Strade dissestate, antichi monumenti e spiagge da sogno: il viaggio in Grecia, raccontato dal nostro lettore Roberto, alla scoperta delle bellezze e del territorio ellenico a bordo del suo camper con le sue immancabili compagne di viaggio.
Mezzo: Roller Team T-Line Garage S su Fiat Ducato 130
Equipaggio: Roberto – guidatore, Michela – navigatrice, Habibi e Jamila – gatte di camper
Domenica 22giugno
Partenza ore 18.30 da Mirano, Km 20.275
Finito il turno di lavoro di Roberto, riusciamo a partire alle 18.30, prendiamo la A4 con direzione Trieste e viaggiamo per circa un paio d’ore, ma la stanchezza si fa sentire perciò decidiamo di fermarci per la notte nell’area di Gorizia (N 45° 56′ 44.64” – E 13° 36′ 58.39”) c’è acqua e scarico, però vi sono pochi posti in quanto i residenti fanno rimessaggio, i veicoli non troppo lunghi sostano anche nei posti auto; all’entrata del parcheggio vi è apposto un segnale che indica che è provvisoriamente gratuito.
Km percorsi 154
Lunedì 23 giugno
Partenza ore 11.00, Km 20.429
Partiamo tardi in quanto siamo andati ad un centro commerciale a comprare il navigatore perché quello che avevamo è caduto e non funziona più. Proseguiamo sulla A4 e entriamo in Slovenia con direzione Lubiana quindi in Croazia direzione Zagabria e Belgrado sempre in autostrada seguendo la E70. Sosta per la notte al parcheggio del distributore prima della barriera autostradale al confine con la Serbia.
Vignetta Slovena € 15,00 (vale 7 giorni compreso quello di acquisto); Autostrada croata 8 Kune (€ 1,00 = 7,5 Kune)
Km percorsi 621
Martedì 24 giugno
Partenza ore 9.30, Km 21.050
La notte è stata tranquilla. Partiamo e subito attraversiamo il confine con la Serbia, proseguiamo in direzione Belgrado, Nis e Skofie, il gasolio è a 1,95€/l. Dopo Nis l’autostrada termina e la statale è tutta un cantiere di lavori per la nuova autostrada, perciò procediamo a rilento. Al confine con la Macedonia riprende l’autostrada e dopo il confine, a tratti, è pessima, tutta buchi, rattoppi e solchi dei camion, è a tratti senza corsia d’emergenza e c’è il limite dei 80 Km/h.
Facciamo il pieno prima della frontiera poiché il gasolio è a soli 1,13 €/l. Alle 19.29 entriamo in Grecia, dopo aver percorso circa 1500 Km, nessun problema per il passaggio come del resto nelle altre frontiere. Ci fermiamo per la notte nella prima area carburante, facciamo due spese al bar dove ci dicono che il parcheggio è sicuro, i gestori hanno anche 4 cani che vigilano l’area. Qui dobbiamo spostare l’orologio un’ora avanti.
Pedaggio autostradale: kune (Croazia), 184 + 520; Dinaro (Serbia) 1.100, 280; Dinaro (Macedonia) 70 + 90 + 70.
Km percorsi 753
Mercoledì 25 giugno
Partenza ore 09.20, Km 21.803
La notte è stata sufficientemente tranquilla, ci alziamo e ci sono già 37°. Ci sono i wc esterni al bar, puliti, e ne approfittiamo per vuotare il wc, così da essere tranquilli. Riprendiamo la marcia per le Meteore con direzione Salonicco, quindi Atene, a Kozani si prende lo svincolo per Joannina con uscita a Trikala per Deskati. Lungo il percorso vi sono delle fontane dove si può far acqua, in prossimità di Kalambaka si iniziano a vedere i pinnacoli di roccia che ricordano i Camini delle fate in Turchia.
Ai piedi di queste torri di pietra troviamo il paese di Kastraki e da qui col camper ci inerpichiamo in mezzo ai pinnacoli, poiché abbiamo in un precedente viaggio già visitato tutti i 6 monasteri che fanno da cappello ai sassoni, scegliamo di tornare a vedere i due più belli, sono gli ultimi alla fine del percorso: troviamo da parcheggiare per entrambi lungo la strada nei pressi dell’entrata, quello di Varlaam è il più antico (1517).
Vi si accede da una scalinata e sono visitabili la terrazza panoramica, la chiesa dove vi sono interessanti affreschi ed il refettorio che ospita il tesoro, inoltre i Kellieri all’interno delle quali vi è una grande botte con la capacità di 13.000 litri e la torre in legno che si affaccia sullo strapiombo dove sono ancora visibili l’argano e la carrucola che venivano utilizzati sia per portar su materiale sia per far salire e scendere i monaci quando non vi era ancora l’accesso pedonale.
Quindi ci spostiamo di circa un chilometro e accediamo a quello di Megalon, qui bisogna percorrere una bella scalinata, prima in discesa e poi in salita con ottima vista sulle altre meteore.
Appena si entra visitiamo il Kellari con tutti gli attrezzi della vita contadina e una grande botte, poi vediamo una stanza con ossario e quindi la bellissima chiesa tutta affrescata, il museo della resistenza e del tesoro. Il monastero è formato da quattro piani che però non sono visitabili. Ogni ingresso costa 3 € e per accedervi bisogna avere un abbigliamento consono al luogo, bisogna avere le spalle coperte e le donne devono coprire i pantaloni con pareo, che vengono eventualmente forniti in loco.
Il tutto, per chi non lo avesse mai visto è spettacolare, per noi, che qui ci siamo stati circa 25 anni fa, quando la strada era poco più di un sentiero asfaltato, il luogo non era ancora sfruttato turisticamente e non vi arrivavano decine di pullman, i monaci conducevano la loro vita normale e li incrociavi per le stanze, visitabili in numero maggiore, vestiti con i loro paramenti particolari, è stato un po’ una delusione.
Tornati al camper ripartiamo per la costa e nel tratto precedente l’autostrada vediamo molte fontanelle d’acqua, prendiamo direzione Jgoumenitsa, dove arriviamo in un paio d’ore, da qui iniziamo a scendere lungo la costa, la nostra prima sosta era prevista nella spiaggia di Planetaria, vi arriviamo verso le 19.30, alcuni camper sono parcheggiati lungo la strada chiusa, a bordo spiaggia, questa soluzione però non ci piace quindi proseguiamo per Sivota dove sappiamo esserci un parcheggio alberato (N 39° 24′ 24” E 20° 14′ 34”), purtroppo è tutto occupato da automobili perciò pensiamo non sia più possibile sostare col camper.
Vista l’ora e la stanchezza optiamo per un campeggio e ci dirigiamo a Parga (N 39° 17′ 04” E 20° 24′ 40”) , dove c’è l’omonimo camping; giunti in questo bel centro balneare scopriamo che il campeggio deve ancora iniziare la stagione, chiediamo informazioni e ci viene indicato il campeggio EnjoyLichnos.che si trova dopo un paio di chilometri (N 39.28202 E 20.43421), peccato perché questo comporta rinunciare alla visita della città, da qui irraggiungibile.
Il campeggio si trova alla fine di una ripida discesa, ad un certo punto si attraversa un cancello con il nome del campeggio e da qui, cominciano le terrazze per i camper, scendiamo ancora un bel tratto e arriviamo all’ultimo terrazzamento sotto gli ulivi, non scendiamo ulteriormente, dove c’è l’area della reception con relativi servizi e ristorante, (dove i camper sostano molto vicini, fronte spiaggia all’ombra di tettoie di canna) perchè abbiamo paura di strisciare il fascione posteriore essendoci troppo dislivello.
La scelta si rivela ottima infatti la terrazza è predisposta per una decina di camper e siamo solo in 3, per cui abbiamo libertà a destra e a sinistra, inoltre vi è un blocco di servizi, nuovi, puliti (sapone e carta igienica compresi) tutti per noi. Finalmente ceniamo, fa un bel caldo e manca l’aria perciò dopo un po’ andiamo a dormire con tutte le finestre aperte.
Pedaggi autostradali: € 3 + 6 + 6 + 6.
Km percorsi 492
Giovedì 26 giugno
Sosta in campeggio
Nonostante il caldo siamo riusciti a dormire. La giornata è coperta e non fa un caldo eccessivo, il camper è tutto all’ombra poiché oltre ai grandi ulivi ci sono tettoie di canne. Dopo le consuete manovre di riordino camper andiamo in spiaggia. La sabbia è molto grossa e l’acqua è limpida e turchese, siamo su una piccola baia circondata da alte scogliere coltivate ad ulivi, parte della spiaggia è adibita a stabilimento balneare e vi è un servizio di barche che trasportano i bagnanti da altre località poiché ristorante, supermercato e stabilimento sono aperti al pubblico; ciò nonostante la spiaggia non è affollata. Trascorriamo la giornata in relax, e ci godiamo due splendide nuotate in questa magnifica acqua un po’ freddina.
Venerdì 27 giugno
Partenza ore 12.20, Km 22.295
Ci alziamo alle 8,30 e dopo colazione iniziamo a mettere via tavolo e sedie con quel che segue. Andiamo in spiaggia per un ultima nuotata in questa bella baia, l’acqua è sempre freddina ma c’è un bel sole e si sta bene. Tornati al camper seguono le operazioni di carico e scarico e quindi ci rechiamo a Parga per fare un prelievo, poiché qui molto spesso accettano solo contanti (non solo al campeggio ma anche ai distributori di carburante e ai caselli autostradali).
A Parga è impossibile parcheggiare e pertanto io sto in camper e Roberto va alla ricerca di un bancomat, pertanto rinunciamo alla visita di questa cittadina e del suo castello, accontentandoci solo della veduta del bel golfo sul quale si affaccia il paese con un dedalo di stradine non transitabili col camper. Invertiamo il senso di marcia e ci dirigiamo ad Ammoudia dove troviamo un lungo mare di alti eucalipti sotto le cui ombre parecchi camper già sostano in tutta libertà. Troviamo uno spiazzo all’ombra e parcheggiamo in modo che il camper sia circondato da alberi, prepariamo il pranzo e mangiamo in camper dove si sta benissimo poiché spira un delizioso venticello.
Nel pomeriggio andiamo in spiaggia e lasciamo i finestrini aperti poiché il gestore della taverna al di là della strada, sapendo che ceneremo da lui, ci guarda il camper. Anche qui c’è una piccola baia, oggi c’è mare mosso e più che nuotare, ci divertiamo a saltare sulle onde, possiamo sciacquarci dal salso perchè lungo tutta la spiaggia ci sono le docce fredde, inoltre c’è il servizio di bagnino. Ceniamo con dell’ottimo pesce spada, marinato ed alla brace ad un prezzo più che onesto (€ 47,00). Avendo mangiato parecchio passeggiamo lungo i viali fino al molo, anche qui c’è una lunga fila di camper accampati lungo tutta la banchina, mentre lungo il canale sono ormeggiate tutte le barche da pesca.
Km percorsi 25
Sabato 28 giugno
Partenza ore11.00, Km 22.320
La notte è trascorsa tranquillamente ma abbiamo dormito poco a causa di piccole ma fastidiosissime zanzare. Salutiamo calorosamente il taverniere e sua moglie che indicano la strada per le gole (gliki) di Acheronte, quindi proseguiamo attraversando tutto il paese e proseguiamo per circa un’oretta, vi sono le indicazioni stradali, arriviamo ad un grande parcheggio sterrato e ben alberato (N 39° 19′ 37” E 20° 36′ 59”), vi sono bancarelle di souvenir e di scarpette da mare, vengono offerte varie attività: rafting, ippica, ecc.
Noi ci posizioniamo sotto un grande ulivo vicino ad un bar ristorante e indossati pantaloncini corti e canottiera, calzate le scarpine da mare, iniziamo il percorso verso le gole. Camminiamo per 20 minuti lungo un bel sentiero ombroso che costeggia il fiume ed arriviamo al punto in cui si deve proseguire in acqua, l’entrata è traumatica perché proprio qui si immette un affluente che porta acqua gelida, dopo poco ci si abitua e l’acqua ha una temperatura accettabile, ha un bel colore turchino ed è trasparente, ci nuotano i pesciolini, il colore indica la profondità pertanto bisogna stare attenti a dove passare.
Dopo un po’ arriviamo in un punto dove, per un tratto di una decina di metri, ci si deve immergere fino al petto per poter proseguire, purtroppo noi non abbiamo pensato di indossare il costume, ed io ho già ora i pantaloncini bagnati, in considerazione anche del fatto che da quando siamo partiti dall’Italia ho un potente raffreddore, decidiamo, a malincuore di tornare indietro. Tornati al camper pranziamo e stiamo un po’ in relax. Verso le 16.00 torniamo sulla statale e ci dirigiamo verso il paesino di Riza, che si trova su un bel litorale di sabbia bianca, e quindi inseriamo le coordinate per la taverna Castro (N 39° 08′ 15” E 20° 34′ 52”) perché viene indicata dalla guida dell’Associazione Vivicamper anche come piccola area attrezzata per camper.
Purtroppo al nostro arrivo troviamo solo il cartello ma la taverna è in stato di abbandono, delusi proseguiamo verso Kanali Beach, l’ampio parcheggio per cui proseguiamo lungo questa strada per cercare la seconda indicazione fornita dalla guida (N 39° 03′ 41” E 20° 41′ 37”), in effetti è possibile parcheggiare lato strada su uno spazio erboso fronte mare. Poiché noi cerchiamo anche un luogo dove pernottare, escludendo la sosta solo bagno, perché il mare è agitato, spira una brezza fresca ed io sono nuovamente parecchio influenzata, decidiamo di portarci un po’ avanti col nostro itinerario, nuova meta: Lefkada nell’omonima isola. Imbocchiamo la statale a pedaggio perché attraversiamo un lungo tunnel, e arriviamo per una strada molto sinuosa al paese, qui cerchiamo l’area Camper stop “L” ( N 38° 49′ 30” E 20° 42′ 02”), ma dopo esservi giunti troviamo il cancello chiuso con lucchetto e una scritta con i seguenti orari senza alcun’altra indicazione: 10.00 – 12-00; 19.00 – 21.00.
L’area sembra incolta e quindi cerchiamo un posto dove parcheggiare almeno per visitare il paese. Alla fine del molo troviamo un parcheggio ( N 38° 50′ 05” E 20° 42′ 07”), c’è già un altro camper italiano. Facciamo una bella passeggiata sul lungomare e gironzoliamo per le stradine del centro, tutte un negozietto. Ci rechiamo in farmacia dove senza problemi acquistiamo antibiotici e sciroppo. Ci mettiamo in moto alla ricerca del posto dove pernottare, la guida indica un bar che offre parcheggio a pagamento, con piscina ed ogni comfort, vi giungiamo dopo aver visto bellissimi scorci sul mare, la stradina che immette nel parcheggio è molto ripida e con un notevole dislivello sul terreno con conseguente rischio di strisciare il fascione posteriore per i veicoli, come il nostro, che hanno il pianale ribassato e uno sbalzo posteriore lungo.
Un po’ preoccupati, poiché si sta facendo sera, ci rimettiamo in moto, a questo punto entriamo in un campeggio a circa 2 km, sotto un uliveto, in zona senza accesso al mare: camping Kathisma (N38° 46′ 33” E 20° 36′ 23”), per fortuna ci sono solo poche tende e riusciamo a trovar posto sotto un grande albero.
Pedaggio autostrada € 5
Km percorsi 131
Domenica 29 giugno
Partenza ore 12.20, km 22.451
Al mattino facciamo le cose con calma, tanto quando ieri abbiamo pagato, ci hanno detto che potevamo lasciare il campeggio quando volevamo e perché, siamo tutti due piuttosto chiusi e raffreddati. Quando siamo pronti prendiamo direzione Porto Katsiki (N 38° 36′ 10” E 20° 32′ 57”), la strada fino a Komilio non presenta grandi difficoltà mentre l’attraversamento del paese crea qualche problema nello scambio poiché la strada ha la stessa larghezza del camper; dopo qualche chilometro notiamo delle belle terrazze con tavoli apparecchiati, che si affacciano sulla veduta di una bella baia, poiché è ora di pranzo decidiamo di fermarci e poiché parcheggiamo proprio di fronte, lasciamo il camper tutto aperto così entra un po’ di brezza per le micie. Mangiamo del buon pesce e un’ottima mousaka.
Dopo una bella sosta torniamo al camper e proseguiamo per la nostra destinazione. Gli ultimi 5 chilometri sono in una strada molto stretta, tutta buche e fronde di alberi, arrivati a 200 m. dal grande parcheggio strapieno di auto, l’andamento della strada è in forte discesa con repentina salita, anche qui il nostro veicolo non può transitare incolume, e comunque difficilmente avremo trovato posto, dato che ci sono vetture anche sul piccolo slargo della strada. Ci fermiamo anche noi sullo slargo per godere il panorama: 3 piccole baie che si susseguono, raggiungibili con gradinate, e un mare caraibico.
Veramente amareggiati, poiché il luogo è magnifico proseguiamo per Vasiliki, ritorniamo fino a Komilio, per evitare le stradine interne, e da qui prendiamo la deviazione per la nuova destinazione, acquistiamo del buon miele di timo da uno dei numerosi banchetti che si incontrano lungo la strada. Vasiliki è un piccolo paesino con una spiaggia sassosa e un porto turistico. Sostiamo senza problemi al porto (N 38° 37′ 40” E 20° 36′ 25”) e facciamo una passeggiata lungo i numerosissimi ristoranti della banchina del porto.
Poiché stiamo ancora facendo digestione non possiamo fare il bagno proseguiamo il viaggio con destinazione Syvota, ad una decina di chilometri. Qui vi è una baia adibita esclusivamente a porto turistico, fatta eccezione per alcuni pescherecci, non c’è spiaggia. Parcheggiamo nell’ampio piazzale, dove volendo si può anche dormire (N 38° 37′ 30” E 20° 40′ 53”), e percorriamo tutta la baia costeggiata da ristoranti e qualche negozio di souvenir e alimentari. Le barche ancorate sono una più bella dell’altra e ci chiediamo quante tasse paghino i proprietari di quelle italiane. Poiché il posto non offre null’altro ed è presto per fermarci per la notte, andiamo ancora avanti per l’ultima tappa di oggi, che è Poros.
Anche qui c’è una piccola baia con una spiaggia di bianchi sassolini e un’acqua cristallina, non vi è possibilità di sosta per i camper pertanto usiamo l’accesso dalla spiaggia per entrare al Poros Camping (N 38° 38′ 23” E 20° 41′ 47”), avevamo visto un accesso anche scendendo alla spiaggia, ma è una stradina stretta e molto ripida, da evitare. Il campeggio è molto piccolo ma molto ben ombreggiato, i servizi sono molto belli e puliti, con carta igienica, sapone e fon, i migliori trovati finora.
Nel prezzo è incluso wi-fi, la piscina con profondità massima m.2,70, c’è e lo sconto del 10% alla taverna, il tutto un po’ scomodi perché si trovano nella zona dell’ingresso alto (97 scalini). Vi sono inoltre a disposizione lettini, sedie e tavolini da portarsi dove si desidera, c’è anche un bel barbecue con tavoloni.
Ristorante € 27,00 – Km percorsi 82
Lunedì 30 giugno
Sosta a Poros
Per fortuna il campeggio è bello, pulito, con buoni servizi ed è molto tranquillo poiché dovremo rimanerci per alcuni giorni in quanto entrambi ormai siamo sotto antibiotico a causa della bronchite, oggi Roberto ha anche la febbre e stiamo tranquilli in camper.
Martedì 1 luglio
Sosta a Poros
Oggi va un po’ meglio ma ancora non possiamo fare il bagno, se pensiamo alla bella spiaggetta di acqua limpida a due passi da noi stiamo ancora peggio. Approfittiamo per fare bucato e sistemare le foto. Speriamo domani di poter passare una giornata normale poiché ammalarsi in ferie è veramente terribile.
Mercoledì 2 luglio
Sosta a Poros
Questa notte ho tossito tanto e non mi sento ancora bene, meglio rinviare i bagni ancora di un giorno. Per fortuna i gestori del campeggio ci hanno procurato un’altra scatola di antibiotici perché proprio oggi prendiamo gli ultimi. La giornata scorre in totale relax e alla sera decidiamo di andare su al ristorante a mangiare il pesce. Mangiamo benissimo spendendo meno del previsto, il cameriere parla l’italiano senza problemi e la vista da quassù è davvero straordinaria. Per digerire facciamo una passeggiata sulla riva del golfo, la vista anche dalla parte del molo è molto suggestiva, soprattutto di sera, c’è un’acqua limpida che riflette gli scafi delle molte barche a vela ferme nel golfo. Notiamo la presenza di moltissime macchine italiane. C’è anche un market abbastanza ben fornito, con molti prodotti italiani. C’è molta gente nei numerosi ristoranti che si affacciano sul mare.
Giovedì 3 luglio
Sosta a Poros
Stamattina ci sentiamo meglio e fa un bel caldo così finalmente riusciamo a fare il bagno in quest’acqua meravigliosa. La spiaggetta di sassolini non è affollatissima e facciamo una bella nuotata. Io che ho gli occhialini vedo attraverso il turchese dell’acqua i pesci che mi nuotano intorno, è uno spettacolo. Dopo la doccia andiamo al market a comprare maschera e respiratore per Roberto.
Al pomeriggio facciamo un altro bagno memorabile e verso sera andiamo nuovamente al molo a fare le foto e poi ci concediamo un’altra cena di frittura di pesce, ottima ed abbondante. Poiché il luogo è troppo bello e si sta da Dio abbiamo deciso di prolungare la nostra sosta per un altro giorno e saltare alcune tappe previste per raggiungere il Peloponneso.
Ristorante € 27.00, spese varie € 21.
Venerdì 4 luglio
Sosta a Poros
Un bel bagno al mattino ed uno al pomeriggio, questa volta con l’acqua un po’ mossa. Una passeggiata, un lettino e un bel libro, una partita a carte e per cena una tagliata di chianina. Che stress. Domani partenza.
Sabato 5 luglio
Partenza ore 11.00 – Km 22533
Ci alziamo alle 8.00 e iniziamo a mettere via tavoli, sedie fornello ecc. Una bella doccia dopo aver fatti le operazioni di carico e scarico e paghiamo il campeggio. Ci fermiamo al market a fare due spese e poi via con destinazione Delfi. Torniamo nella strada principale con direzione Lefkada, quindi si riattraversa il ponte e si riprende la E 55 con direzione Atene. Giunti sul ponte che collega al Peloponneso si prende la direzione per Delfi.
La statale corre parallela alla costa e ammiriamo bei panorami ed in alcune insenature si vedono gli allevamenti di pesce. Prima di Delfi riconosciamo una spiaggia dove una ventina di anni fa ci siamo fermati col camper e siamo stati investiti da una tempesta di sabbia. Verso le 17 arriviamo a Delfi e ci rechiamo al Sito per verificare i parcheggi e gli orari; poi torniamo indietro e ci fermiamo al campeggio Appollonion, che è il più vicino al sito archeologico.
Fatta eccezione per una tenda di tedeschi siamo gli unici ospiti del campeggio, Le piazzole sono belle ombreggiate e di buona ampiezza, ne scegliamo una con vista sulla vallata sottostante, fino al mare. Ci infiliamo il costume e andiamo subito in piscina prima che sia in ombra, L’acqua è riscaldata dal sole e si sta benissimo, nuotiamo in lungo e in largo avendo la vasca tutta per noi. Poi ci rechiamo a farci la doccia, i bagni sono pulitissimi, profumati, dotati di tutto l’occorrente. Mangiamo fuori dal camper e restiamo fuori fino a tardi perché non è affatto umido.
Km percorsi 303
Domenica 6 luglio
Partenza ore 8.10 – km 22836
Ci alziamo molto presto perché così speriamo di riuscire a parcheggiare all’ombra. Lasciamo il campeggio alle 8.00 e in 5 minuti arriviamo al sito, parcheggiamo proprio di fronte all’ingresso del museo sotto una bella chioma d’albero. La visita al sito dura un paio d’ore ed è molto interessante, a quest’ora ci sono pochissime persone e così possiamo godere appieno della sua bellezza e fare foto discrete, il percorso è organizzato a scalinate fino al teatro, per salire allo stadio bisogna invece percorrere una ripida salita (circa 20 min.), ne vale la pena perché, così come il teatro è quasi completo, peccato si possa vederlo da un solo lato, essendo tutto delimitato. Scesi all’ingresso del sito ripercorriamo il vialetto che porta al museo e andiamo a visitarlo.
Esso contiene tutti i reperti recuperati nell’area, è ben organizzato e di gran respiro, il vederlo completa l’immagine di quanto visto prima. Alle 11.30, con il camper ancora all’ombra, mettiamo in moto e rifacciamo il percorso di ieri a ritroso fino al ponte, lo attraversiamo e ci dirigiamo verso Kalogria, dopo aver attraversato Patrasso. Cerchiamo il parcheggio indicato sulla guida (N 38° 09′ 43” – E 21° 21′ 57”) ma nei pressi della spiaggia la strada si fa molto stretta ed è occupata dalle macchine in sosta, essendo domenica è un viavai senza soluzione. Qui c’è una struttura Camper Stop che al prezzo di € 10 offre tutti i servizi per i camper, ma la spiaggia è lontana.
Noi preferiamo tornare in dietro di 500 m. e posizionarci all’ombra degli alberelli della Taverna ( N 38° 09′ 33” – E 21°22′ 45”) che abbiamo visto prima, e che, cenando, offre parcheggio gratuito. Essendo ancora chiusa (apre alle 18.30) ci sistemiamo sulla pergola all’ombra a scrivere il diario.
Contiamo domani mattina di riuscire ad arrivare in spiaggia col camper. Ceniamo a base di carne poiché ci dice che non ha pesce adatto, mangiamo bene, il proprietario è molto cordiale, parla un po’ d’italiano, ci offre anche un’ottima anguria e ci permette di fare il pieno d’acqua, spendiamo una cifra modica e ci dice che possiamo rimanere quanto vogliamo.
Pedaggio ponte: € 12,30 – Biglietto Museo e sito archeologico x 2: € 6,00 + 12,00
Km percorsi 184
Lunedì 7 luglio
Partenza ore 9.40 – Km 23.020
Abbiamo dormito con tutte le finestre aperte per il caldo, c’erano però tante zanzare. Quando siamo pronti andiamo finalmente a vedere questa spiaggia, a quest’ora la strada è tutta libera così pure il parcheggio, sostiamo davanti al bar, dove ci salutano cordialmente e dove fa il bagnino un ragazzo napoletano. La spiaggia è bella ma molto sfruttata turisticamente, lo spazio libero è molto poco. Ci sono alte dune tra la montagna e la spiaggia che la rendono particolare. Per noi non è ancora l’ora del bagno e non vi sono posti all’ombra percui decidiamo di proseguire verso LoutraKillinis.
Ritorniamo sulla E 55 con direzione Pyrgos, dopo una cinquantina di chilometri troviamo la deviazione e arriviamo ad un bel parcheggio sterrato proprio sul mare (N 37° 53′ 23” – E 21° 06′ 41”). Ci sono altri camper con tendalini e tavoli, parcheggiamo vicino a loro, siamo al sole ma essendo ben ventilato l’interno del camper resta abbastanza fresco. Facciamo un fresco bagno, l’acqua è limpida anche se il fondo è sabbioso.
Lasciamo, come gli altri, le finestre del camper aperte per le micie, tanto nuotando lo vediamo davanti a noi. C’è un chiosco-bar e un rudimentale wc doccia. A metà pomeriggio ci muoviamo nuovamente perché ci attendono ancora molte tappe. Leggiamo nella guida che qui vicino ci sono degli imperdibili bagni romani di fango termale di libero accesso, pertanto decidiamo di andarli a vedere ( N 37° 51′ 31” – E 21° 07′ 00”), effettivamente vi sono alcuni locali che si spalmano di fango recuperato da una canaletta d’acqua sulfurea, la struttura termale originaria è però fatiscente e completamente abbandonata, è recintata ed è impossibile accedervi.
Delusi riprendiamo la marcia e, tornati sulla E 55, andiamo alla spiaggia di Skafidia( N 37° 42′ 01” – E 21° 19′ 02”), la strada per arrivarci è stretta e tortuosa ma una volta giunti ci rendiamo conto che ne vale la pena, c’è parcheggio su uno sterrato con qualche albero ma noi, che ci fermiamo solo per una nuotata, proseguiamo per altri 10 metri e parcheggiamo su uno slargo della strada dove c’è l’accesso per il porticciolo.
La spiaggetta è in una piccola baia circondata da scogliera, è molto carina, il fondo del mare è sabbioso con alcune roccette che affiorano e l’acqua è cristallina. Dopo un bellissimo bagno ci portiamo ad Olimpia per essere pronti domani mattina per la visita al sito archeologico. Arriviamo verso le 19.00 e cerchiamo il campeggio più vicino al sito. Il piccolo campeggio Diana, ai piedi della collina e a 5 minuti dal centro, è a conduzione familiare, il gestore ha 91 anni ed è arzillo e pimpante, parla anche italiano e ci spiega in un quarto d’ora buona parte della mitologia greca; ci ordina il pane per domani e ci avvisa che possiamo andare al sito a piedi, ci fornisce una cartina col percorso e ci invita a lasciare il campeggio con comodo, nel pomeriggio. I servizi sono longevi come il proprietario ma abbastanza puliti, c’è possibilità di scarico di wc chimico e una piscina. La serata è calda e ceniamo fuori con una bella tagliata di chianina scongelata per l’occasione.
km percorsi 140
Martedì 8 luglio
Partenza ore 15.00 – km 23160
Ci alziamo presto per essere pronti alle 8.00 per la visita al sito, in 10 minuti di passeggiata arriviamo all’ingresso e in un paio d’ore visitiamo il sito (sito e museo per 2: € 18,00), vediamo il ginnasio e la palestra, poi il Theokoleon e altri edifici, al limitare dell’area troviamo lo stadio, in buone condizioni, lungo circa 200 m., in definitiva si intuisce l’imponenza che aveva questa struttura e l’importanza che veniva data allo sport al tempo dei greci.
Terminata questa visita ci dirigiamo al museo dove ammiriamo belle ricostruzioni dei frontoni dei templi, vediamo statue e reperti che ci permettono di comprendere ancor meglio la magnificenza della struttura appena vista, ci colpisce, tra le tante belle cose esposte, la statua di Ermes per la finezza della lavorazione.
Alle 12.30 torniamo al camper e con un ultimo sforzo affrontiamo la salita al campeggio. Prepariamo una pasta fredda per oggi e domani e poi eccoci in piscina per una nuotata ristoratrice, la piscina non è grande ma siamo da soli.
Dopo la doccia pranziamo e salutiamo il gestore, ora la nostra destinazione è Zacharos beach, vi giungiamo dopo circa tre quarti d’ora e troviamo un grande parcheggio sterrato circondato da alberi (N 37° 28′ 40” E 21° 37′ 24”), ci sistemiamo sotto l’ombra di due alberelli e aspettiamo la fine della digestione, poi un tuffo in acqua, è abbastanza mossa ma trasparente nonostante il fondo sabbioso, non per niente questa spiaggia si fregia della Bandiera blu, in spiaggia vi sono numerose docce e cabine gratuite, vi sono un chiosco-bar e un ristorante e si presta anche a passarci la notte. Noi però decidiamo di spostarci più avanti e ci dirigiamo a Kalo Nero dove, seguendo le indicazioni stradali, arriviamo in una piccola località balneare, con un parcheggio sterrato e alberato lato spiaggia ( N 37° 17′ 51” E 21° 41′ 43”), dove sono già parcheggiati altri 3 camper, con tanto di tavoli e sedie.
Ci posizioniamo tra due di loro, su uno spazio evidentemente da poco lasciato libero e andiamo a vedere la spiaggia, che è mista sassi e sabbia, subito notiamo nella fascia sabbiosa varie delimitazioni di canne, coperte da una griglia, con l’indicazione che si tratta di nidi di tartarughe careta-careta. Ceniamo e facciamo una passeggiata, sfamo un povero cane abbandonato e poi la brutta sorpresa: arrivano tre furgoni di zingari che parcheggiano di fronte a noi sull’altro lato del piazzale, così tutti gli equipaggi in men che non si dica si chiudono nei camper.
km percorsi 53
Mercoledì 9 luglio
Sosta a Kalo Nero
La notte è stata tranquilla, quando ci svegliamo gli zingari se ne sono già andati. Andiamo a fare una bella passeggiata lungo il bagnasciuga e poi ci rechiamo in paese a comprare il pane, che è ottimo e cotto a legna. Quindi facciamo un lungo meraviglioso bagno in quest’acqua trasparente e dopo pranzo, relax, visto che qui si sta proprio bene decidiamo di fermarci fino a domani mattina. Al pomeriggio altro bel bagno e poi cena.
Giovedì 10 luglio
Partenza ore 9.30 – Km 23.213
Anche questa notte è stata tranquilla, ci alziamo presto per riuscire a fare quanto programmato. Per prima cosa ci dirigiamo alla spiaggia di Lagouvardos (N 37° 05′ 16” – E 21° 34′ 53”). Seguiamo una strada piuttosto strettina che allo scambio con mezzi più voluminosi di un’autovettura ci costringe a fermarci per evitare di strisciare sui rami degli ulivi, in quanto tutto il tragitto si snoda lungo un ininterrotto uliveto.
Il parcheggio è sterrato con alcuni punti sabbiosi e non spianato, vi sono alcuni alberi per poter lasciare il mezzo all’ombra. Anche questa spiaggia è su una bella baia e i colori dell’acqua sono tropicali, vi è un chiosco che oltre alle cibarie e bibite fornisce sdraio ed ombrelloni, vi sono un paio di doccette e c’è pure il servizio di bagnino.
Il posto si presta anche alla sosta notturna se si è in compagnia essendo un po’ isolato e non illuminato. Purtroppo non possiamo fare il bagno perché il mare è molto agitato e a malincuore decidiamo di proseguire l’itinerario. La tappa successiva è Methoni, per raggiungerla attraversiamo la zona di Navarino con le sue dune, molto sfruttata turisticamente e poco accogliente verso i nostri veicoli, poi scendiamo verso Pilos con punti molto panoramici quindi sempre attraversando uliveti raggiungiamo Methoni e ci fermiamo nel parcheggio vicino alla fortezza (N 36° 49′ 04” – E 21° 42′ 28”).
Di fronte al parcheggio c’è una spiaggetta con tavoli da pic-nic, giochi per bambini e doccia. Questa fortezza e quella di Koroni sono note come “Gli occhi della Serenissima” poiché erano nei punti strategici per controllare i passaggi marittimi. In circa un’ora facciamo il giro di tutta l’area della fortezza; c’è intatta una piccola chiesetta eretta dai veneziani e la colonna che reggeva il leone di San Marco.
Attraverso la Porta di Mar arriviamo alla torre ottagonale Bourtzi, eretta dai turchi nel XVI secolo. La visita è stata piacevole peccato che il sito sia praticamente abbandonato e la vegetazione stia invadendo tutto. Ora ci andiamo a rifocillare alla taverna di Niko’s, a due passi dal parcheggio, dove mangiamo ottimamente (il gestore ci porta in cucina per farci scegliere i piatti) spendendo poco. Ci rimettiamo in moto per Koroni per visitare l’altra fortezza.
All’entrata del paese vi è una segnaletica che sconsiglia l’accesso a tutti i veicoli ingombranti o lunghi, perciò entriamo nell’unico campeggio “Koroni Camping” (N 36° 47′ 57” – E 21° 57′ 01”), è molto ombreggiato, ci sono: piscina, accesso diretto alla discesa per il mare, taverna, scarico e carico, cucina con frigoriferi e fornelli; i servizi però sono di vecchio tipo e lasciano un po’ a desiderare. Facciamo due bracciate in piscina per rinfrescarci e quindi andiamo in paese (5 minuti a piedi) per la visita.
Per prima cosa scegliamo di salire direttamente alla chiesa che troviamo chiusa, camminando attraverso vicoli e scalinate che offrono qualche bello scorcio. Entriamo dalla parte alta nella fortezza veneziana e troviamo i bastioni della fortezza praticamente distrutti, all’interno vi sono un monastero bizantino, ed un paio di cappelle. Stanchi morti e con i piedi doloranti torniamo al camper per la cena.
Pranzo € 22,50
km percorsi 110
Venerdì 11 luglio
Partenza ore 10.00, km 23.323
Ci alziamo prestino e dopo le consuete operazioni di uscita dal campeggio, ci dirigiamo a Kalamata dove c’è un’officina autorizzata FIAT per far verificare il camper poiché da ieri sera si è accesa una spia del motore. La strada è la solita che costeggia la costa, stretta e, soprattutto nei paesini, con difficoltà di scambio. Arriviamo all’officina verso le 11.00 e dopo il controllo dell’addetto (naturalmente la spia si è spenta quando l’addetto ha acceso il motore) ci dice comunque di fare un check e di attendere fino alle 13.00. Verso le 15.30 il tecnico ci dice che probabilmente è un difetto del computer di bordo ma che non crea nessun problema al proseguimento del viaggio e di farlo sostituire a casa.
A questo punto decidiamo di andare direttamente alla baia di Skoutari in quanto la costa da Kalamata a Porto Kagio è zona montuosa e con pochissime possibilità di sosta per il camper, i panorami sono belli; ci fermiamo per le foto in alcuni belvedere dai quali si gode di splendide viste sui piccoli golfi caraibici, e dove possibile vicino alle chiesette bizantine tutte rigorosamente chiuse. Arriviamo a Skoutari (N 36° 39′ 46” – E 22° 30′ 03”) verso le 19.00, la strada termina sulla spiaggia e per girarci dobbiamo entrare nel parcheggio privato di una delle due taverne, così chiediamo ai gestori se è possibile passare la notte qui, ci indicano lo spiazzo sterrato che c’è subito prima rassicurandoci che non c’è nessun problema, pertanto ci sistemiamo affiancati ad un albero (nel parcheggio c’è già un altro camper) e andiamo a cenare sulla taverna con i tavolini sulla sabbia. C’è la luna piena e l’atmosfera è molto romantica. Mangiamo pesce fritto (i proprietari sono anche pescatori) e spendiamo le cifre alle quali ormai siamo abituati.
Autostrada € 6,00 – Cena € 30,00
km percorsi 267
Sabato 12 luglio
Partenza ore 12.30, km 23590
La notte è stata fresca e ventosa, ci alziamo e beviamo solo il caffè, così possiamo andare subito in spiaggia a fare il bagno. L’acqua è cristallina anche se il mare è increspato dal forte vento, la baia è però un po’ riparata da alberi e dune, ma per uscire dall’acqua bisogna comunque essere coraggiosi. Facciamo due passi sull’arenile e poi torniamo in camper e dopo la doccetta facciamo uno spuntino e partiamo, andiamo a vedere com’è la spiaggia di Mavrovouni, che la guida indica come bella, arrivati al bivio (N 36° 44′ 06” E 22° 33′ 31”) giriamo subito a destra e percorriamo un centinaio di metri su una stradina dove non si riesce a scambiarsi. La spiaggia è molto lunga ma anche molto sfruttata, le possibilità di parcheggio non sono eccezionali ed è molto affollata, non è il tipo di spiaggia che piace a noi, per cui decidiamo di proseguire.
Ora la nostra destinazione è la spiaggia di Skala (N 36° 47′ 20” E 22° 34′ 53”). Ci fermiamo a fotografare una bella chiesetta a Githio e il ristorante all’ingresso del paese ci offre il parcheggio pranzando lì, è l’ora giusta e ci piace il posto, infatti i tavoli sono a ridosso della banchina e possiamo osservare cefali e sogliole nuotare sulle acque limpidissime a fianco di noi e contendersi le nostre briciole di pane che gli lanciamo. Questa volta assaggiamo anche la specialità del posto, tentacoli di piovra arrostiti, che però non troviamo eccezionali. Il cameriere ha molta simpatia per gli italiani, ci porta le bruschette e ci offre il dolce. Lasciamo lì il camper e facciamo una passeggiata per il paese che è grande e vivace, compriamo dei dolci e souvenir.
Riprendiamo la marcia e verso le 16.30 arriviamo alla spiaggia di Skala, il parcheggio è vasto e sterrato ma le fronde degli alberi sono basse pertanto stiamo al sole, per fortuna anche qui è molto ventilato. Facciamo una passeggiata lungo l’arenile per vedere da vicino il relitto di una nave lì incagliatasi, fa un po’ impressione vedere questo gigante spiaggiato, che si sta sgretolando per la salsedine. Sulla sabbia nei pressi del relitto vediamo nidi di tartarughe protetti. Facciamo un bel bagno, anche qui l’acqua è limpida pur essendoci il fondo sabbioso e il mare un po’ mosso, anche dove l’acqua è alta guardando in giù si vede perfettamente il fondale. Solita doccetta veloce e di nuovo in viaggio con destinazione Monemvasia. Il vento da ieri non ci abbandona ma le strade sono migliori del solito. La strada è panoramica con alcuni belvedere, ci ricorda un po’ la Toscana, poiché nelle colline si sta costruendo o restaurando cascine tutte in pietra, ben integrate nell’ambiente.
Ad un certo punto si attraversa una piana tutta coltivata ad agrumeto, quindi si salgono della colline e ridiscendendo ci appare lo “scoglio” della vecchia Monemvasia, seguendo le indicazioni della guida parcheggiamo prima del ponte che collega la nuova con la vecchia città (N 36° 41′ 10” – E 23° 02′ 22”), siamo fortunati a trovare posto perchè il parcheggio e pieno. Ceniamo velocemente, sono già le 20.30, per poter fare un giro della città vecchia già stasera. Attraversiamo a piedi il ponte e vediamo che subito dopo c’è possibilità di parcheggio anche per mezzi grandi (a quest’ora è pieno in caso ci spostiamo domani mattina); proseguiamo lungo la strada fino ad incontrare (oltre un chilometro) l’unica porta di accesso alla città vecchia, fondata dai bizantini nel VI secolo. Passeggiamo per la città bassa fatta di stradine strette, ripide e tortuose rese vivaci dai numerosi locali e negozietti che in esse si affacciano. Vediamo degli scorci veramente carini, tra l’altro c’è la luna piena che si riflette sul mare e illumina questo ambiente particolare. Ci ripromettiamo domani di fare delle belle fotografie. Il ritorno al camper è un po’ faticoso perchè abbiamo il vento contrario che soffia proprio forte.
Pranzo: € 26,00
Km percorsi 96
Domenica 13 luglio
Partenza ore 11.30, Km 23.686
Ci alziamo presto e ci spostiamo col camper al di là del ponte perché ieri abbiamo visto un albero con un’alta ombra e a quest’ora il posto è libero. Ci incamminiamo per raggiungere la città vecchia e per fortuna la strada è ancora parzialmente in ombra. Arrivati alla porta sembra di essere tornati indietro nel tempo, le botteghe sono ancora chiuse, le viuzze sono deserte, riusciamo a fotografare tutti gli scorci che ci piacciono, manca l’atmosfera data dalle luci della sera ma in compenso si possono gustare appieno tutti i particolari del borgo che ricorda un po’ le cittadine medievali toscane e umbre. Giriamo in lungo e in largo e poi ci avviamo su per la salita per vedere la città alta, arrivati quasi in cima alla rupe un cartello avvisa che non si può accedervi causa restauri.
Con un po’ di amarezza ce ne torniamo giù, visitiamo bene la parte del borgo circostante le mura lato mare e poi ripercorriamo la strada verso il camper, questa volta assolata. Siamo ancora in tempo per un bagno refrigerante prima di pranzo, pertanto ci spostiamo a circa 7 km. aXifias (N 36° 38′ 10” E 23° 01′ 43”) su un bel parcheggio in spiaggia con qualche alberello giusto per i tavolini e le sedie dei vari camper parcheggiati.
Ci posizioniamo e poi subito in acqua, come sempre è limpida e piacevole, poi pranziamo all’ombra dell’alberello e relax prima di ripartire. Verso le 15.30 ci muoviamo alla volta di Nafplio, dove arriviamo alle 18.45, il parcheggio del porto (N 37° 34′ 08” E 22° 48′ 02”) è enorme ma non vi è parcheggiato neanche un camper, cosa strana visto che non ci sono campeggi in città, in compenso ci sono accampati degli zingari al limitare del parking, qiundi decidiamo intanto di andare a visitare il castello superiore “Il Palamidi” e poi vedremo.
Vi arriviamo agevolmente e a quest’ora troviamo anche posto nel piccolo parcheggio (N 37° 33′ 40” E 22° 48′ 16”). L’apertura è dalle ore 8.00 alle 20,00, pertanto riusciamo a vederne buona parte prima che i guardiani con i loro fischietti ci facciano uscire. La struttura è la classica fortezza militare e si può visitarla completamente accedendo anche ai bastioni, anche se lascia a desiderare per le norme di sicurezza in quanto certe parti sono esposte a strapiombo sul mare o sulla vallata senza nessuna protezione. Ci sarebbe da visitare le mura della seconda fortezza e da passeggiare in città con visita ai vari musei. Ma vista l’ora e la nostra stanchezza decidiamo di rinviare la visita ad un altro viaggio e di recarci per la notte in un luogo che ci ispira di più, a 4 km c’è un bel golfo con un vasto spazio tutto alberato dove sono già posizionati molti camper e varie tende (N 37° 32′ 33” – E 22° 49′ 25”); vi è un bar con ombrelloni e docce e WC chimici. Ci sistemiamo anche noi con tavolino e sedie e troppo stanchi per un bagno serale preferiamo cenare e riacquistare le forze per domani.
Autostrada € 6,00 – Biglietto castello € 8,00 (x 2 persone)
km. percorsi 228
Lunedì 14 luglio
Partenza ore 8,15 – km 23.914
Anche oggi alzataccia per la vita ai siti archeologici di Micene e Tirinto. In mezz’oretta arriviamo a Micene dove riusciamo a parcheggiare sotto l’unica striminzita ombra di un alberello (N 37° 43′ 48” E 22° 45′ 15”) e ci avviamo alla visita, c’è pochissima gente, il percorso è cementificato, il che toglie fascino al sito, certe parti sono chiuse e, a parte la bella Porta dei Leoni e le due tombe, il sito non si rivela interessante perchè rimangono solo le basi delle antiche strutture. Il piccolo museo espone invece dei bei reperti. Uscendo ci fermiamo per la visita alla tomba di Agamennone, che è in un’area diversa dal sito.
Ci dirigiamo ora a Tirinto, a circa 20 km verso Nafplio, parcheggiamo anche qui sull’unica piccola ombra (N 37° 36′ 03” – E 22° 47′ 57”). Il sito è molto piccolo e c’è veramente poco da vedere a parte le mura ciclopiche, vi sono operai al lavoro per puntellare quanto rimasto. Non ci viene data neanche una piantina e mancano totalmente le tavole esplicative. In definitiva se Micene riesce a darti qualche stimolo con le sue tombe e la porta, Tirinto si può anche evitare. Stanchi ed accaldati ci concediamo un bel bagno prima di pranzo, ci spostiamo di circa 20 km a Kondili (N 37° 31′ 42” – E 22° 56′ 15”) dove vi è una vasta spiaggia di sassetti e si può sostare proprio a ridosso del mare. L’acqua è limpidissima e a pochi metri dalla riva si nuota già in acque profonde. Verso le 16.00 ripartiamo alla volta di Didima, circa 50 km dalla spiaggia, dove vi sono delle strane caverne.
Il percorso è prettamente montano con un continuo saliscendi, incontriamo solo qualche paesetto con 2 0 3 case e finalmente arriviamo alla small and big caves (N 37° 38′ 10” – E 23° 10′ 02”), si arriva proprio affianco all’ingresso della small cave, mentre per accedere alla big cave si deve percorre 500 metri di strada sterrata (sconsigliata ai nostri veicoli). Arrivati al parcheggio vediamo il bordo di questo buco enorme sulla terra proprio davanti a noi; scendiamo la scaletta scavata sottoterra e percorriamo un breve corridoio e sbuchiamo all’interno del “buco” a circa metà altezza. Tutto intorno a noi, a 360 gradi abbiamo delle alte mura di terra e roccia e il fondo è ricoperto da una rigogliosa vegetazione.
Fa una certa impressione vedere questa voragine poiché non è facile dare una spiegazione del fenomeno. Facciamo tutto il giro e vediamo che sono state ricavate due chiesette nella roccia. Sempre più perplessi ci rechiamo a vedere anche l’altro “buco”, molto più grande, questo con le pareti rocciose ma meno spettacolare perchè in cerchio non ha la stessa profondità su tutta la circonferenza, la parte lato strada è poco profonda ed il fondo è piatto con sassi ed erbaccia, il lato opposto molto alto sembra essere stato tagliato di netto con perfetta forma circolare. Si riprende la marcia con destinazione Epidauro, quando arriviamo al bivio per il sito (N 37° 35′ 52” E 23° 03′ 31”) ci fermiamo al distributore con annesso bar-ristorante che ci offre la possibilità di parcheggiare per la notte nell’ampio piazzale recintato. Ceniamo in questo bell’ambiente e spendiamo poco, il gestore è molto cordiale e ci offre, oltre all’antipastino, anche le sue deliziose mousse con yogurt.
Spesa (x 2 persone) ingresso a Micene € 16.00. Tirinto € 6.00, cena € 25.00
Km percorsi 163
Martedì 15 luglio
Partenza ore 8,30, Km 24077
Ci alziamo presto dopo una notte tranquilla, prima delle nove siamo già al sito di Epidauro, per prima cosa andiamo a rivedere (ci siamo stati circa 20 anni fa) il teatro e anche stavolta restiamo a bocca aperta di fronte alla maestosità e alla bellezza di quest’opera; abbiamo la riprova della perfetta acustica poiché il capogruppo di una comitiva si posiziona al centro del teatro ed intona una canzone a voce bassa e noi dalla gradinata più alta sentiamo perfettamente.
Continuiamo la visita al resto del sito che ci affascina anche per il buon restauro che stanno compiendo gli addetti e che aiuta ad immaginare come poteva essere l’aspetto originario, molto bello anche lo stadio, simile a quello di Olimpia. Il piccolo museo ha alcuni reperti interessanti come una stele tutta scritta e delle belle ricostruzione di frontali di edifici. Dopo un paio d’ore di visita si riprende la marcia con destinazione Korfos a circa 50 chilometri, la strada è buona ma come sempre si snoda lungo i fianchi delle montagne. Arriviamo in una bella spiaggetta di sassi porosi, un paio di camper sono parcheggiati dopo il bar, all’ombra degli alberi, ma c’è un fortissimo vento che alza nuvoloni di polvere, per cui noi preferiamo parcheggiare dal lato opposto dove ci sono solo delle striminzite palme ma è meno esposto al vento (N 37° 45′ 25” – E 23° 07′ 03”).
Vista l’ora e l’impossibilità di star fuori decidiamo di pranzare in camper e di riposarci un po’, nel frattempo inizia a piovere. Verso le 15,30 lasciamo la spiaggia senza aver avuto la possibilità di una nuotata su questa bella acqua trasparente e raggiungiamo Corinto, parcheggiamo subito dopo il ponte a destra, sullo sterrato (N 37°55′ 39” E 22° 59′ 44”) e ci rechiamo sulla parte pedonale del ponte per le foto di rito ci accorgiamo che è possibile fare bunjeejumpng buttandosi dal ponte sul canale, l’agenzia organizzatrice è a sinistra del ponte, ma in questo momento nessuno sta saltando, peccato, deve essere mozzafiato anche il solo vedere. Ora lasciamo il Peloponneso e ci dirigiamo verso il lago di Vouliagmenis, qui parcheggiamo su un ampio parcheggio sterrato (N 38° 01′ 56” E 22° 52′ 23”) dove vi è una struttura bar-ristorante che ha attrezzato una parte dell’arenile con lettini e ombrelloni, ci posizioniamo vicino ad altri due camper, sulla estremità dell’area, fronte lago, che è libera, per non dare fastidio. Facciamo una passeggiata ed ammiriamo il bel panorama, l’acqua è limpida e il fondo è sassoso, il cielo è coperto e c’è un venticello molto fresco.
Spese: biglietto sito di Epidauro x 2 €12.00
Km percorsi 119
Mercoledì 16 luglio
Sosta al lago di Vouliagmenis
La notte è stata fresca e tranquilla. Finalmente dormiamo fino alle 9.00 e decidiamo di fermarci a fare il bagno e a visitare il vicinissimo sito di Harion. Attendendo l’ora per poter andare in acqua ci dedichiamo al riordino cambusa e pulizia camper. Poi finalmente, verso mezzogiorno indossiamo le scarpette da mare e via un tuffo in quest’acqua immobile e limpida, scopriamo che è un po’ salata, per Roberto è il primo bagno in un lago.
Vicino al bar c’è la doccia fredda e ne approfittiamo per darci una sciacquata. Pranziamo sotto il tendalino e poi relax fino alle 16.30. Ora muoviamo il mezzo per un paio di chilometri fino alla fine della strada, qui c’è un parcheggio e un sentiero per raggiungere in 5 minuti il faro. Dal parcheggio parte un percorso attrezzato, con belle terrazze panoramiche che scende sul sito sottostante, l’accesso per ora è libero e in pochi minuti arriviamo alle rovine che circondano una baietta favolosa, l’acqua è turchina per poi diventare blu intenso, dopo qualche metro dove diviene molto profonda, abbiamo già indossato il costume e immediatamente entriamo in acqua, fare il bagno tra le antiche rovine è un’esperienza che abbiamo avuto altre volte ed anche questa volta è emozionante, peccato che un folto gruppo di ragazzini vocianti siano arrivati poco dopo a rovinarci l’atmosfera.
Dopo il bagno giriamo il piccolo ma interessante sito e facciamo la passeggiata fino al faro, da dove ammiriamo panorami fantastici, il mare ha tutte le gradazioni del blu e del turchese, anche se si può intuire che è profondissimo si può vedere il fondo anche da qui in alto sulla collina. Anche oggi è stata una bellissima giornata. Decidiamo di dormire qui, visto che c’è già un altro camper che si fermerà per la notte. Dopo cena usciamo per ammirare il bel tramonto e ci ritroviamo con gli occupanti dell’altro camper a fare due chiacchiere.
Giovedì 17 luglio
Partenza ore 11, km 24196
La notte come sempre è stata tranquilla e abbiamo dormito fino a tardi, anche se faceva caldo. Quando siamo pronti ci avviamo e poco dopo ci fermiamo a vedere i resti dell’antica fontana che fa sempre parte del sito di Harion. La nostra destinazione è l’isola di Eubea, per raggiungerla scegliamo di evitare l’autostrada e quindi il percorso è in gran parte di montagna, con passaggi a volte critici nello scambio con gli altri veicoli. Dopo circa 3 ore entriamo nell’isola attraverso un ponte, e ci dirigiamo verso la parte nord-est dell’isola a KriaVrisi (N 38° 50′ 14” E 23° 28′ 04”).
L’ingresso in questa parte di Grecia ci lascia perplessi per lo sporco che vediamo lato strada, all’inizio è tutto un susseguirsi di case e negozi, la zona è molto sfruttata turisticamente, poi attraversiamo una zona montana, quasi totalmente disabitata ed infine giungiamo al mare. Un paio di stradine portano all’arenile, è tutto un fiorire di gigli bianchi, vi sono delle aree meno fiorite che vengono sfruttate per parcheggiare, all’ inizio ed alla fine della strada sterrata che costeggia la spiaggia di sassolini, vi sono 2 chioschetti, ad intervalli regolari vi sono doccette fredde. Sono piantate alcune tende e noi ci posizioniamo in un’area dove vi sono già due camper, ben presto ne arriva un altro. Dopo esserci sistemati con tavoli e sedie andiamo a fare il bagno, superando una piccola duna siamo già nella stretta fascia sassosa, il mare è agitato e non ha né i colori né la trasparenza consueti. Ceniamo sotto il tendalino ma ad poi dobbiamo ritirarci in camper per la gran umidità serale.
Km percorsi 200
Venerdì 18 luglio
Sosta a KriaVrisi
La notte è stata parecchio fresca, ci alziamo tardi tanto il sole non c’è, verso le 11 spunta il sole e arriva il caldo che non dà fastidio perchè è molto ventilato. Sgeliamo le costicine per il barbeque di questa sera. La giornata passa tra bagni e relax.
Sabato 19 luglio
Partenza ore 11,30 – km 24.396
Lasciamo questo posto a malincuore ma la curiosità di vedere altri luoghi è sempre tanta perciò decidiamo di continuare il tour dell’isola. Torniamo sulla strada principale, direzione nord con meta Artemisio (N 39° 00′ 44” – E 23° 12′ 45”) dove vi è una bella spiaggia sassosa e si può parcheggiare lungo tutto il litorale dove vi sono alberelli che delimitano la spiaggia, in spiaggia ci sono doccette e verso il paese iniziano i ristoranti che offrono ombrelloni e lettini a fronte di consumazioni. L’acqua è bella limpida e facciamo un bagno e poi pranziamo. Verso le 16,00 ci muoviamo per trovare una località meno turistica dato che domani è domenica. Ci spostiamo di una ventina di chilometrica ed arriviamo a Neos Pirgos, da cui seguiamo la principale verso Limini dove vi è una baietta con uno scoglio dove vi sono i resti di un’antica torretta (N 38° 56′ 25” – E 23° 03′ 24”), il posto è carino, peccato che per la prima volta notiamo che non è curato come il solito e vi è sporcizia sia sul parcheggio alberato che in spiaggia.
Qui un camperista tedesco ci avvicina e ci spiega che a una ventina di chilometri vi è un meraviglioso posto per i camper dove si può fare campeggio libero senza nessun problema. Quindi decidiamo di farci un bagno e una doccetta (alla base delle doccette vi sono anche dei rubinetti filettati, ma il getto è debole) per poi raggiungere il luogo indicatoci. Arriviamo a Kanatadika (N 38° 59′ 55” E 23° 07′ 18”) e troviamo bei spazi per parcheggiare, file di oleandri delimitano le varie aree dove si può sostare, peccato siano perlopiù con fondo sabbioso e solo poche si prestino alla sosta. Troviamo esattamente quella che ci era stata indicata, con la fontana dell’acqua e un po’ più indietro una doccia e cerchiamo di posizionarci a ridosso degli oleandri, purtroppo non valutiamo bene il terreno e ci insabbiamo, ne usciamo solo grazie al traino di un SUV greco che ci presta aiuto. A questo punto parcheggiamo al centro dell’area dove c’è una piattaforma di cemento. Vi è un gruppo di tende dove al momento non c’è nessuno e solo la sera verso tardi arrivano dei ragazzi.
Km persorsi 105
Domenica 20 luglio
Sosta a Kanatadika
Dormiamo profondamente fino a tardi, quando ci alziamo iniziano ad arrivare macchine dei locali, passa anche la polizia per i controlli di rito e quando è ora di fare il solito bagno ci accorgiamo che la stretta fascia sassosa che fa da litorale non è proprio pulita (anche perchè non vi sono bidoni dell’immondizia) e che intanto il parcheggio poco a poco si è riempito. Alle quattordici siamo di nuovo quasi soli fino alle 16 – 16,30, ora in cui i greci vanno in spiaggia. Poichè abbiamo mangiato tardi, facciamo il bagno pomeridiano verso le 18.00, il sole è ancora caldo ma spira sempre una bella brezza fresca. C’è da dire che pur essendo col camper totalmente sotto il sole da stamattina, grazie a questo venticello non si soffre assolutamente il caldo. Verso le 19.30 siamo di nuovo soli con i ragazzi delle tendine.
Lunedì 21 luglio
Partenza ore 10.30 – Km 24501
Questa notte abbiamo dormito pochissimo perché i due cani che hanno la cuccia nel parcheggio, affidati al buon cuore di chi arriva qui, a cui se ne sono aggiunti altri, hanno abbaiato e ululato fino alle 4,30.
Mettiamo via tavoli e sedie e facciamo acqua alla fontana, partiamo per Rovies, a circa 50 km, qui troviamo un piccolo parcheggio alberato (N 38° 48′ 46” E 23° 13′ 33”) dove il camper non ci sta e quindi proseguiamo per un’altra cinquantina di chilometri verso Pilion, fermandoci lungo la strada a pranzare ad un ristorante dove mangiamo molto bene e molto abbondante. Arriviamo circa alle 14.30 su questa bella insenatura, la sabbia della spiaggia è scura, c’è un grande parcheggio (N 38° 45′ 48” E 23° 35′ 27”), ma le poche ombre date da alberi bassi, sono tutte occupate da vetture. Andiamo a fare due passi ma fa un gran caldo e l’ora del bagno è ancora lontana, soprattutto dopo quello che abbiamo mangiato così decidiamo di proseguire per la tappa successiva.
La strada che ci attende è ancor peggio del solito, stretta, dissestata, con tratti di asfalto mancanti o franati, con pietre dovute a frane sulla carreggiata, ma la meta che ci attende, stando alla guida, vale la pena della difficoltà, poiché si giunge alla bellissima baia di Vlachia, dove si sosta in un campeggio dismesso molto alberato (N 38° 45′ 02” E 23° 40′ 52”).
Purtroppo quando arriviamo scopriamo con grande disappunto che nell’area stanno facendo dei lavori, con scavi aperti, alcuni punti sono delimitati da paletti, il tutto è divenuto impraticabile se non per chi campeggia in tenda. Decidiamo sconsolati di proseguire lungo questa strada che ci porterà alla prossima meta. Saliti pochi tornanti abbiamo davanti a noi la vista della baia davvero spettacolare, dopo un chilometro circa la strada diventa sterrata e si restringe a tal punto che non riusciamo più a proseguire, siamo costretti a tornare per un buon tratto in retromarcia fino a quando troviamo uno slargo, che con mille manovre ci permette di girarci. Sempre più amareggiati torniamo a Pilion dove ci fermiamo all’ombra di un grande caseggiato diroccato e facciamo un bel bagno per consolarci, l’acqua è limpida e in spiaggia ci sono le doccette per sciacquarci.
A questo punto abbiamo terminato le tappe previste per la parte nord dell’isola e quindi torniamo a Chalkida e iniziamo a seguire la costa sud. Questa parte dell’isola è molto meno montuosa e quindi più edificata e più sfruttata turisticamente, è anche meno pulita. Vista l’ora, puntiamo direttamente a Kazarè, dove la giuda indica un bel parcheggio sterrato dove sostare in tutta tranquillità (N 38° 23′ 41” E 24° 00′ 44”) ma non riusciamo ad arrivarci perchè il navigatore continua a proporci stradine sterrate molto strette, che dopo l’esperienza di oggi, non ci sentiamo di fare, quindi sempre più delusi e un po’ preoccupati perché sono già le 19.45, decidiamo di imboccare la direzione per Agios Dimitrios dove dovremmo trovare una zona per il campeggio libero.
La strada sale sulle colline, è il tipico paesaggio rurale, ad un certo punto prendiamo una deviazione per scendere sulla baia e a questo punto si apre davanti a noi un panorama che ci ripaga della giornata trascorsa sempre correndo in camper: è una profonda insenatura, i colori dell’acqua, nonostante l’ora, variano da turchese al blu, numerosi isolotti sembrano chiuderla formando due baie, è uno spettacolo per gli occhi; già da quassù vediamo con grande sollievo dei camper parcheggiati in riva al mare, ai quali andiamo subito ad unirci.
C’è una stradina sterrata che costeggia la riva con grandi alberi sotto ai quali è possibile posizionarsi, facendo attenzione ai banchi di sabbia, parcheggiamo ad una buona distanza tra due camper tedeschi. Siamo proprio stanchi, Habibi è stravolta per il viaggio tutto curve e su e giù, così mettiamo fuori solo le sedie e ci facciamo un buon panino con la soppressa del contadino, portata da casa. Per la prima volta in questa vacanza alla sera non arriva l’umidità ma zanzare sempre tante. Il posto ci piace molto e valutiamo l’opportunità di saltare l’ultima tappa del nostro itinerario e terminare le vacanze qui tranquilli e beati. Prima di andare a letto ammiriamo un magnifico cielo stellato.
Pranzo € 40.00
Km percorsi 269
Martedì 22 luglio
Sosta a Agios Dimitrios
La notte è stata fresca e abbiamo riposato bene. Alla mattina subito il primo bagno: l’acqua è una tavola trasparente e non è fredda come al solito, i pesci ci nuotano attorno ai piedi anche a riva. La spiaggia è molto ridotta, sarà un metro-due, a seconda della marea, è sabbia mista a sassolini piccolissimi, poi c’è una fascia altrettanto larga di erba e foglie secche e poi un sentiero in terra battuta, dal quale parte lo stuoino del nostro tendalino, per chi ama stare in spiaggia forse è riduttivo, per noi invece va benissimo.
Durante la mattinata passano accanto ai camper e alla poche macchine dei locali, suonando il clacson furgoncini che vendono i vari generi alimentari, non essendoci negozi nei dintorni. Trascorriamo una giornata veramente tranquilla, tra bagni e passeggiatine; scopriamo che andando avanti per neanche un chilometro vi è un vero e proprio accampamento di tende, roulottes e qualche camper, ci dà l’idea che una buona parte rimanga qui tutto l’anno, molte sono chiuse, evidentemente frequentate solo nei fine settimana, qui c’è anche un bel bar con l’unica doccetta di tutta la spiaggia. Passeggiando invece in direzione opposta troviamo un piccolo porticciolo e una taverna dove ci ripromettiamo di mangiare domani. La giornata è calda ma molto ventilata.
Mercoledì 23 luglio
Sosta a Agios Dimitrios
Anche oggi giornata di relax, molta lettura, molti bagni in un’acqua che è una tavola cristallina e cena alla taverna del porticciolo, molto buoni e abbondanti i calamari, buona l’orata e le patatine, peccato il deposito d’olio nel fritto, prezzo caro per il luogo ed il servizio.
Cena € 30.00
Giovedì 24 luglio
Sosta a Agios Dimitrios
Anche oggi giornata di relax, tra lettura e nuotate, molte e prolungate poiché sono, purtroppo, le ultime, domani si parte. Compriamo pane e focacce ripiene da un ambulante, ottimo tutto, anche il prezzo.
Venerdì 25 luglio
Partenza ore 9.00, Km 24760
Oggi sveglia presto, alle 7.40 siamo già in piedi. Salutiamo questo magnifico posto e ripercorriamo a ritroso la strada fatta fino a Chalkida, poi imbocchiamo l’autostrada per Salonicco e deviamo per la Macedonia, direzione Skofie. Paghiamo una miriade di pedaggi autostradali, anche dove l’autostrada non è visibile neanche lontanamente perché ancora in fase di costruzione. Alle 19.30 passiamo la frontiera senza nessuna complicazione, ci fermiamo pochissimo dopo al Duty free, ma non troviamo i prezzi convenienti e compriamo solo un regalino da portare a casa.
A questo punto cerchiamo un’area di servizio dove dormire, le prime due dopo la frontiera sono piene di camion e così decidiamo di tentare alla seguente, peccato che a questo punto l’autostrada senza preavviso termini, la strada è di montagna, il fondo è a tratti brutto, i parcheggi sono slarghi lungo la strada, del tutto inadatti a passarvi la notte. Per fortuna dopo più di mezz’ora l’autostrada ricompare e, per paura di altre sorprese, ci fermiamo al primo distributore dove il piccolo parcheggio è tutto occupato da camion, ci accostiamo alla parete dello shop e ci auguriamo di riuscire a dormire almeno un po’.
Continuano ad arrivare camion e autobus che lasciano i motori accesi e che si affiancano a noi per mancanza di spazio. La situazione è infernale pertanto decidiamo di spostarci in un’altra area, proseguiamo in autostrada per circa mezz’ora e troviamo un distributore con motel e parcheggio, noi per stare più tranquilli andiamo a sistemarci al parcheggio del motel.
Pedaggio: 42.85
km percorsi: 660
Sabato 26 luglio
Partenza ore 9,10 – km 25.420
Riusciamo a dormire bene senza alcun disturbo. Proseguiamo il percorso di rientro, con direttrice Skofie trovandoci con gli stessi problemi dell’andata a causa dei lavori di costruzione dell’autostrada. Dopo Skofie la direttrice è Nis, quindi Belgrado e poi Zagabria. Al confine tra la Serbia e la Croazia non invidiamo quelli che precedono in senso inverso in quanto vi sono svariati chilometri di coda in attesa del controllo di frontiera tanto da arrivare fino al casello autostradale.
Ci fermiamo per la notte in un’area di servizio a circa 100 chilometri prima di Zagabria, appena arriviamo vediamo sopra noi il cielo totalmente nero, illuminato dai lampi e con potenti tuoni, il tempo di scendere ed entrare nel ristorante proprio a due passi e si scatena il finimondo (per fortuna senza grandine). Prosegue violento per una buona ora, poi gradatamente si calme entro un’altra ora, la temperatura si è abbassata e per rientrare in camper ci laviamo e ci tocca cambiarci di sana pianta.
Spese: Pranzo € 10,00 – Cena € 17,00 – Autostrada: MKD 310
Km percorsi 750
Domenica 27 luglio
Partenza ore 9,00 – km 26.170
Ci alziamo riposati, il tempo è ancora coperto e la temperatura si è abbassata di molto. Riprendiamo il viaggio di rientro sempre seguendo l’autostrada (E70) per Zagabria, Lubiana, Trieste e quindi Venezia – Spinea.
Arriviamo a casa verso le 15.00 dopo esserci fermati per mangiare qualcosa all’autogrill, il contachilometri segna 26.675
Pedaggio autostrada: Croazia € 24,30 + 8,00, Slovenia vignetta € 15,00.
Km percorsi 505
Km totali percorsi 6.400
Osservazioni di viaggio:
Soprattutto nel nord della Grecia il pagamento con la carta di credito non è molto diffuso neanche nei campeggi e nei distributori.
Per il rifornimento del serbatoio di acqua non ci sono problemi essendovi molte fontane lungo le strade e in tutti i distributori vi è la possibilità di riempirlo; spesso è possibile farlo anche nelle taverne dove si cena.
Lo scarico di acque nere è invece più problematico per chi fa campeggio libero essendoci pochi WC pubblici e non c’è possibilità di farlo presso i distributori (Sarebbe bene avere la doppia cassetta).
Tutti i WC dei luoghi pubblici e dei locali sono molto puliti e forniti di carta igienica e sapone.
Le strade dalle principali a quelle secondarie sono prive di manutenzione, pertanto l’asfalto presenta spesso grosse buche e sgretolato ai lati, la vegetazione si estende sui bordi e i rami degli alberi si estendono verso il centro strada tanto da restringere notevolmente le dimensioni della carreggiata. Nei tratti montuosi o collinari spesso vi sono frane di piccole dimensioni che ostruiscono parte della carreggiata e non vengono né segnalate né rimosse.
La guida dei greci è molto “sportiva” in quanto non vi sono assolutamente controlli di polizia stradale. In quasi tutte le spiagge vi sono le doccette pubbliche ma pochissime hanno i WC. Per la sosta notturna è possibile appoggiarsi alle taverne che in cambio della consumazione ti offrono la possibilità di sostare nel loro parcheggio, mentre nelle spiagge i bar o i chioschi in cambio della consumazione offrono spesso lettini e ombrelloni.
Nel nostro sito di viaggi www.viaggiareincamper.org troverete tantissime gallerie di foto di questo splendido viaggio ed inoltre è possibile scaricare questo diario anche senza foto, nel diario vi sono le coordinate dei campeggi e delle aree di sosta da noi utilizzate.