle case e chiese bombardate e gli scontri casa per casa, e come sono oggi questi stessi paesi.

Il filmato ti lascia un magone e comincia a farti pensare su ciò che è avvenuto su queste spiaggie che oggi vedi tranquille e solcate solo dalla marea che sale e scende quasi a volersi riprendere il proprio territorio.

Scendiamo in paese e visitiamo anche il museo dove in molte vetrine sono custodite divise donate dai combattenti dell’ epoca proveniente da più parti del mondo.

Da Arromanches proseguiamo verso LONGUES SUR MER dove sono ancora visibili, tra coltivazioni e campi di grano,  le batterie tedesche poste a guardia delle costa per un temuto sbarco.

Giungiamo poi a COLLEVILLE SUR MER dove c’è il cimitero americano.

Qui la commozione si fa grande, non tanto per le numerose croci bianche e stelle di david poste insieme, ma per i filmati proiettati al suo interno che raccolgono testimonianze dei parenti di alcuni caduti americani morti in Francia.

Tra le testimonianze c’è ne sono due veramente toccanti: quella di un medico militare e di una promessa del basket che decidono di partire e di arruolarsi in quel momento, per fare il proprio dovere nella sconfitta del nazismo.

Le tombe all’esterno sono tutte in fila e la maggior parte hanno il proprio nome, mentre alcune riportano una frase che dice praticamente “noi non sappiano chi sei ma Dio sì”

Alcune tombe hanno anche dei fiori forse posati da parenti e da persone comuni; tra le croci ci sono nomi italiani: figli di emigranti provenienti anche da New York. Tutti ragazzi giovani che per un motivo o per l’altro si sono sentiti in dovere di partecipare. Storie veramente toccanti che fanno riflettere sulle motivazioni che spinsero quei giovani ragazzi di ieri e sulle motivazioni di oggi, che invece sembrano più riflettere un’esigenza economica sia da parte dei singoli sia da parte delle nazioni in conflitto

All’interno del museo anche un ricordo su Glenn Miller, il grande compositore americano, che morì insieme alla sua orchestra durante una traversata in aereo durante un trasferimento in quanto con i suoi concerti voleva portare un po’ di casa ai soldati in guerra, ed è sepolto nel cimitero americano di Cambridge.

Intanto giunge la pioggia, quasi ad esprimere il nostro stato d’animo; optiamo quindi per il camping “Le Robinson”(costo 22,00 euro) posizionato fuori  paese.

La pioggia non ci lascia neanche alla notte e al mattino ci si sveglia con cielo minaccioso ancora di pioggia.

La prossima tappa è POINTE DU HOC, dove i rangers americani scalarono le falesie per attaccare le postazioni tedesche; molte furono le perdite umane americane e le casematte sono praticamente ancora lì.

Da qui andiamo ad ossequiare – se così si può dire – anche il cimitero tedesco a LA CAMBE dove sono sepolti circa 20.000 soldati tedeschi; qui impressiona l’età giovanissima dei ragazzi, forse reclutati alla guerra in maniera forzata per rimpinguare le forze tedesche ormai alla fine.

I visitatori sono pochi e prevalentemente tedeschi e olandesi, ma una visita anche a questo cimitero fa capire ancora di più l’atrocità della guerra.

Giusto in tempo per schivare la pioggia, con il magone ci dirigiamo nel paesino che durante lo sbarco fu  reso famoso più da un episodio curioso che dalle battaglie : ST.MERE EGLISE.

Il paese è stato il primo paese francese liberato dai tedeschi, in quanto i parà americani si lanciarono lì  e uno di loro rimase con il paracadute agganciato al campanile della chiesa e fingendosi morto ebbe salva la vita.

Parcheggiamo proprio dietro la chiesa in Place du 6 Juin dove c’è l’area di sosta per camper.

La chiesa è bella ed è rimasta intatta al suo interno in quanto non oggetto di bombardamenti e inoltre ha una vetrata decorata donata dai parà ivi tornati nel 1969; di fronte alla chiesa vi è anche un museo con cimeli della guerra un po’ ingombranti: carro armati, aerei etc.

A questo punto ritenendoci soddisfatti di quanto visto, volgiamo il camper alla volta di BAYEAUX, cittadina famosa per l’arazzo sulla battaglia di Hastings il cui vincitore fu  Guglielmo il conquistatore, duca di Normandia.

Parcheggiamo nell’area attrezzata che è sì centrale ma anche un parcheggio per auto, quindi secondo noi comoda per girare la città, ma non per dormire.

Il centro storico è pittoresco anche se il traffico toglie l’ulteriore bellezza e particolarità.

La cattedrale di Bayeaux è imponente e bella con le navate decorate da vetrate ove filtra il sole che oggi c’è anche se in lotta con le nuvole minacciose.

Ci dirigiamo versa la galerie che custodisce l’arazzo e ci mettiamo in fila per vederlo con l’ausilio di un’audioguida; l’audioguida fa la narrazione della storia raccontata sull’arazzo, ovvero la storia della battaglia di Hastings ove il duca di Normandia Guglielmo vinse e divenne poi il futuro re d’Inghilterra.

Avremmo preferito ascoltare più particolarità su come è stato costruito l’arazzo, quanto tempo ci volle etc., ma nulla di ciò viene detto.

Quindi torniamo al camper e puntiamo a FALAISE città natale di Guglielmo il conquistatore.

FALAISE, il castello di Guglielmo il conquistatore
FALAISE, il castello di Guglielmo il conquistatore

Scelta un po’ per caso, Falaise si rivela una piacevole sorpresa: il camping municipal dove approdiamo è proprio sotto il castello di Guglielmo, in parte intatto nonostante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Al camping municipal (wifi libero) veniamo a sapere che l’indomani sarebbe passato il TOUR de France e quindi avrebbero chiuso le strade, per cui se stavano una sola notte dovevamo andar via per le 8.30.

Anche se la prospettiva era di stare lì due giorni, dopocena facciamo due passi per il paese che merita senz’altro una visita e vicino al camping c’è la fontana di Allette, una sorgente d’acqua scoperta all’epoca di Guglielmo.

Giovedì 7 luglio ci svegliamo sotto la pioggia e visto il tempo e il giorno “perso” in più a Falaise, ci dedichiamo a fare la lavatrice e asciugatrice; solo che invece scopriamo che le strade chiuse non sono quelle che avremmo fatto noi.

Per cui alle 10.30 usciamo dal campeggio (in Francia sinora in tutti i camping si può lasciare la piazzola entro le 12.00) andiamo a far benzina e spesa e ci dirigiamo a CHARTRES per vedere la famosa cattedrale.

Prendendocela con calma con strade nazionali e poca autostrada arriviamo a CHARTRES alle 16.45 e ci posizioniamo al CAMPING DE L’EURE, camping veramente economico (15,94 con elettricità).

Da qui si prende un sentiero/percorso ciclopedonale e si arriva lungo i ponti e le strade antiche di Chartres e poco dopo alla Cattedrale.

La cattedrale è maestosa e il suo interno è in restauro, tant’è vero che in più navate restaurate si intravvede l’antico splendore: le pareti sono splendidamente bianche e le vetrate risaltano ancora di più. Per il restauro ne è prevista la fine nel 2013, diciamo che per il 2014 ci potremmo ripassare e vederne la grandezza.

Esternamente, invece a parte il portale e la particolarità di avere due guglie disegnate in maniera diversa, rispetto ad altre cattedrali francesi non ci dice molto di più.

Invece l’Eglise de St.Pierre ha un esterno che ricorda molto di più Notre Dame de Paris e scattiamo una splendida fotografia da un ponte che riprende sia la cattedrale sia il retro di tale chiesa.

Torniamo quindi al camping con l’intenzione di fare tappa l’indomani a Eurodisney per provare a fare un giro a Parigi.

Partiamo al mattino del venerdì verso le 9.00 prima di prendere l’autostrada ci dirigiamo a MAINTENON dove, da un depliant preso a Chartres, scopriamo esistere un castello dell’epoca del Re Sole.

Parcheggiamo nel parcheggio degli impianti sportivi e ci dirigiamo al castello.

Il castello merita sicuramente una visita e alla cassa ci danno anche un foglio in italiano con la storia del castello. Tale costruzione risalente al tredicesimo secolo fu poi rimaneggiato dai vari proprietari tra cui ci fu la Madame de Maintenon moglie segreta di LUIGI XIV.

Al suo interno ci sono arredi risalenti all’epoca e molti ritratti del Re Sole che aveva commissionato un acquedotto che da lì avrebbe dovuto portare l’acqua a Versailles.

Purtroppo però i costi eccessivi non lo permisero e l’acquedotto è rimasto incompiuto.

Quindi finita la visita  con calma ci dirigiamo al Parc Eurodisney dove la sosta – senza elettricità – ma con gli altri servizi costa 20 euro a notte, basta andar via entro le 10.00. Da qui c’è la stazione RER che con 14,00 euro circa andata e ritorno ti porta a Parigi nella zona dell’Arco di Trionfo.

Anche qui il tempo non invita a muoversi a piedi e quindi facciamo un giro al parco Disney village con entrata gratuita e decidiamo di mangiare fuori al ristorante country dove poi alle 21.00 c’è un concerto. Optiamo per il menu a buffet che ci permette di scegliere quello che mangiamo e di prenderne quanto ce ne pare: ottima scelta.

Alle 21.00 circa comincia il concerto di un gruppo che si rivela piacevole per le musiche scelte; rimaniamo lì sino alle 23.30 decidendo per il giro a Parigi se il tempo tiene l’indomani.

Ci svegliamo sotto un cielo cupo e nuvoloso e quindi addio Parigi……che facciamo?

Gira che ti rigira…..e perché non Strasburgo?

E sia, qui potremmo anche fermarci per il weekend, onde evitare di girare per posti turistici la domenica, quando si spostano anche i francesi.

Quindi prendiamo l’autostrada A4 con meta Strasburgo.

Dalla guida ACSI troviamo il camping MONTAGNE VERTE che scegliamo per la sosta. (19 euro a notte).

Arriviamo per le 14.30 ci sistemiamo e subito partenza con i mezzi pubblici verso il centro. (per tram e bus abbiamo fatto il biglietto giornaliero di 4 euro su tutti i percorsi e al camping danno le istruzioni sui trasporti).

STRASBURGO si rivela una bellissima città, molto più di Chartres.

STRASBURGO crocevia d’Europa
STRASBURGO crocevia d’Europa

Tipicamente alsaziana, la regione di cui ne è la capitale si dimostra il crocevia d’Europa; più volte tedesca nella sua storia e più volte protestante sembra la città della tolleranza.

All’ufficio del turismo, proprio nella piazza della cattedrale, acquistiamo la Strasburgpass per 13,40 a testa che comprende alcune visite e sconti per altre. Quindi dopo un breve giro della città e una visita al museo alsaziano, visto l’arrivo della tanto temuta pioggia e l’ora tardiva torniamo al camping rimandando gli altri giri a domani.

Tra le opportunità comprese c’è il giro in bateaux (dura 1 ora) che facciamo, quindi,  la domenica mattina all’insegna del sole che sembra augurarci la buona giornata; il giro è da farsi, anzi andrebbe fatto all’inizio per decidere poi come fare la visita alla città. Sul battello ci sono le cuffie con l’audioguida con la possibilità di ascoltarla  nella propria lingua e con diversità di linguaggio a secondo che si sia adulti o bambini.

Anche la “Petite France” il quartiere tipico della città merita una visita e lì ci fermiamo a mangiare una tarte flambeè alsacienne (una sorta di pizza storicamente fatta con avanzi di pasta di pane con formaggio speck e cipolla) con birra  e dolce per un costo di 25,00 euro.

Purtroppo però il cielo si rabbuia e quindi optiamo per una visita al museo delle Belle Arti ove sono presenti quadri di artisti italiani, come Giotto, Raffaello e Canaletto e artisti francesi come Monet.

Ma la pioggia non demorde e con dispiacere e con calma ci avviamo al tram (che altro non è che una metropolitana di superficie) e torniamo al camping per restarci sino alla partenza.

Visto un piccolo problema accadutoci al camper proviamo ad andare al service center della Burstener, posizionato a Kehl in Germania che dista solo 15 km da Strasburgo per la riparazione.

Lunedì mattina partiamo per Kehl, ma ci dicono che possono effettuare la riparazione solo domani; quindi fissiamo l’appuntamento con loro e torniamo a Strasburgo – parcheggiando al parking Elsau dotato di partenza tram –  per un ultima visita con l’appuntamento all’Orologio astronomico, che la domenica non veniva eseguito; utilizzando quindi la Strasburgopass ancora valida ci aggiungiamo alla lunga fila di persone in attesa.

La visita merita e vista la bella giornata è ancora più bello godersi la città, per cui ci allunghiamo sino al parco Orangerie (molto bello con laghetto) dove non si può fare a meno di ammirare le cicogne che camminano con calma tra la gente e si lasciano fotografare.

Accaldati verso le 17.00 ritorniamo al Parking dove rimaniamo all’ombra a rinfrescarci per poi andare a dormire al park a fronte del service center della Burstner.

Così martedì, finchè il nostro camper era sotto tutela meccanica, facciamo un piccolo giro a Kehl dove troviamo il mercato e compriamo del formaggio tipico da un signore che parla un po’ d’italiano.

Verso le 13.00 ci ridanno il camper sistemato e ci dirigiamo a COLMAR al campeggio l’ILL, in riva all’omonimo fiume.

L’afa ci fa rimpiangere il freddo/fresco della Normandia, ma prendendo il tram riusciamo a farci un giro nella città dalle tipiche case a graticcio; ammiriamo le insegne di metallo che identificano l’esercizio pubblico e la piccola venezia (che è veramente molto piccola), ma  prima che scoppi il temporale che si avvicinava riusciamo a riprendere il bus per il campeggio.

Quindi poi, doccia, cena e chiusi in camper a leggere in quanto sotto la pioggia.

Domani si torna in Borgogna per procedere verso l’Italia.

Partiamo presto in direzione Borgogna sotto un acquazzone costante sino a CHATEAUNEUF EN AUXOIS.

Qui parcheggiamo all’ingresso del borgo e sotto un cielo buio ma non più piovoso come prima visitiamo il borgo e il castello; purtroppo il brutto tempo non ci fa apprezzare il posto: dal castello si ha un bellissimo panorama e il piccolo borgo medioevale merita una passeggiata.

Ricomincia a piovere e ci dirigiamo a CHALON SUR SAONE sperando in un miglioramento, ma invano.

Qui ci dirigiamo in Promenade Sainte Marie dove abbiamo rilevato l’esistenza di un area di sosta; diciamo pure che è un gran parcheggio, ma ci sono altri camper (alla fine arriveremo a essere una ventina) e l’area di carico/scarico è più avanti.

Non appena cessa un attimo di piovere ci incamminiamo verso il piccolo centro dove non possiamo fare a meno di ammirare la cattedrale di St.Vincent, ristrutturata all’esterno e un po’ all’interno che ha indubbiamente il suo fascino senza far rimpiangere le grandi cattedrali tipo Chartres.

Anche il lungo fiume ha il suo fascino anche perché il Saone sembra quasi più grande del nostro Po ed è navigabile.

Non piove più ma ormai è tardi e torniamo in camper per la cena e una sana dormita.

Giovedì 14 luglio, festa nazionale in Francia, ci sveglia con un tiepido sole che si fa sempre più largo tra le nuvole.

Prendiamo quindi la N6 e passiamo per Tournus che avevamo letto interessante da vedere; in effetti il paesino merita una visita. (c’è anche un camping e ci sono camper che hanno pernottato sul parking bus)

Parcheggiamo alla stazione e ci incamminiamo.

La Cattedrale di St.Philibert
La Cattedrale di St.Philibert

Subito ci appare  la cattedrale di St.Philibert  di epoca medioevale ben tenuta e che conserva le reliquie del santo;  sotto l’altare c’è una cripta del 1020 con colonne corinzie e con ancora raffigurate le stazioni della via crucis dell’epoca.

Tornando al piano di sopra, dietro l’altare ci sono dei mosaici raffiguranti lo zodiaco e le stagioni scoperti nel 2002 durante le opere di restauro.

Tutta la chiesa è veramente bella e onestamente di piace di più di altre grandi cattedrali; il paese ha inoltre altre 3 chiese che però sono chiuse e non visitabili.

Le viuzze sono parzialmente medioevali e in alcuni punti le case sono moderne, ma il piccolo giro è piacevole.

Riprendiamo il camper e proseguiamo per BOURG-EN-BRESSE prendendo la D975 che va da Tournus a Bourg direttamente.

Lungo la strada scopriamo anche che il gallo o il pollo è il simbolo della regione e nei molti ristoranti scorti lungo la strada il menu prescelto è il pollo.

Arriviamo a Bourg –en-bresse verso le 11.00 dopo aver fatto la strada nazionale e decidiamo di posizionarci prima in campeggio, pranzare e poi nel pomeriggio fare un giro per la città.

Praticamente la città ha solo due chicche: la chiesa di Notre-Dame e la Chiesa di Brou con il caratteristico tetto colorato. Qui scopriamo anche dei camper posizionati per la notte.

Venerdì 15 luglio ci dirigiamo ad ANNECY sperando di trovar posto nell’area attrezzata, ma invano; quindi anche qui puntiamo sul camping LA BELVEDERE che vedremo poi riempirsi in toto alla sera.

Pranziamo e verso le 15.00 ci dirigiamo a piedi giù ad Annecy per visitare la città vecchia e lo chateau: tutto abbastanza carino, ma dopo gli altri paesi visti, la cittadina ci delude un po’.

Verso le 18.00 prendiamo il bus per il ritorno che ci smonta proprio davanti al camping e qui facciamo una bella chiacchierata con una coppia di italiani pensionati, scambiandoci parecchie opinioni e idee sia sulla Francia che sull’Italia.

Partiamo il sabato mattina alle 8 direzione CHAMONIX in modo da essere pronti a varcare il traforo del Monte bianco la domenica mattina presto.

Ci posizioniamo al camping Les deux glaciers a Chamonix-Les Bossons, proprio sotto i ghiacciai del Monte Bianco: spettacolo naturale meraviglioso.

La giornata è splendida, per cui prendiamo il bus gratuito per la città per un piccolo giro; troviamo il mercato e facciamo altri acquisti culinari; troviamo inoltre la famosa guida completa delle aree di sosta francesi che compriamo immediatamente e la posizioniamo in camper pronta per le prossime destinazioni future.

Nel pomeriggio ci dedichiamo ad una bella passeggiata tra i boschi. lungo una strada che porta all’arrivo della funivia (costo n11 euro A/R) e cena poi nel piccolo ristorantino del campeggio a gustare la fonduta e a salutare le nostre ferie ormai terminate.

Purtroppo le ferie sono finite e domani ci aspetta il ritorno, ma possiamo concludere dicendo che ancora una volta la Francia si rivela : EN-PLEIN AIR!!

Per i tuoi viaggi itineranti e le tue vacanze in Francia puoi consultare anche la pagina con le segnalazioni delle aree di sosta, di punti sosta e dei camper service in Francia
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